Conscio Vs Subconscio
Il Cambiamento è un processo complesso che mette insieme il pensiero, logico e razionale, e le emozioni, inconsce e irrazionali.
Ogni ambito della nostra vita è un continuo, talvolta inconsapevole, ping pong tra questi e per effetto di essi talvolta superare attuare un cambiamento sembra un’impresa impossibile.
Per superare il conflitto tra Conscio e Subconscio, che intervengono nella vita quotidiana in maniera opposta, non è sufficiente avere consapevolezza dei differenti messaggi che ci arrivano da essi. Bisogna intervenire imparando il linguaggio del Subconscio e usarlo per attuare una vera e propria ristrutturazione, ponendo un limite alle sue ingerenze nella sua azione di antagonista del Conscio.
Paura ed evitamento del dolore: convinzioni autosabotanti
La nostra vita non è direttamente frutto del nostro volere, ma risente dell’azione del nostro subconscio che cerca di opporre resistenza al cambiamento innescando meccanismi di difesa per mantenere lo status quo
La nostra mente dice “sì”, mentre il nostro subconscio dice “no”.
La nostra parte cosciente vuole qualcosa (e lavora per ottenerla), ma il nostro subconscio la ‘boicotta’. Il conscio si muove verso il piacere, la gioia, l’amore, la pace. Il subconscio è, in via prioritaria, portato ad evitare il dolore e quindi si muove dettato dalle paure. Prima evitare la sofferenza, poi cercare il piacere. Per quanto vogliamo liberarci dallo stress, per quanto desideriamo liberarci dai nostri conflitti psichici e dai nostri problemi, dalle nostre ansie, preoccupazioni, insicurezze, paure, il nostro subconscio vuole tenerli, perché con essi, resta sempre in combattimento e quindi è attivo per difenderci.
Questo è vero in qualsiasi contesto della vita, da quello interiore, a quello relazionale, a quello lavorativo.
Per qualsiasi problema qualcosa dentro crea una convinzione boicottante che mette in discussione tutte le nostre migliori intenzioni: è l’azione del Subconscio.
Non sempre, siamo e possiamo essere consapevoli delle nostre convinzioni autosabotanti, le quali molto spesso sono ereditate dalla cultura di appartenenza e dalle relazioni familiari.
Ritrutturare il subconscio
Fortunatamente intervenire è possibile: identificando gli inibitori emozionali e le paure che ci muovono, è possibile identificare le nostre convinzioni sabotanti e soprattutto, le virtù e le convinzioni potenzianti atte a migliorare la nostra vita. Ma affinché esse sostituiscano quelle precedenti depotenzianti e rafforzate con anni ed anni di pratica e di conferme paradossali (il subconscio percepisce e crede solo a ciò che conosce), ovvero affinché si ristrutturi il subconscio, è necessario un percorso che utilizzi lo stesso linguaggio del subconscio e lo trasformi perché diventi funzionale e addirittura promotore di quel tanto agognato cambiamento.
Il Linguaggio del Subconscio
Le moderne teorie neuroscientifiche identificano nel Paleoencefalo la parte più arcaica del cervello, sede delle emozioni e di tutto quello che si trova sotto il livello di coscienza. È qui che agisce il Subconscio. A questo livello non è il linguaggio logico e concreto a dettare le regole, ma il linguaggio che per la razionalità non passa, un linguaggio suggestivo ed evocativo. Per linguaggio non si intende solo quello verbale, della parola detta, ma anche e soprattutto il linguaggio non verbale e paraverbale. La parola non deve contenere ragionamenti ma richiamare sensazioni ed emozioni forti e incisive.
Ristrutturare il Subconscio parlando il suo Linguaggio
Alla base di ogni indirizzo della Psicoterapia e della Psicanalisi c’è la Comunicazione. Seppur con le proprie peculiarità, non c’è orientamento che non intenda agire con un percorso, oltre che di consapevolezza, di ristrutturazione delle dinamiche disfunzionali perché si modifichino in comportamenti utili alla crescita dell’individuo.
Si agisce, ognuno con le proprie tecniche e pratiche, con un’attività comune: Ristrutturare il Subconscio. Come? Parlandogli, con il suo linguaggio