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Il soggetto di questa indagine sullo stress occupazionale-da me rappresentato come perito di parte- , è un caso recentissimo, per il quale impiego una complessa batteria di prove, mirando anche a valutare il rischio – ed a contenerlo-, relativo alla simulazione ed alla ´falsa positività´ dei risultati, per permetterci di arrivare in sede eventuale di giudizio con una documentazione che lasci poco spazio ai dubbi ed alla ..Controparte! Leggete quindi anche la ´Introduzione alla Relazione´, dove vengono affrontate tutte le tematiche inerenti alle difficoltà riferite. I reattivi da me impiegati sono lo Z test,l´Hand test, le Scale ASQ e CDQ, il CPI,il Mobtest ed il PNP-depistage di tendenze patologiche.

INTRODUZIONE ALLA RELAZIONE
 
Questa introduzione ha lo scopo di presentare e spiegare la metodologia che porta alla diagnosi psicologica di seguito prodotta. Queste righe vogliono illustrare brevemente la scelta dei test impiegati e la loro validità ai fini della conclusione a cui sono giunto. Reputo indispensabile,infatti, che tutti coloro interessati a quanto in questa sede riportato, siano il più possibile edotti sui procedimenti scientifici da me seguiti, procedimenti spesso discussi in Psicologia, talvolta non ben noti ai non addetti ai lavori. Nella Relazione, quindi non troverete dissertazioni speculative intorno alle condizioni dell’Esaminato, ma soltanto la verifica strettamente oggettiva delle sintomatologie psicologiche eventualmente presenti.
Inizierò   subito a spiegare la scelta dei test somministrati ( più avanti descritti nella Relazione vera e propria ), partendo da quelli ‘proiettivi’:
1)                   I test che individuano la struttura di personalità del soggetto esaminato, che ne rilevano le eventuali patologie di fondo, con un occhio anche agli effetti attuali da un punto di vista sintomatologico – sebbene in forma ‘minoritaria’ -, li ho colti nel Test di Rorschach e nello Zulliger test forma individuale. Posso vantare una discreta esperienza nella somministrazione e nella valutazione di queste prove, avendo esaminato circa 7,000 pazienti in oltre venti anni di applicazione, tutti in forma individuale ( i miei Colleghi sanno cosa significa ai fini della esperienza ), di età compresa tra i 15 ed i 70 anni ed oltre. Questi reattivi mi consentono di tracciare un adeguato profilo su ‘come sta’ il soggetto di fondo, per risaltarne la condizione ‘quo ante’ l’evento traumatico psicologico subìto. Ciò permette, con il confronto con le altre prove, di stabilire quel famoso nesso causale indispensabile per le valutazioni conclusive.
2)                   Tutto questo non serve, se non uniamo alla conoscenza di fondo del soggetto anche quella della sua ‘attuale’ condizione, per stabilire il differenziale – se esiste- tra come stava e come sta. I test proiettivi che impiego per questo studio sono 2, alternati: l’Hand test ed il Test di Scelta Alberi (TSA), nella versione ampliata da me prodotta nel 1994 ( troverete tutto nella Bibliografia allegata ).I reattivi in questione forniscono la descrizione delle condizioni psicologiche del periodo in cui ‘studiamo’ il paziente. Unita a quella spiegata precedentemente, ecco che già abbiamo un filmato più esauriente sul nesso causale così importante.
3)                   Per il rilevamento della conflittualità lavorativa e degli eventuali danni psicologici da questa derivati, ho costruito un test originale, il Mobtest, del quale avete una descrizione che comprende la sua validazione scientifica ( parliamo sempre di ‘scienza ‘ nei termini delle
 
 
Scienze Umane ) in allegato al Test. Tuttavia, per una ancor più stringente validità di quanto da questa prova ottenuto, ho deciso di affiancare al Mobtest tutta una serie di prove di ‘validità concorrente’, come spiegato nella parte ‘ Descrizione dei reattivi impiegati’: ho scelto tante prove già standardizzate e di conoscenza psicodiagnostica accertata, quante sono le Scale cliniche ottenute al Mobtest, con l’unica esclusione della Scala ‘ Conflittualità lavorativa ‘, che già possiede un coefficiente Alfa di Cronbach ( una essenziale misurazione psicometrica )   adeguatamente alto. Al soggetto,quindi, accanto alle prove già riferite, somministro il test CDQ IPAT per la misurazione della depressione, L’ASQ IPAT per l’ansia, le due Sottoscale AA e BE del California Psychological Inventory per il confronto rispettivamente delle Scale Autostima e Benessere lavorativo. Quest’ultima è risultata la più debole,nel Mobtest, come validità e dunque, la considero in forma minoritaria, anche questo spiegato nella descrizione dei test.
Con la somministrazione di questa batteria composta da ben 6 reattivi psicodiagnostici, credo francamente di poter pervenire ad una diagnosi conclusiva di adeguato valore conoscitivo delle condizioni del paziente e delle cause che hanno determinato la sua attuale condizione comportamentale.
 
 
IL PROBLEMA DELLA SIMULAZIONE O DELLA “POSITIVITA’ “ DEI RISULTATI
 
La questione della simulazione delle risposte ai test e/o della accentuazione del disagio del soggetto esaminato ( POSITIVITA’ PATOLOGICA), ricorre spesso nella elaborazione dei risultati prodotti. In particolar modo, in ambito medico-legale questa problematica assume importanza centrale ai fini della diagnosi ultima e della accettazione di questa dalle Parti in causa. Come già detto, il sottoscritto è particolarmente sensibile a tale argomento, essendo impegnato da oltre venti anni come esperto diagnosta nell’Ospedale Militare di Firenze. La batteria di test che usualmente impiego è congegnata per ridurre al minimo il rischio suddetto, con una serie di prove incrociate che assai difficilmente possono essere manipolate consapevolmente tutte insieme. Mi spiego. Innanzi tutto, i test proiettivi – due almeno, come già descritto -, rendono di per se stessi la vita ardua a chi tentasse di contraffare la propria condizione psicologica profonda. Se anche qualcuno venisse reso edotto sul come comportarsi per risultare ‘diverso’ – ovvero ‘positivo’, ma anche ‘negativo’ -, di fronte all’Esaminatore tali astuzie o decadono, o vengono neutralizzate facilmente, grazie alla atmosfera che si crea durante le prove e dalla esperienza dello psicologo (fondamentale), oltre che dalla verifica incrociata del comportamento posto in atto dal paziente con la coerenza di quanto emerge dai test. Accanto a quelle proiettive, aggiungo una serie di altre prove ad ‘autosomministrazione’ (anche questo spiegato in altra parte di questa Relazione), dotate ognuna di un controllo della coerenza delle risposte. Comprendete bene che, di fronte ad un totale di 6-7 test, le possibilità di simulazione o di esagerazione deliberata, si riducono quasi allo zero. Di più, ho recentemente aggiunto alla suddetta batteria, una ulteriore prova di verifica delle tendenze ‘psicopatiche’, ‘paranoiche’ e di ‘insincerità’, eventualmente presenti o amplificate dal soggetto esaminato – il PNP-depistage di tendenze patologiche-, per controllarne ancor più a fondo la onestà esecutiva, il tutto avendo come fine unico la migliore e più veritiera descrizione delle condizioni psicologiche del paziente.
Spero, dunque, che queste brevi note abbiano contribuito a rispondere il più possibile alle legittime domande che spesso vengono formulate a proposito della validità di una indagine psicodiagnostica –per lo meno per questa che segue, in particolare -, fornendo anche una lettura scientifica dei risultati ottenuti.
 
 
 
RELAZIONE PSICODIAGNOSTICA SU M S, DI ANNI 59
 
Anamnesi recente
 
Il soggetto accede al colloquio in atteggiamento lucido,orientato e partecipativo degli eventi che racconta. Il ragionier S ha lavorato sino a circa due anni fa alla Banca…, dal 1970, occupando varie mansioni, per giungere subito all’Ufficio Esteri dell’Istituto, nel 1972. Il soggetto ha trascorso gli anni della carriera lavorativa con soddisfazione professionale e morale, arrivando ad un importante incarico presso l’Ufficio di Rappresentanza della Banca a Francoforte, nel 19… Il paziente si è sempre distinto nello svolgimento delle proprie mansioni, ma, al rientro dalla Germania nel Settembre del ’96-, trova l’atmosfera lavorativa diversa: dal prestigioso incarico svolto, viene trasferito a mansioni di semplice segreteria, subendo un demansionamento di notevole entità. La nuova e peggiore condizione occupazionale determina uno stato di marcato disagio psicologico nel ragioniere, che inizia ad avvertire una sintomatologia di tipo psicosomatico, con la comparsa di cefalee, associate a sensazioni ansiose e depressive, con insicurezza e perdita di stimoli e slanci vitali. Accanto a questi segnali, si aggiunge uno stato di fobia per la guida della vettura, con attacchi di panico ad ogni tentativo di salire in macchina. Il paziente viene inviato da uno Specialista psichiatra, che instaura una terapia ad hoc, che il soggetto assume per circa un anno. La condizione di danno biologico persiste ininterrottamente per questi ultimi anni, fino a quando il soggetto viene collocato in pensione, nel Maggio del 20… A quel momento, ovviamente, la patologia subisce un freno, ma la situazione di malessere comportamentale patita così a lungo, lascia nel paziente una coda sintomatologica di notevole importanza diagnostica: attualmente egli esperisce una condizione di forte ritiro dalle relazioni interpersonali, si è chiuso in sé, ha cessato di interessarsi e partecipare attivamente alla vita delle Associazioni a cui era iscritto e, ultima –ma non minore- considerazione: le problematiche a cui è stato sottoposto il soggetto hanno dato una spinta definitiva all’evolversi in negativo della sua crisi matrimoniale, conducendo alla definitiva rottura del vincolo coniugale.
 
 
Per adeguatamente valutare la condizione attuale del paziente, ho somministrato una consona e congrua batteria di test psicodiagnostici, qui sotto brevemente descritti e sui quali vi invito a soffermarvi per ben comprendere i risultati raggiunti:
 
BREVE DESCRIZIONE DEI TEST PSICODIAGNOSTICI IMPIEGATI IN QUESTA SEDE
 
Zulliger test-forma individuale ( Z test ) : reattivo proiettivo di personalità, elaborato da H.Zulliger . Esso nasce dopo la prova di Rorschach ed è basato sugli stessi meccanismi proiettivi di risposta del soggetto. È composto da tre tavole con le ‘macchie’, ha come finalità lo studio degli aspetti di ‘tratto ‘ della personalità , in parte influenzati dalle esperienze più recenti dell’esaminato. La sua velocità di applicazione e di elaborazione –senza niente togliere alla precisione diagnostica -, lo rende una prova proiettiva assai importante ed utile .Lo scrivente ha prodotto un ‘Manuale pratico ‘ per il suo studio, utilizzato dai Laureati in Psicologia tirocinanti presso di lui al Reparto Neuro- Consultorio Psicologico dell ‘ Ospedale Militare di Firenze.
 
Hand test : si tratta di un test proiettivo che si è rivelato, nel tempo, una prova  assai indicativa della condizione di ‘stato’ psicologico presente nell’esaminato. E’ composto da 9 cartoncini con il disegno di una mano in una posizione diversa su ognuno di essi e da un cartoncino bianco. Al soggetto viene data la consegna di ‘ immaginare che azione ha compiuto o sta per compiere quella mano in quella posizione’, consentendo –secondo le regole elaborative della prova -, la proiezione della condizione più attuale del proprio stato d’animo. Per il cartoncino bianco viene data la consegna al soggetto di immaginare liberamente una mano che compia delle azioni, le prime che gli vengono in mente.Il test possiede un sistema di siglatura originale e consente la costruzione di una diagnosi relativa a come egli si percepisce inconsapevolmente nel periodo in corso.
 
Mobtest : è una prova ad auto-somministrazione da impiegarsi nello studio e nella diagnosi dello stress lavorativo in direzione di una condizione di ‘mobbing’. La prova – elaborata e standardizzata dallo scrivente , ved. ‘ allegato di lettura ‘-, consente una rapida definizione delle condizioni psicologiche del soggetto quali insorte dopo o durante il periodo nel quale si è trovato a subire una condizione di prolungato disagio lavorativo. Nella sua versione ‘ridotta’, consta di 103 affermazioni che, una volta scelte dal soggetto, vengono inserite nel software costruito in proposito e forniscono rapidamente il risultato finale.
 
CDQ IPAT : è la Scala per la misurazione della depressione dell’Insitute for Personality and Ability Testing, uno dei Centri di maggior valore e rigore scientifico nello studio degli aspetti psicologici della personalità. Questa edizione è del 1979 e possiede la revisione ed adattamento italiano. Consta di 40 affermazioni ad autosomministrazione, attraverso il cui esame si perviene alla definizione del grado di malessere depressivo eventualmente presente nell’esaminato. Lo scrivente ha elaborato un adattamento ed un ampliamento diagnostico della presente versione, per uso informatico: viene fornita una scala con lo studio della coerenza interna delle risposte del soggetto ( come mezzo per limitare sia le risposte casuali, sia una contraffazione della prova ), sia una differenziazione per ‘intervalli diagnostici’ a partire dalla deviazione standard originale.
 
ASQ IPAT : questionario ad autosomministrazione per la misurazione dell’ansia dell’ Insitute for Personality and Ability Testing. E’ composto da 40 affermazioni il cui esame conduce alla definizione del grado di ansia presente o meno nel soggetto esaminato. Viene qui utilizzata la versione italiana adattata, del 1979, elaborata ed ampliata dallo scrivente per uso informatico: è stata elaborata una verifica della coerenza delle risposte del soggetto ed una differenziazione per ‘intervalli diagnostici’, a partire dalla deviazione standard originale.
 
 
California Psychological Inventory – CPI : si tratta di uno dei più famosi questionari di personalità, affine all’MMPI, mirante a porre in evidenza la composizione del carattere, articolato in una serie di scale cliniche.In questa sede sono state scelte le Scale AA –autoaccetazione , e BE – benessere generale, che comprende anche l’atteggiamento verso il lavoro ed i propri interessi, da porre in relazione – come prove di validità concorrente-, con le Scale cliniche equivalenti del Mobtest. La Scala BE, tuttavia, possiede un minor grado di coerenza con l’equivalente del Mobtest e può anche risultare diversa ‘per eccesso’ negativo.
 
PNP-Depistage di tendenze patologiche: la prova è costituita da due parti, che concorrono a determinare il risultato finale costituito dalla diagnosi secondo tre aspetti: tendenze nevrotiche, tendenze paranoiche e tendenze psicopatiche. Il test è particolarmente utile nella disamina-se esistono-, delle tendenze paranoiche e psicopatiche che, sovente, vengono imputate ai soggetti che richiedono risarcimenti in ambito medico-legale. Il PNP consta di 83 affermazioni e di una parte di ‘associazioni verbali’, nella esecuzione della quale l’esaminato ha maggiori difficoltà a rispondere in modo ‘incoerente’ e, quindi, il risultato acquista maggiore evidenza probatoria.
 
 
 
PARTE I:
Analisi dei reattivi somministrati in relazione allo studio della personalità come ‘tratto’ e come ‘stato’ attuale.
 
Analisi dello Z test
 
Livello intellettivo,struttura dell’affettività e capacità relazionali:
Il soggetto evidenzia una struttura dell’intelligenza consona, con adeguate capacità sia elaborative,sia applicative ai problemi da risolvere. L’analisi del test pone in risalto un blocco del pensiero produttivo, da porre in relazione alla presenza di una condizione depressiva di origine reattiva gli eventi patiti, mancando qualsiasi riscontro di natura endogena,strutturale. L’affettività appare orientata verso una introversione maggioritaria, ma con tratti anche di extratensione che rendono il paziente facilitato verso i contatti relazionali, che si denotano anch’essi consoni e mantenuti con adattato equilibrio emotivo di fondo (cfr. valori sul foglio di spoglio allegato).
 
Presenza di segnali disadattivi o psicopatologici gravi:
Il test in questione non   ha evidenziato alcun segnale indicatore di una patologia della personalità strutturale o la presenza di una condizione disadattiva di fondo, tale da costituire uno stato preesistente all’attuale sintomatologia di malessere esperita dal soggetto. Il Serena,di contro, appare connotato da una forma depressiva con componenti ansiose, di origine reattiva.
Conclusioni diagnostiche:
Condizione ansioso-depressiva reattiva in personalità priva dei tratti psicopatologici strutturali.
 
Analisi dell’ Hand test:
Il test seguente,coerentemente evidenzia uno stato attuale dominato da sensazioni depressive di discreta entità, questa volta manifestantesi in un ritiro dagli interessi attivi,produttivi, come l’analisi della prova impone alla nostra attenzione.Il paziente proietta poi un vissuto attuale dove si estrinsecano sentimenti di passività, di richiesta di attenzione anche eccessiva, frutto dello stato di profondo disagio che colora il ragionier S, che, in tal modo, rivela un tentativo di difesa del proprio Io contro gli accessi di perdita di autostima conseguenti allo stato depressivo. Tale condizione la ritroveremo durante tutta la disamina delle prove somministrate, a dimostrazione della veridicità di quanto andiamo sostenendo e della onestà con la quale il soggetto ha affrontato questo laborioso esame psicodiagnostico. Ancora, notiamo come, complementare a tutto questo, l’esaminato evidenzi sentimenti opposti di desiderio di gradevoli contatti interpersonali ed una contemporanea maggiore spinta di tipo aggressivo, altro segnale della conflittualità scatenata con l’esperienza del disagio di cui stiamo trattando.
 
PARTE II:
Analisi comparata dei reattivi somministrati in relazione alla conflittualità lavorativa, alla sintomatologia associata ed alla coerenza dei risultati.
 
Analisi del Mobtest
 
Livello di coerenza delle risposte: ICA 86.67; ICO 92.86 Coerenza raggiunta
Risultati ottenuti alle Scale Cliniche:
Il soggetto evidenzia risultati indicatori di malessere a tutte le Scale del test. Accanto alla conflittualità lavorativa – che più avanti descriveremo in dettaglio-, compaiono i segnali di una complessiva condizione di gravi difficoltà psicologiche, con la presenza della sintomatologia ansioso-depressiva già emersa precedentemente. Osserviamo analiticamente i risultati per l’ansia, la depressione, la perdita di autostima e – segnale che aggrava ancor più la situazione esistenziale del paziente-, quanto concerne per la comparsa anche di quel ‘malessere lavorativo’ che segnala come l’esaminato sia giunto davvero ad un livello di disagio imponente: ‘A   questo stadio l’ansia assume i contorni   di   un disagio marcato sul piano comportamentale. Il malessere pervade l’esperienza del soggetto ed inizia a costituirsi come sintomo disadattivo di rilevante entità. L’adattamento appare più difficile da mantenere; i pensieri e le percezioni appaiono polarizzate sulle tematiche lavorative. I contatti relazionali – compresi quelli familiari -, subiscono un deterioramento significativo; i trasferimenti sul piano somatico si aggravano. Può essere necessaria una terapia specifica’; Il soggetto evidenzia una condizione di riduzione degli slanci vitali, che limitano le sue   spinte adattive. Emergono tematiche autoaccusatorie e sentimenti di colpa come risposte agli insuccessi lavorativi che il paziente addebita al suo comportamento. Difficoltà di contatto, disturbi neurovegetativi possono essere presenti’; A questo stadio il soggetto si percepisce svalutato nella sua integrità lavorativa e relazionale. Tematiche di incapacità ad affrontare e risolvere i problemi iniziano ad evidenziarsi sempre più   nella esperienza del soggetto, che tende ad incolparsi per la condizione di disagio lavorativo in cui si trova’ ; Il soggetto, insieme ad un disagio per la condizione che esperisce sul suo posto di lavoro – che può non coincidere con l’affezione che prova verso le sue mansioni o la sua professione-, inizia a sentirsi   distaccato anche da ciò che sino ad ora costituiva la fonte del suo benessere professionale. Questa condizione di perdita di interesse generalizzato per il proprio lavoro, compare in coincidenza ad uno stadio più avanzato della conflittualità aziendale , quando da più tempo il soggetto esperisce un marcato malessere   nel suo luogo di lavoro’.   Come osserviamo analiticamente, il paziente deriva dalla situazione lavorativa il quadro complessivo di un malessere che lo ostacola nel mantenimento di quella condizione di equilibrio comportamentale da lui posseduto in modo del tutto normale.Ma veniamo alla patologia lavorativa.
 
Patologia lavorativa in atto:
A questa Scala otteniamo la spiegazione delle difficoltà che esasperano il soggetto e che sono la causa dei suoi sintomi: ‘Il soggetto percepisce il proprio ambiente lavorativo come ostile, inizia a sentirsi emarginato, compaiono i primi sintomi di disadattamento. Sono associati ansia e sentimenti di tipo depressivo, ma permangono ampi spazi di miglioramento. Questo I stadio di conflittualità nasce in generale come prima risposta ad una condizione di disagio non troppo prolungato nel tempo ( fino a 12 mesi ). L’eventuale condizione di mobbing è ancora mantenuta nella sua fase iniziale’. Il ragionier Serena è fortunato! Nonostante tutto, le sue difese psichiche sono state in grado di arginare ancora con relativo successo il disagio che lo pervade in ambito lavorativo e, nonostante tutto ancora, la sua affezione verso l’Azienda continua a limitare i danni sul piano sintomatico, che potrebbero essere ben più consistenti di quelli già gravi emersi: una ulteriore dimostrazione – se ce ne fosse stato bisogno- , della onestà e coerenza con le quali il soggetto ha affrontato le prove.
 
 
Analisi della Scala CDQ-Depressione
 
Diagnosi ottenuta: ‘Depressione grave’
 
Coerenza delle risposte: 90.91%
 
Analisi della Scala ASQ-Ansia
 
Diagnosi ottenuta: ‘Condizione ansiosa di media intensità’
Coerenza delle risposte: 90%
 
Analisi delle Scale AA,BE del CPI:
Le due Scale prese in esame confermano i risultati correlati ottenuti al Mobtest, rilevando sia una perdita di autostima, sia un allontanamento dalle gratificazioni ottenute in ambito lavorativo:
Scala AA : Metodico, conservatore, fidato, convenzionale, amante delle comodità e tranquillità, che svaluta se stesso, ed è incline a sentimenti di colpa ed a biasimarsi; che è passivo nell’azione ed ha interessi ristretti
Scala BE : Senza ambizioni, se la prende comoda, impacciato, cauto, apatico e convenzionale. E’ visto come persona che sta sulla difensiva ed è portato a scusarsi; è inibito nel pensiero e nell’azione; senso di scoraggiamento.
 
 
Rapporto delle Scale CDQ,ASQ e CPI con i risultati al Mobtest:
Come osservato dai test svolti, il rapporto in questione è tale da convalidare tutto l’insieme dei risultati ottenuti. 
 
Analisi del PNP:
Il test descrive il soggetto come individuo privo di tendenze alla esagerazione delle proprie conflittualità, privo di strutture paranoidee e psicopatiche. Abbiamo un lievissimo ingresso nelle tendenze nevrotiche, ma il punteggio ivi realizzato è di scarso significato prognostico, dato tutto l’insieme dei punteggi.
 
 
CONCLUSIONI DIAGNOSTICHE FINALI
In virtù di quanto ottenuto dopo la somministrazione dei test descritti, possiamo concludere come segue:
il ragionier M S è connotato da una condizione ansioso-depressiva reattiva, con risvolti sul piano somatico della conflittualità, con riduzione della capacità relazionali ed adattive, con perdita della propria autostima ed autoaccettazione. Tale stato complessivo, con la sintomatologia ad esso associata, è frutto della pesante situazione di stress occupazionale derivata dai fatti descritti all’inizio e giungiamo a questa conclusione dopo l’attenta analisi della cospicua batteria di test somministrata, che non lascia ombra di dubbio sulla veridicità di quanto ottenuto. Abbiamo anche visto come il soggetto non sia viziato di fonda da strutture caratterologiche ascrivibili a tratti di asocialità, paranoici od altro. Accanto al danno biologico, forse ancora di più grave entità e risonanza, ai fini dell’adattamento e della vita quotidiana, appare il concomitante danno esistenziale, per il quale il paziente ha subìto la interruzione del rapporto coniugale, una complessiva riduzione della qualità della vita, uno scadimento nei suoi rapporti relazionali e la perdita della sua integrità morale e lavorativa. In virtù di tutto quanto constatato, possiamo dirigerci verso la diagnosi di ‘disturbo post traumatico da stress lavorativo, con la presenza di una marcata condizione depressiva ed ansiosa, con trasferimenti sul piano somatico’, in accordo a quanto disposto dal DSM IV. La situazione descritta è di tale importanza, che il ragionier S impiegherà tempo ed energie notevoli per ristabilire almeno un livello accettabile di benessere comportamentale, sostenuto anche da adeguate terapie farmacologiche e, comunque, oltre al danno temporaneo si può prevedere un danno da menomazione psichica del 15%, come la letteratura specialistica indica.

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Giuseppe Castellani

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