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Un uomo parlotta tra sé come una persona che siamo abituati considerare “matta” oppure non dotata di tutte le rotelle di cui invece vorremmo essere dotati noi tutti.. Tra le parole si scorgono riferimenti a castighi e punizioni: è il Super-io a dominare questo monologo?

La produzione si placa sulle parole “è un mistero.. è un mistero”, una specie di interruttore che sembra consentire al personaggio di fermarsi nel momento in cui il motore raggiunge un numero troppo elevato di giri oppure semplicemente perché l´esprimersi lo ha condotto ad avvicinare argomenti che è meglio non incontrare..

Un (altro) film sulla famiglia, su ciò che si consuma all´interno delle quattro mura domestiche, in virtù della rivisitazione di un mito (quello della famiglia appunto) sul quale occorre lavorare se vogliamo occuparci autenticamente del disagio psichico dei bambini, degli adulti e dei genitori.

Il film inizia sotto la pioggia. Un uomo vede un pianoforte in un ristorante e bussa alla porta. Ai tre quarti della pellicola torneremo qui, in questo ristorante, dal quale inizia il film e ri-inizia la storia (vera) di David Helfgott, pianista australiano (e genio) in cerca d´amore.

Iniziano i ricordi. Siamo al primo concorso musicale in quella che sembra la scuola elementare di David. Il presentatore chiede al David-bimbo il titolo del brano che intende suonare, ma a rispondere è il padre di David, che si scusa per il silenzio del figlio (vedi mancanza di confini psichici e invasioni genitoriali).

Il padre di David, anch´egli probabilmente posseduto dal Super-io, mostra grande rigidità nell´impartire ai figli (e specialmente al maschio) una educazione caratterizzata da divieti, giudizi e pregiudizi pesantissimi, con attribuzione del valore quasi esclusivamente alla prestazione e al successo, a tutto discapito della dimensione emozionale e relazionale.

In quest´ottica o si vince o si perde, o si sopravvive o si viene schiacciati: “David stai perdendo.. David devi vincere sempre.. tu sei molto fortunato.. ripeti!”. Un padre visibilmente stuprato (vittima) non può non essere anche un padre stupratore (carnefice): “quando ero piccolo comprai un violino.. mio padre me lo ruppe in mille pezzi! Tu David sei molto fortunato a poter suonare.. ripeti!”.

Allo spettatore viene trasmessa la percezione della folle violenza esercitata su quel David-bambino (che è un poco anche il bambino che noi tutti incarniamo) ad uso e consumo di genitori che percepiscono i loro piccoli come proprietà private e quindi come oggetti di potere e di prestigio.

Il Prof. Rosen vede in David un talento speciale da coltivare e si reca dal Signor Helfgott per chiedere di poter seguire il figlio così da poterne supervisionare lo sviluppo come pianista, ma l´uomo in un primo tempo non accetta: “Sono io il suo insegnante.. niente insegnanti (…) la prossima volta vinceremo!”.

Il padre di David sembra voler utilizzare il figlio per trasformare la sua auto-percezione di perdente-impotente in vincitore-potente. In un contesto familiare come questo non esistono individui, ma un unico mostro che ha una testa (il padre-padrone, il capo) e tante membra (la moglie e i figli) che non hanno il diritto di autonomia (vedi l´immagine del padre di David che ripara la lamiera del giardino per impedire che la figlia utilizzasse il varco per relazionarsi col suo amichetto).

Si torna sui ricordi di David, che vince un concorso e viene premiato da Isaac Stern in persona. Il celebre pianista invita David a studiare pianoforte negli States (il padre non sembra esserne così felice..).

Il padre di David dice al Prof. Rosen: “non ho i soldi per mandare David a studiare in America”. Pragmatica è la risposta del Prof. Rosen, che indica la religione come risorsa. Ma il padre di David imperterrito continua: “la religione è una sciocchezza..” e il Prof. Rosen di botto: “è anche una miniera d´oro se uno sa dove scavare..”.

Il Prof. Rosen cerca di coinvolgere la madre di David ormai adolescente. La donna avverte il Prof. Rosen che “David è ancora un bambino.. bagna ancora il letto!”. Poi vediamo il padre che “educa” i figli alla lotta per la sopravvivenza: “in questo mondo sopravvivono solo i forti.. come me!”.

Intanto il sindaco ha istituito un fondo per mandare David a studiare in America e il giovane pianista suona durante dei ricevimenti per la raccolta di denaro promossi dal Prof. Rosen. Il padre di David giudica il Prof. Rosen e le persone del jet-set come dotati di scarsa moralità e soprattutto “Rosen non è neppure sposato.. che ne sa lui della famiglia?”.

Il padre di David dice queste parole alla moglie facendo anche riferimento alla triste storia della loro famiglia, decimata dall´odio razziale durante l´Olocausto. Da questo si deduce che il clima familiare potrebbe aver subito le influenze storico-culturali dell´aver vissuto gli orrori della guerra.

La situazione precipita quando, trovati i fondi per gli studi, giunge a David la lettera da parte della famiglia che avrebbe dovuto ospitare il ragazzo negli Stati Uniti. Il padre strappa di mano al figlio la lettera e davanti a tutta la famiglia la mette nel fuoco della stufa: “David non andrà in America (…) non permetterò a nessuno di distruggere questa famiglia!”.

David non la prende molto bene. E´ arrabbiato e odia suo padre con molta intensità. In un momento della pellicola il padre si arrabbia per il fatto che David ha defecato nell´acqua della vasca da bagno nella quale doveva poi lavarsi il padre (padre e figlio facevano il bagno con la stessa acqua): “David è una cosa terribile odiare tuo padre.. non odiarmi David.. la vita è crudele ma bisogna sopravvivere.. ripeti! (…) nessuno ti vorrà bene come me.. non puoi fidarti di nessuno.. (Super-) io invece ci sarò sempre..”.

E infatti David (interiorizzando il padre) non lo lascerà per tutta la vita! Una logica (quasi) perfetta quella di David: il padre “caga” sulla sua vita e lui contraccambia defecando nella vasca! Dico “quasi perfetta” perché la violenza subita da David nella logica della vendetta avrebbe potuto condurre a ritorsioni ben maggiori (vedi cronaca nera).

David intanto fa amicizia con Katherine, una signora conosciuta durante un ricevimento. Le dedica del tempo suonando per lei e in cambio riceve delle interessanti letture, ma soprattutto una alfabetizzazione delle emozioni che conduce il ragazzo ad esprimere ciò che prova.

Altro concorso, ma David ancora una volta non vince: il Prof. Rosen aveva detto al padre di David di far suonare al bimbo brani più adeguati al suo sviluppo come psicofisico, ma il padre lo aveva ignorato.

Colpo di scena: David vince una borsa di studio per la Royal Accademy di Londra e trova la forza per affrontare il padre! Il padre è un belva ferita e non si fa scrupoli: si scaglia sul figlio riempiendolo di botte: “David se ci vai non metterai più piede in questa casa (…) perderai tutti noi (…) vuoi distruggere la famiglia? Se parti tu sarai punito per tutta la vita! David non costringermi a farlo!”.

Queste parole probabilmente si stampano nell´anima di David, perché, come vedremo in seguito, a Londra David ci va (violando la prescrizione paterna), ci studia e dopo aver eseguito egregiamente il famigerato RAK3 (la sinfonia che il padre desiderava che lui suonasse) collassa a terra.

Quando David era piccolo il padre gli aveva detto “un giorno tu suonerai questa musica e io sarò molto fiero di te”: cosa non si farebbe pur di poter ottenere qualcosa (la stima e/o l´amore) di qualcuno che quel qualcosa non ce l´ha e quindi non ce lo può dare!

Molto belli i consigli che il maestro di piano della Royal Accademy impartisce a David: “impara a memoria.. l´interpretazione viene di conseguenza; non devi sacrificare tutto all´emozione: è una questione di equilibrio; l´esecuzione è un rischio.. niente rete di protezione: impara le note e poi dimenticale; lascia che ti esca dal cuore la musica: è da lì che viene! Una volta suonato (il RAK3) nessuno te lo potrà togliere; devi suonare come se non ci fosse più domani!”.

E infatti David suona con tutto se stesso (sembra in transe) e poi si chianta a terra (sguardo fisso nel vuoto) proprio come il padre aveva profetizzato. Adesso David è su un lettino e gli stanno somministrando l´elettroshock, una delle evoluzioni dei sistemi di tortura (ancora oggi in uso) con il quale si cerca di far tornare “di qua” qualcuno che “è andato di la” (vedi tratti autistici).

David migliora e torna a trovare il padre, il quale, “uomo forte tutto di un pezzo (ma di quella cosa nella vasca)”, non solo non lo riceve ma gli chiude il telefono in faccia (scusa se esisto papà).

Si torna su David-adulto all´ospedale psichiatrico che riflette sui ricordi. L´infermiera lo conduce dalla sorella Susy che è venuta a trovarlo (la sensazione è che sia sotto farmaci). “Mi sono comportato male.. sarò punito.. sono difettoso.. irrimediabilmente difettoso.. sono stato deludente.. lui disapprovava..”.

David aveva smesso di suonare dopo il RAK3 (diceva che gli faceva male), ma il fatto di relazionarsi con la signora che suonava il piano per i pazienti dell´ospedale sembra riaccendere in lui l´entusiasmo. La signora ha infatti riconosciuto il genio del pianoforte e ha deciso di ospitarlo a casa sua (non riesce però a contenere l´esuberanza di David e gli trova un´altra sistemazione).

Nel convitto David suona il piano 24 ore al giorno (o quasi) e alla fine il gestore, evidentemente stremato dall´impeto di David, gli chiude la serratura del pianoforte. E´ proprio grazie a questa difficoltà che David esce di casa e trova il ristorante dinnanzi al quale il film era iniziato.

Stavolta entra. E´ pieno di gente. Il gestore teme che i suoi clienti possano essere disturbati da David e oltre a pensare di buttarlo fuori dal locale lo deride. David parte alla grande con “Il volo del calabrone” di N. Rimsky – Korsakov!

Guardando la scena mi viene voglia di “suonare” il tavolino che ho davanti: le dita di David scorrono su qualcosa che sembra una parte di se stesso, come se in quel momento non ci fosse altre nella sua vita!

E´ un grande successo! Tutti restano meravigliati: David adesso ha un lavoro! La socialità, relazionarsi con la gente, sentire il calore di un abbraccio, tutte queste cose insieme compiono il miracolo! David alla riscossa! La rivincita dei matti da legare, che però, nel petto, hanno un cuore che batte!

Il fantasma del padre (o il padre stesso.. chissà) legge il giornale con l´articolo del figlio e va a trovarlo. David resta attonito: “sei molto fortunato David.. ripeti!” e David ripete “sono molto fortunato”. “Conosci la storia del mio violino?”, “no papà non la conosco.. non la conosco..”.

Ma poi David si volta e il padre-fantasma se n´è (finalmente) andato e tutti quanti tiriamo un sospiro di sollievo!

Arriva pure una moglie per David: conosce Lilian, l´astrologa, e se ne innamora “Mi sposi? Chiedilo alle stelle (se sono l´uomo giusto per te)”. Dal padre cattivo alla moglie sufficientemente buona! Ed è ancora l´amore che compie un nuovo miracolo: David trova il coraggio di tenere un concerto.

Riceve tutti gli applausi del mondo, sui quali può finalmente piangere le lacrime (di gioia) che per anni aveva dovuto reprimere a causa del folle regime paterno.

Il film finisce davanti alla tomba del padre di David. L´uomo stavolta non parlotta da solo, ma riflette della sua vita con l´incantevole moglie astrologa e filosofa: “(David) che cosa provi?” e lui “non provo niente..”. Ma nessuno oserebbe giudicare David adesso.

“C´è sempre un motivo” ci dice il padre della Psicoanalisi. Un motivo che probabilmente era piuttosto familiare anche al popolare Fabrizio De´ André, che in una delle sue bellissime canzoni toccò l´argomento con le parole “quando a mio padre si fermò il cuore.. non ho provato dolore”.

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Alessandro Gambugiati

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