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Fare arte coinvolge l’individuo nella sua totalità mente-corpo. L’attività creativa richiede infatti non solo un impegno intellettivo e cognitivo - legato all’immaginazione e all’ideazione del ‘prodotto artistico’ - ma anche un impegno percettivo, sensoriale, e motorio, legato alla produzione artistica in senso stretto. Le tecniche legate all’arteterapia hanno dunque...

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Fare arte riprende le modalità di conoscenza e azione sul mondo tipiche del bambino. Vi è infatti, come nel gioco infantile, una totale presenza e coinvolgimento verso ciò che si sta vivendo; vi è la possibilità, e lo stimolo, a prendere confidenza e sperimentarsi in tutte le ipotesi che la realtà e le proprie potenzialità presentano, e per di più divertendosi, e non con la f...

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In che modo l’arteterapia, e cioè il fare arte (e non il rapportarsi ad un prodotto artistico), può diventare momento di cura e terapia? Ci sono una serie di caratteristiche intrinseche al fare arte che rendono l’impegnarsi in questa attività di per sé terapeutica. È stato dimostrato che quando una persona è immersa in un’attività creativa riceve una serie di solle...

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È probabilmente dunque dalla Kramer in poi che si può parlare di arteterapia vera è propria, e cioè, come si è già detto, con lo spostamento dell’attenzione dal prodotto artistico concluso come materiale da interpretare, al processo creativo vero e proprio che, avvalendosi di simboli e metafore, coinvolgendo il soggetto in attività che implicano un impegno sensoriale e cinestesico...

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Edith Kramer (1958), invece, si muove da un’ottica completamente diversa e concentra l’attenzione sul’processo creativo, ritenuto di per sé uno strumento terapeutico. L’espressione artistica del paziente non è vista solo come mezzo per l’espressione dei conflitti inconsci, ma come strumento per la loro risoluzione e come risorsa per la crescita e la maturazione personale....

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Margaret Naumburg (1947), di stretta derivazione psicodinamica, ha una visione molto vicina a quella di Freud e considera il prodotto artistico del paziente come uno strumento d’accesso ai suoi contenuti inconsci, da utilizzare nel corso della terapia come materiale da interpretare e favorire così l’insight e la risoluzione dei conflitti interni. L’espressione artistica del pa...

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Del valore sociale dell’arte, in quanto mezzo fondamentale di comunicazione in cui le emozioni individuali diventano generali e collettive, ha parlato anche Vygotskij. Egli ha inoltre trattato del concetto di creatività e di immaginazione, ritenuti due momenti integranti e indispensabili ad una corretta conoscenza della realtà. La creatività stimola alla ricerca di nuove soluzioni e al cambia...

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Anche se da un’ottica molto diversa, anche Jung ha parlato di arte come un mezzo per contattare e esprimere le immagini appartenenti all’inconscio. A differenza di Freud, però, Jung (1966) porta l’attenzione sul processo creativo, che consiste, a suo parere, nell’attivare le immagini archetipe inconsce, rielaborarle e tramutarle in un prodotto finito. L’artista è dunque colui ch...

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Già lo stesso Freud si interessò all’arte. Egli definisce l’artista come “uomo che si distacca dalla realtà poiché non riesce ad adattarsi alla rinuncia al soddisfacimento pulsionale che la realtà inizialmente esige, e lascia che i suoi desideri di amore e di gloria si realizzino nella vita della fantasia” (1911). L’artista, cioè, “trasforma le sue fantasie in una creazion...

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L’arteterapia come tecnica terapeutica e riabilitativa si è sviluppata solo di recente (circa una cinquantina di anni fa) in seguito ai successi ottenuti da alcuni specialisti in attività creative nell’ambito dell’assistenza sanitaria, della riabilitazione e dell’educazione speciale. Il concetto stesso di arteterapia è dunque relativamente nuovo. Le sue origini, tuttavia, possono...

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