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Miglioramento

Sviluppare la Sicurezza in Se Stessi

Cosa si vuole intendere con la parola “SICUREZZA“?
Secondo il punto di vista dell’etimologia significa avere un’opinione di…, in questo caso di sé, come si giudica, ceh valore si attribuisce. Ecco che è un’esperienza unica e soggettiva. Se ci pensiamo bene, tra tutti i giudizi che ci sono attribuiti, quello che ci limita o spinge di più è proprio il nostro.
Il ruolo che rivestono a livello educativo genitori, insegnanti, allenatori e formatori in genere è MOLTO importante, determinante per sviluppare l’autostima e la conseguente sicurezza in sé, che bisogna insegnare ai nostri ragazzi.
Scendendo nello specifico campo sportivo si è visto che la sicurezza in se stessi è una questione importante per dilettanti e professionisti. I quali tendono a mostrare maggiore sicurezza e abilità.
Un esempio è quando un professionista, già giocatore di alto livello passa al livello internazionale. Alcuni sembrano nati per quello, altri non riescono ad affermarsi del tutto.
Credere in se stessi e sentirsi sicuri di sé ci permette di rispondere adeguatamente a sfide ed opportunità. Tanto più alta è la stima che abbiamo di noi, maggiore sarà la propria determinazione e ambizione.
Si tende a pensare che il fattore in questione sia l’abilità, che conta moltissimo, ma non è la cosa più caratteristica. Sostanzialmente si tratta di ciò che succede nella loro mente, cosa pensano, cosa si vedono, come sanno gestire le loro ansie o paure.
Spesso è la paura di non essere all’altezza, o magari di deludere le aspettative di familiari, amici, team. Un altro fattore che può avere importanza sulla sicurezza è quello che gli psicologi chiamano “ senso di impotenza acquisita”, ciò significa che gli sportivi evitano da fare qualcosa perché nel passato hanno fallito.
Questo succede quando in un particolare momento della loro vita, hanno fatto degli errori e la loro bassa autostima non gli ha permesso di vedere nell’errore un semplice feedback negativo , o comunque sia un insegnamento che dica dove e come migliorarsi
Fattore chiave nello sviluppo della sicurezza in sé è il modo in cui si affronta un fallimento.
Chi lavora nel campo dell’educazione può solo ricordare che i fallimenti non esistono, esistono sfide (con se stessi prima di tutto), situazioni da risolvere, circostanze più o meno avverse ma che se ci sono significa che noi possiamo affrontarle.
Inoltre ci possiamo far aiutare da una nuova disciplina quale la PNL ( dall’inglese NLP) per riuscire a riprogrammarci e a vedere cosa e come poter migliorare.
Un modo di aiutare della PNL, in questo caso è l’ancoraggio.
Quale modo migliore per riuscire a superare un momento impegnativo della gara, ma anche di qualsiasi momento quotidiano, che richiamare alla propria mente una figura del mondo animale, vegetale o da qualsiasi altra fonte , ma che ci permetta di riuscire ad acquisire quella forza e sicurezza tale da affrontare la difficoltà e migliorare la propria prestazione.
Se ci può far stare meglio, si può imparare a rivivere tutta una situazione che per noi è stata positiva, che siamo stati vincenti, rivivendola nella sua complessità, rivivendo le emozioni, risentendo le parole, i discorsi ceh abbiamo fatto, chi c’era con noi e quant’altro, si dovrebbe riuscire a trasferire quel senso di benessere vissuto precedentemente nella nuova situazione
Pochissime persone sono sicure di sé in tutto, quindi la PNL permette di trovare questa sicurezza e applicarla in altre situazioni. La PNL fornisce tecniche per modellare una persona sicura di sé in un contesto sportivo e usare questo per aiutarla a migliorare la performance.
La perdita di sicurezza in se stessi non è un vero problema, paradossale per qualcuno, ma reale. È possibile vivere ogni cosa anche se non funziona come un terreno di prova per sviluppare la propria sicurezza. L’ importante è concentrarsi sullo sviluppo della sicurezza in se stessi durante l’addestramento, usando l’allenamento fisico come opportunità per sviluppare l’aspetto mentale.
È bene tenere presente che quando ci si allena la preparazione tecnica è insufficiente, così come per vincere poi una gara è determinante la motivazione e l’autostima. Dipende poi molto da cosa cerca di soddisfare mediante la vittoria: soddisfare una sua esigenza o quella di qualcun altro.
Anche il giocare solo per vincere non è una buona motivazione, importante si, ma che non deve far perdere di vista l’aspetto ludico dello sport e di conseguenza anche della vittoria poi.
Il miglioramento avviene quando l’atleta ( ma anche le persone comuni nel quotidiano) comincia a scoprire date qualità dentro si sé, cercando di trovare il suo profondo senso di valore.
Accettazione & Riconoscimento delle proprie qualità sono le chiavi del successo.
Lo sport diventa un mezzo per esprimere tutto sé stesso e la propria personalità.
Quando ci stiamo allenando ( o alleniamo qualcuno) è importante ricordare che VINCERE non vuol dire solo arrivare primi, questo ci rende inevitabilmente più contenti, ma anche aver compiuto un’impresa personale.
È bene imparare poi a concentrare la propria attenzione sui successi che si sono compiuti nell’arco della propria carriera, ma anche della propria vita in generale; alla fine di ogni allenamento o gara andata a buon fine è bene concedersi sempre un rinforzo positivo, fosse anche il ripetersi a se stessi “ sei grande”, “ sei bravo!”, “ io si che sono forte!”,…e tutto ciò che ci fa stare bene e sentirci in forma.
Le motivazioni per cui si è scelto di intraprendere una data disciplina ci fa rimanere più tranquilli anche nei momenti difficili.
L’approccio mentale dell’atleta non è statico, si può modificare anche a seconda degli input esterni, ma principalmente da parte dell’allenatore e dei genitori. Possono essere normalmente presenti, dubbi, perplessità, paure ed incertezze. Ci sono, raramente, anche persone eccezionali, ma è possibile per noi sviluppare gli approcci necessari per godersi lo sport, competere ad un certo livello e sviluppare le abilità necessarie. Persone dotate di talento naturale ci sono, ma bisogna poi chiedersi cosa possono fare gli altri per migliorarsi.
Prima cosa da fare sostanzialmente è controllare i METAPROGRAMMI, i quali non sono nient’altro che filtri di come noi vediamo il Mondo. Possiamo quindi diventare capaci di alterarli. La maggior parte delle informazioni è assorbita inconsciamente.
E’ importante che gli atleti si rendano conto che è sempre importante muoversi verso qualcosa, ci sarà sempre la paura di qualcosa di negativo, tutto dipende da come e dove noi poniamo la nostra attenzione.
Nello sport l’abilità di essere onesti con noi stessi ha la meglio. A volte è importante concentrarsi sull’avversario. Ognuno di noi ha sperimentato al meglio la profezia che si auto avvera, meglio ancora gli sportivi. Che cos’è?
È la semplice autorealizzazione di una nostra convinzione, paura o altro. Abbiamo paura di perdere, stiamo pur certi che perderemo.
Questo succede perché quando si è convinti di una cosa, mettiamo in atto tutta una serie di comportamenti e atteggiamenti, che ci porteranno all’attuazione del risultato previsto. Alla fine diremo “ lo sapevo io” e si attueranno tutta una serie di atteggiamenti e pensieri che porteranno ad una regressione, invece che ad un miglioramento.
Una realtà che pochi sanno è come l’immagine di noi è radicata nell’infanzia. Parole, atteggiamenti dei nostri genitori, insegnanti ed amici sicuramente ci hanno plasmato in maniera abbastanza indelebile.
Le informazioni possono essere ricevute attraverso i 5 sensi: vediamo, udiamo, sentiamo. E’ fondamentale gestire le informazioni riguardanti il proprio stato mentale. Il nostro dialogo interno ci comunicherà messaggi che devono essere analizzati, selezionati e poi ai quali bisogna rispondere. C’è un pericolo in corso, però: il sovraccarico di informazioni. Per passare le informazioni occorrono altri due fattori importanti: l’abilità di porre informazioni utili nella propria banca mnemonica e l’abilità di recuperarle quando sono necessarie.
Le informazioni che ci vengono date per quanto radicate nella nostra mente , se non ci piacciono possono anche essere modificate. Se ad es. ci dicono che non siamo bravi a fare niente, per anni ci abbiamo creduto, ma è ora di imparare a valorizzare i risultati positivi, in questo modo se noi cambiamo idea su noi stessi, anche gli altri ad un certo punto potrebbero vedere che sono in errore e fare la meritata fiducia.
Altrimenti, sempre riprendendo il discorso della PNL, LA MAPPA NON E’ IL TERRITORIO. Ovvero non è detto che gli altri stiano guardando il vero, possono sempre dare un interpretazione di un fatto,ma se è un’interpretazione, di certo non è la realtà.
Questo dovrebbe far capire come prima di pensare al giudizio altrui dobbiamo imparare a valutare bene e coerentemente noi stessi: se facciamo spesso buone competizioni, significa che siamo bravi, quindi è inutile credere agli altri che valutano solo le gare che si è stati sconfitti.
Ciò non significa evitare le critiche e commenti, questi servono comunque per vedere dove e come si può migliorare le proprie prestazioni.
Ci sono tre livelli di immagazzinamento : il registro sensoriale, la memoria a breve termine e quella a lungo termine.
Per gli atleti è poi anche importante l’ATTENTIONAL FOCUS: ovvero l’abilità di restringere e allargare la nostra attenzione.
L’elaborazione delle informazioni è necessaria prima che vadano sprecate se non viene prestata sufficiente attenzione.
Diversi sportivi professionisti permettono a se stessi di concentrarsi solo sugli aspetti negativi , non è sbagliato o inutile, ma non si può permettere che sia l’unico approccio considerato. Il livello di convinzione deve essere basato sull’analisi ragionata di quello che funziona.
Sicuramente al contrario di quanto pensano in molti, lo stress è anche una cosa positiva che permette la crescita della motivazione e dell’autodeterminazione.
Per riuscire a controllarlo ci sono delle cose fondamentali da considerare:
1- Sonno riposante, concessa la pennichella al pomeriggio se necessaria.
2- Dieta, intesa come corretta alimentazione: cibi integrali, vegetali, limitare l’uso di sostanze eccitanti prima della gara, se causa disturbo o un’inutile tensione;
3- Tecniche di rilassamento.
Uno dei concetti fondamentali della PNL è cercare quello che funziona, concentrandosi sulle SUB-MODALITA’ = descrizioni definite.
Alcune sub-modalità sono possibili per ognuno dei 5 sensi : vista( visivo): associato/dissociato; distanza, colore, nitidezza,…
UDITIVO( auditivo): volume/distanza/localizzazione/tono…
SENSAZIONI(cinestesico/emozionale): localizzazioni, dimensioni, Intensità; durata.
OLFATTO (olfattivo) GUSTO (gustativo): basta porsi tali domande:
forte/debole? Dolce/amaro?. Fresco/stantio?….
Il pericolo maggiore che si corre praticando uno sport: è il diventare ossessionati. Lo sviluppo di un’ossessione ha molte cause: l’incapacità di rilassarsi, perdita di equilibrio. Fondamentalmente è l’incapacità di ricompensarsi adeguatamente. Così anche la vittoria è vissuta come un fallimento perché il margine di successo non è stato abbastanza ampio, l’avversario non è stato sufficientemente sconfitto.
In ogni attività che noi intraprendiamo cerchiamo la realizzazione di un obiettivo, per quanto riguarda lo sport, in primis c’è il successo. Questo atteggiamento rinforza positivamente lo sviluppo psichico ed intellettivo, il quale va ad incidere in maniera determinante sul futuro comportamento e sul mantenimento delle motivazioni. C’è quindi si una motivazione al successo che fa si ceh si affrontino rischi calcolati e possibilmente alla portata delle proprie capacità, piuttosto che compiti troppo facili o troppo difficili.
La motivazione al successo è stimolata da metodi educativi che tendono a sviluppare l’autonomia e la responsabilità individuale.
Si forma quindi un “ sentimento del successo” visto quale desiderio di vedere realizzate le proprie aspirazioni e i propri ideali, se non vengono raggiunti si cade in uno stato di frustrazione.
Alla problematica del successo, va abbinata quella ancora più complessa dell’insuccesso. In quanto un fallimento fa sentirsi lontani dall’obiettivo .
Il successo nello sport è dato dalla vittoria nelle competizioni, la vittoria seguente poi porta fama.
Ma preoccuparsi e desiderare la vittoria ha i suoi vantaggi, ma attenzione a non esaurirsi e non potere fare poi del nostro meglio. Come già precedentemente detto, ma è bene ricordarlo, bisogna imparare a divertirsi.
Altrimenti ci sono delle conseguenze inevitabili, sono un mancato raggiungimento dei giusti risultati e l’instaurarsi di un circolo vizioso nel quale noi peggioriamo la situazione. Il problema è che mentalmente facciamo di più quello che non funziona e ci aspettiamo che le cose migliorino. Ma l’abilità di creare mentalmente delle ricompense interiori ci aiuta a dare il meglio nello sport e nella vita. Perché però non siamo capaci? Perché abbiamo permesso a noi stessi di concentrarci sugli aspetti negativi sviluppando “un atteggiamento inappropriato”. In termini di PNL gli atteggiamenti sono “invisibili”, ovvero non possono essere captati perché sono dentro di noi, influenzando però il nostro fare. Molti li considerano immutabili, ma certo è che anche lo sport deve essere considerato un divertimento.
Ammesso che qualcuno riesca ad evitare le lesioni fisiche può comunque essere necessario affrontare disagi mentali come la perdita di sicurezza o la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. Interessante è notare l’interazione tra i problemi fisici e mentali. La capacità del corpo di gestire il dolore è dominata dalla mente. Ogni sportivo conoscerà qualcuno che permette ad ogni minimo fastidio di dominarlo. Altri la gestiscono meglio. C’è chi quando vive una situazione pericolosa precipita in uno stato di frenesia, altri che non permettono alla rabbia o alla frustrazione di sopraffare; è una questione mentale. Le risposte semplici diventano poi facili da mettere in pratica, quando il cervello sta ricevendo messaggi costanti di dolore da diverse parti del corpo che richiedono che si fermi adesso. Nel far fronte alla rabbia e al dolore il sistema nervoso autonomo e cervello rilasciano adrenalina e noradrenalina nel sangue. L’adrenalina è un fattore fondamentale. Alcuni dei suoi effetti possono essere valutati basandosi sulla frequenza respiratoria, pressione sanguigna, sudorazione della mani. La maggior parte degli atleti è consapevole dei propri segnali di ansia ed eccitazione. Da come noi percepiamo la situazione si determinerà ansia ed eccitazione. Molti sportivi poi devono affrontare la paura del fallimento che del successo, perché entrambe possono essere corrosive, spesso gli sportivi non lo confesseranno mai, nemmeno a se stessi. La paura del fallimento può causare un danno enorme all’autostima creando problemi che può avere un impatto su altri aspetti della vita. Un motivo per cui si teme invece il successo, è che questo innalzi l’aspettativa su di sé da parte degli altri ( pubblico, genitori, allenatori, squadra,…).
Indipendentemente dal tipo di paura provata ciò potrebbe causare un abbassamento dei livelli di performance; il problema è che siamo programmati per affrontare la paura scappando o evitandola. La PNL ci aiuta a riprogrammarci. L’altra difficoltà è la perdita della forma fisica, l’importante è riconoscere e identificare le cause, lo schema è abbastanza chiaro. Spesso la perdita della forma fisica si verifica in seguito ad una pessima performance, altre volte a causa di insicurezza; ci si aspetta che la prossima performance sia difficile e la mente propone la ricerca di quest’aspettativa. L’aspetto che può creare confusione è che quello che avviene a livello mentale provoca tensione muscolare, con un’incapacità di rilassarsi e reagire efficacemente, creando quindi una scarsa performance o infortunio. Una delle questioni fondamentali è l’accettazione.
E’ semplicemente impossibile giocare dando il meglio di sé in ogni momento. Abilità che consistono nel ridurre le cause , cercando di incrementare sia i livelli di picco della performance, ricordando come la mente sia in grado di fare qualsiasi cosa, compresi trucchi e scherzi negativi.

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Federica Goia

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