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Mente

Il Popolo ha bisogno della sua Voce: “The King's Speech”

Con la collaborazione di Giuliana Drago
Trionfando nelle categorie più importanti, ha sbaragliato qualsiasi concorrente e l’undici maggio 2011 l’atteso DVD sarà già in vendita.
Lunga vita a Tom Hooper, che, nel trasmettere tutta l’insicurezza di un personaggio, il Duca di York, ha creato una coinvolgente e forte empatia con lo spettatore; “ritratto storico e ritratto personale sono mirabilmente integrati l’uno nell’altro” (cinemaleo, 29/01/2011), anche con il contributo di The King’s Speech: Original Motion Picture Soundtrack, la trascinante colonna sonora di Alexandre Desplat.
Il discorso del re”, il grande successo nelle sale cinematografiche italiane dal 28/01/2011, “con un incasso in tutto il mondo di 384.331.536 dollari” (Wikipedia), “è basato su un impianto narrativo solido e su attori di mestiere che rendono affascinanti le vicende della monarchia britannica tra snobismo, maliconia e rigore” (entespettacolo, 28/01/2011); la trama, incentrata sull’incredibile storia vera di Re Giorgio VI, è stata premiata con 7 candidature ai Golden Globe 2011, di cui una al miglior attore in un film drammatico, il protagonista Colin Firth, nonché 4 premi Oscar su 12 candidature come miglior film, migliore regia, migliore attore protagonista e migliore sceneggiatura originale.
“La Macrostoria entra nella microstoria, gli aspetti più prettamente profilmici la rappresentano e consentono di introiettare messaggi di ampio spessore” (Matilde Perriera, Lo Specchio, Psicolab, 30/3/2010). La pellicola, “che ci svela l’umanità del personaggio” (effettonotte2000, intervista a Colin Firth, 12/01/2011), mette agli occhi del pubblico l’attenta sceneggiatura di David Seidler e un’impeccabile malinconia che sembra erompere da ogni scena; “è un piccolo ma grande film, piccolo perché fa a meno di tutto quanto, oggi, va per la maggiore, effetti speciali, scenografie spettacolari, ritmo schizofrenico… grande non solo per la curatissima ricostruzione d’epoca, ma, soprattutto, perché ci regala una regia, una sceneggiatura, un cast da plauso incondizionato” (cinemaleo, ibidem). Alberto, afflitto da una forma debilitante di balbuzie, “che gli aliena la considerazione del padre, il favore della corte e l’affetto del popolo inglese” (Marzia Gandolfi, my-movies, 12/01/2011), nonostante abbia provato in passato diverse cure e consultato parecchi logopedisti, a causa del suo evidente problema, ha paura della sua ombra e gli viene difficile parlare in pubblico, “dentro i microfoni della radio, medium di successo degli anni Trenta” (Marzia Gandolfi, ibidem).
Nel 1925, di fronte all’imbarazzo e l’ilarità delle migliaia di sudditi presenti al suo discorso di chiusura all’Empire Exhibition allo stadio di Wembley di Londra, decide di rinunciare a eventuali eventi pubblici futuri; Elisabetta, la futura Regina Madre, rendendosi conto del fatto che il Paese, sull’orlo della II Guerra Mondiale, ha disperatamente bisognoso di una guida e che serve un re dietro il quale schierarsi, organizza al marito un incontro con Lionel Logue. L’eccentrico logopedista australiano, considerato uno dei migliori terapeuti per chi ha problemi di linguaggio, convinto che sia sua la partita e suo il campo, stabilisce, sin dal primo incontro con Helena Bonham Carter, delle regole ben precise, non ortodosse e controverse, tra le quali la totale uguaglianza al riparo della sua sala di consultazione e l’opportunità di chiamare il Principe Bertie, pseudonimo che solo la famiglia reale utilizza, senza dover ricorrere alle etichette formali.
Passato il primo momento di diffidenza del futuro re, bombardato dal terapeuta singolare che ne esaspera l’impotenza sconfortante e sollecitato dalla fedele e devota moglie, i due, in una sorta di “patto terapeutico” (www.psicologiasistemica.net), trovano il “la” per un rapporto duraturo e costruttivo che durerà fino alla morte di entrambi, dimostrando che “nella vita ci sono giorni pieni di vento, di rabbia, di pioggia, di dolore, di lacrime, ma poi ne sorgono altri che danno il coraggio di andare avanti per tutti gli altri giorni” (Romano Battaglia, Aforismi, n. Versilia, Marina di Pietrasanta, 1933). Geoffrey Rush, “mescolando aspetti rieducativi di tipo meccanico e aspetti di tipo psicologico, con un’assunzione di responsabilità anche da parte del cliente”  (www.psicologiasistemica.net), lavora sul rilassamento dei muscoli e sul controllo del respiro del sovrano, gli propone vari esercizi, gli chiede di leggere ad alta voce il passaggio “Essere o non essere” dell’Amleto (Shakespeare, Amleto, 1600-1602) dopo avergli fatto indossare delle cuffie con musica assordante, lo spinge a fumare di meno, a sconfiggere i suoi fantasmi interiori, a ritrovare “il pacchetto della propria unicità” (Matilde Perriera, Come tu mi Vuoi, il “pacchetto” della propria Unicità, Psicolab, 01/6/2010), a ricercare “messaggi non verbali molto più eloquenti di un lungo discorso ampollosamente strutturato” (Clizia Sardo, Il Processo di Identificazione negli Adolescenti, Psicolab, 01/9/2010), cercando di “uscire dal Tunnel” (Matilde Perriera, Borderline: Uscire dal Tunnel, Psicolab, 17/02/2011), di trovare le radici del problema sin dai primi ricordi dell’infanzia, quelle faccende personali che Colin Firth tiene strette dentro di sé, “lasciando intendere che la raccolta di dati anamnestici cominci con un interesse per le questioni emotive perché, per diventare Re, bisogna conoscere il mondo reale” (www.psicologiasistemica.net).
Dopo la morte del padre Giorgio V, il trono spetterebbe a Edoardo VIII; Guy Pearce, invece, al bivio tra assumere il delicato ruolo di capo della Chiesa nel Regno Unito e sposare un’americana divorziata, sceglie l’amore, resterà con Wallis Simpson e lascerà la corona al fratello Alberto, che diviene Re Giorgio VI e sarà padre della Regina Elisabetta II d’Inghilterra. Il Duca di York, intanto, temendo i diversi oneri, incontri e colloqui che nel nuovo ruolo dovrebbe sostenere, s’infastidisce per l’incondizionata fiducia che Logue, salutandolo già come Nuovo Re, nutre nelle sue potenzialità e tronca il rapporto; quando, però, l’intuito di Geoffrey Rush si concretizza, gli lancia un sollecito SOS … Il suo pianto sommerso e silenzioso è stato, insomma, “come le acque profonde del mare, che sgorgano in silenzio da luoghi sconosciuti e rivelano l’esistenza di sentimenti ignorati” (Romano Battaglia, cfr). Si organizzano i preparativi per l’incoronazione all’Abbazia di Westminster, tutto sembra procedere secondo le migliori prospettive, ma l’arcivescovo Cosmo Lang, spinto dalla “meretrice che mai da l’ospizio di Cesare non torse li occhi putti, morte comune e de le corti vizio (Dante, Inf. XIII, vv. 64-66), non gradendo la presenza del logopedista, per allontanarlo da Bertie, cerca di infangarne la figura; scopre, in effetti, che Logue non è un medico, nè ha conseguito lauree o specializzazioni, egli è, semplicemente, un attore fallito con molta esperienza nel settore maturata aiutando i soldati tornati dal fronte a riacquistare la proprietà di linguaggio dopo le tragedie alle quali avevano assistito.
Colin Firth rimane ugualmente fedele a chi ha creduto in lui, a chi, attraverso lo scandaglio di “contenuti manifesti e contenuti latenti” (Francesca Lecce, Sigmund Freud e la Psicologia del Profondo, Psicolab, 24/11/2006), gli ha insegnato a realizzare la propria autostima e gli ha dato le ali per volare; al momento della dichiarazione di guerra alla Germania del 1939, addirittura, lo convoca a Buckingham Palace per preparare il primo discorso in tempo di guerra da trasmettere via radio alla Nazione e al mondo contro la propaganda nazista di Hitler … Soltanto un vero amico avrebbe potuto aiutarlo a vincere l’emozione di dover parlare alla popolazione intera, a calmarlo, “a riprendere il controllo della propria vita … a vincere prima la guerra con le parole e poi quella con le potenze dell’Asse” (Marzia Gandolfi, ibidem) … e, comunque sarebbe andata, non avrebbe saputo come ringraziarlo. Con Lionel a fianco durante la lettura, con i noti gesti ritmici e lo sguardo rassicurante, è riuscito a farcela, a mettere in pratica le tecniche imparate, a non subire la paura, “a trovare la corretta fonazione dentro il suo discorso più bello, a guidare la sua nazione contro la Germania nazista” (Marzia Gandolfi, ibidem), a rassicurare i sudditi, a dimostrare loro che, finalmente, il popolo ha trovato la voce di cui aveva bisogno, nonostante il motivo di tale intervento sia stato generato dall’imminente entrata in guerra e dalla necessità di chiamare a raccolta i sacrifici di tutti.
Alberto ha capito, finalmente, che “non è possibile preconizzare una piena realizzazione di sé puramente individuale se essa non si traduce prima in apertura e prossimità con le persone più vicine” (Matilde Perriera, La Solitudine del Mondo Giovanile, Psicolab, 03/11/2010), che tutti, per natura, sono vincolati da un rapporto di reciproco sostegno, così come le pietre che costituiscono una volta. La società è, infatti, alquanto simile “fornicationi lapidum”, a una trincea fortificata, pronta a crollare se non puntellata adeguatamente” (Matilde Perriera, Dal quod fuit all’hic et nunc: Seneca, una Scintilla sempre accesa, Psicolab). Bertie, così, ha permesso agli spettatori di recepire l’assioma secondo cui “unirsi è un inizio. Mantenersi uniti è un progresso … Bisogna lavorare insieme, mai demordere, ricercare sempre l’isola di opportunità all’interno di ogni difficoltà” (Matilde Perriera, La Madonin brilla di nuova Luce,ibidem), combattere un principio che, se dovesse prevalere, sarebbe fatale per ogni ordine civile nel mondo … tale principio, spogliato di ogni travestimento, è sicuramente la mera primitiva dottrina che la ragione è del più forte … “Solo con le mani strette si potrà costruire e l’edificio sarà stabile e solido, pronto a resistere alle scosse sismiche più devastanti” (Matilde Perriera, Si riderà della leggenda nera, Psicolab, 04/5/2010). Il nuovo sovrano si è, poi, affacciato al balcone del palazzo reale con la sua famiglia, salutando le migliaia di persone riunitesi per applaudire il suo discorso incoraggiante … Il pazzo Re Giorgio il balbuziente ha avuto fiducia totale in Lionel Logue, il grande Lionel Logue, e ha vinto, un uomo qualunque lo ha aiutato a ritrovare il coraggio …

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Matilde Perriera