Il mestiere dell´analista e la funzione sociale della psicoanalisi, che alcuni vorrebbero in posizione di neutralità e altri di critica, una volta inseriti nel contesto storico-sociale appaiono in tutta la loro ambiguità politica e sociale. Pur aspirando a essere una disciplina scientifica e dunque extramorale, la psicoanalisi non solo non è estranea alle problematiche legate ai valori, ma ha anche espresso in certi periodi storici un nucleo di fede quasi religiosa nelle proprie specifiche capacità di trasformare il mondo. È ancora possibile e auspicabile pensare ed esercitare una psicoanalisi intesa come tecnica illuministica di liberazione tramite la conoscenza di sé, in un´etica di onestà e rispettando il diritto del paziente alla resistenza?