Sottotipi della schizofrenia
Nella schizofrenia i sottotipi sono definiti dalla sintomatologia predominante al momento della valutazione.
Tipo paranoide
Caratterizzato dalla presenza di rilevanti deliri o allucinazioni uditive nonostante le funzioni cognitive o l’affettività siano preservate. I deliri sono tipicamente di persecuzione o di grandiosità, talvolta entrambi. Altri aspetti come il linguaggio e comportamento disorganizzati e affettività appiattita non sono determinanti.
Tipo disorganizzato
I due sintomi caratteristici sono la disorganizzazione dell’eloquio e del comportamento connessi ad affettività appiattita o inadeguata. L’eloquio disorganizzato può essere accompagnato da stupidità e ilarità che non sono strettamente connesse al contenuto dell´eloquio. Le manifestazioni associate comprendono: smorfie, manierismi e altre stravaganze di comportamento.
Tipo catatonico
Questo sottotipo è caratterizzato da un disturbo psicomotorio che si manifesta con almeno due dei seguenti sintomi: arresto motorio (che può assumere l’aspetto della catalessia o dello stupor); eccessiva attività motoria (che non pare influenzata da stimoli esterni); estremo negativismo (ovvero resistenza apparentemente senza motivo a ogni stimolo o comando, o mantenimento di una postura rigida) e mutacismo (ovvero tendenza al mutismo); peculiari movimenti volontari (ovvero assunzione volontaria di pose inadeguate o bizzarre); ecolalia o ecoprassia.
Tipo indifferenziato
È un tipo di schizofrenia nel quale sono presenti i sintomi che soddisfano i criteri della fase “attiva” (ovvero delle tipologie sopra descritte), ma che non soddisfano i criteri per il tipo paranoide, disorganizzato, o catatonico.
Tipo residuo
Il tipo residuo si diagnostica quando vi è stato almeno un episodio di schizofrenia, ma il quadro clinico attuale è senza sintomi psicotici positivi rilevanti (ovvero deliri, allucinazioni, eloquio o comportamento disorganizzato). Il disturbo continua comunque a manifestarsi in modo continuativo per la presenza dei sintomi negativi (ovvero affettività appiattita, povertà nell’eloquio, comportamento eccentrico) o di sintomi positivi attenuati (es., convinzioni strane, esperienze percettive inusuali). Il decorso del tipo residuo può essere limitato nel tempo e rappresenta una transizione fra il periodo pienamente sviluppato e una remissione completa.
“La definizione dei sottotipi appena descritta non è più contenuta nell’attuale DSM V pubblicato nel 2013, in quanto si ritiene che tale classificazione risulti avere una scarsa stabilità diagnostica e affidabilità.”