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Salute

Vittime dello Stress da Rientro

C’è chi preferisce il mare, chi la montagna. C’è chi ama il sole, le calde spiagge ed il refrigerio di un tuffo, chi invece adora fare lunghe camminate nei boschi, accompagnato dal suono della natura. Comunque sia, nessuno di questi “Paradisi” è destinato a durare per sempre ed ogni anno arriva inesorabilmente il momento di tornare in città e di riprendere la routine di ogni giorno: che stress!
Si sente spesso parlare di stress, soprattutto oggi che la società richiede ritmi di vita particolarmente frenetici e pone modelli a cui conformarsi praticamente inarrivabili. Lo stress viene dunque considerato un qualcosa di negativo, una malattia dalla quale doversi tenere lontani per non rischiare di andare in tilt. In realtà, lo stress è una reazione naturale dell’organismo agli stimoli esterni, una risposta biologica aspecifica del corpo a particolari richieste dell’ambiente, di varia natura e genere, che diviene dannosa solo se la sollecitazione che la provoca si protrae troppo a lungo. Questa risposta viene anche chiamata sindrome generale di adattamento, a segnalare la multidimensionalità sintomatologica che la definisce (sindrome) e la sua particolare area di manifestazione (adattamento).
La sindrome generale di adattamento si compone di tre fasi: la fase di allarme, che inizia nel momento in cui è avvertita la presenza di un cambiamento dell’ambiente, potenzialmente destabilizzante. Durante questa fase, l’organismo mobilita le energie difensive per affrontare eventuali minacce, ad esempio attraverso l’aumento del battito cardiaco, della tensione muscolare, della diminuzione della secrezione della saliva e la secrezione di cortisolo. Segue la fase di resistenza, durante la quale l’organismo tenta di adattarsi alla situazione, ripristinando, anche se con grande dispendio di energie, gli indici fisiologici sopra descritti. Questa è appunto la fase durante la quale viene fronteggiata la minaccia proveniente dall’ambiente e durante la quale l’organismo cerca di trovare il giusto compromesso tra l’ambiente esterno e quello interno. L’ultima è chiamata fase di esaurimento e si verifica soltanto nel momento in cui la condizione stressante perdura o risulta troppo intensa. Durante questa fase, come spiega bene il nome stesso, l’organismo non riesce più a fronteggiare la minaccia esterna e la capacità di adattarsi viene progressivamente a mancare. È la fase durante la quale l’organismo esaurisce appunto le proprie energie e durante la quale iniziano a manifestarsi malattie da adattamento come ad esempio l’ipertensione arteriosa.
L’esposizione continua ad una fonte di stress, e la ripetuta attivazione fisiologica che ne consegue, divengono una minaccia per l’intero organismo. Il rientro dalle ferie, che per antonomasia rappresentano il periodo dell’anno durante il quale non si hanno particolari obblighi e si sta rilassati, equivale alla ripresa dei ritmi di vita usuali e delle responsabilità di ogni giorno. Ecco dunque il cambiamento improvviso e sostanziale che rappresenta per il nostro organismo un agente stressante, la minaccia di cui abbiamo parlato finora, un cambiamento che va a perturbare i delicati equilibri che si erano stabilizzati nei giorni di riposo. Il nostro fisico e la nostra mente hanno bisogno di qualche giorno per acclimatarsi alla nuova, intensa situazione di vita e, per fare questo, danno fondo alle proprie energie, sottraendole ad altri processi e funzioni: ecco dunque che cala l’attenzione, la capacità di concentrazione e ci sentiamo giù di corda.
Cosa fare, dunque, per evitare di tornare in città e di spegnersi lentamente? L’ideale sarebbe di anticipare in qualche modo l’impatto con i ritmi serrati di ogni giorno. Questo non vuol dire dover cominciare a pensare già ai problemi che affronteremo una volta tornati al lavoro, mentre siamo ancora sotto l’ombrellone, ma programmare qualche giorno di reale riposo prima di tornare al lavoro. La vita di ogni giorno deve essere ripresa in modo graduale, cercando di non rimanere vittime del panico che la prospettiva di un altro lungo periodo di obblighi ed orari da rispettare ci può dare. Cerchiamo infine di non partire in quarta (neanche le auto ce la fanno) ma di ritagliarci ogni giorno degli spazi di distrazione e di riposo, prima di riportare il motore a pieni giri.

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Francesco Albanese

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