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Persistenza dei MOI nell'Attaccamento

Per quanto riguarda lo sviluppo dei MOI, Bowlby fa riferimento alla teoria dello sviluppo senso-motorio di Piaget ed ai relativi processi di assimilazione (secondo il quale gli schemi comportamentali del bambino, inizialmente “vuoti”, necessitano dell´ambiente come nutrimento) e di accomodamento (che entra in gioco nel momento in cui il bambino fa degli sforzi per applicare lo schema) descritti dall´autore. Attraverso le interazioni con l´ambiente, infatti, il bambino sviluppa una serie di schemi, all´interno dei quali possono essere incorporate esperienze; allo stesso tempo, gli schemi possono continuamente essere ridefiniti ed accomodati sulla base dei cambiamenti della realtà esterna, tra cui l´ambiente relazionale con la figura di attaccamento che muta col mutare dello sviluppo del bambino. Bowlby riteneva che nel corso dello sviluppo senso-motorio il bambino comprenda le relazioni nel contesto delle ripetute interazioni con le figure di accudimento. Secondo Bowlby, tali forme embrionali di rappresentazione di sé-con-l´altro mettono in grado il bambino di riconoscere gli schemi transazionali e quindi anticipare cosa la figura di attaccamento molto probabilmente farà. Con lo sviluppo della memoria rievocativa, essendo il bambino adesso in grado di capire che gli oggetti, genitori compresi, continuano ad esistere anche al di fuori del campo visivo, i modelli operativi cominciano a diventare intenzionali e possono cominciare ad essere usati per creare e valutare semplici piani di attaccamento, ad esempio cercare una figura di attaccamento.
Nei primi anni di vita, dunque, i MOI sono relativamente aperti al cambiamento, in relazione al mutare della qualità dell´interazione con le figure di accudimento, ma nonostante le necessità di cambiamento, i MOI non possono neppure rimanere in una condizione continuamente fluttuante e già nel corso dell´infanzia cominciano a solidificarsi, fino a venir dati così per scontati che arrivano ad operare a livello inconscio, fino dunque a diventare tendenzialmente caratteristiche della personalità del soggetto, più che della relazione, così da rendersi disponibili nell´adolescenza e in età adulta come gamma di modelli gerarchicamente organizzati e riferiti a differenti aspetti della realtà.

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Francesco Albanese