E’ ancora possibile la poesia dinanzi alla povertà, alla pedofilia, alla disoccupazione, alle guerre che seminano morte, che originano dolore, colpiscono innocenti e indifesi? Gli intellettuali hanno ancora in mano lo strumento per esprimere, nelle forme a loro congeniali, i sentimenti che le crisi generano e le parole catartiche che alleviano dalle afflizioni?
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