Abstract
La PNL di terza generazione opera evidenziando l’equilibrio strategico ed il bilanciamento nell’interazione tra le tre menti: la mente “cognitiva” tipicamente localizzata nel cervello, la mente “somatica” centrata sul corpo e la “mente campo” (“field” mind) derivante dalla nostra “interconnessione” e relazioni ed interazioni con altri sistemi.
In un contesto come quello attuale, diventa strategico l’approfondimento di quella che la PNL definisce “mente” campo, ovvero l’espansione individuale attraverso le ramificazioni relazionali.
Un team generativo è un gruppo che si espande e prospera per mezzo ed attraverso le visioni individuali (intervisions) che convergono e le capacità e passioni dei suoi componenti. E’ strutturato in modo tale che c’è un ritorno positivo (a positive feedback loop) tra la crescita dei singoli che ne fanno parte e la crescita del gruppo stesso (Dilts R., 2008).
Un’altra interessante metafora è stata proposta da Russel: l’incremento della densità della popolazione a livello globale, gli sviluppi nelle tecnologie delle comunicazioni hanno prodotto una situazione in cui gli esseri umani hanno il potenziale di raggiungere un più alto livello di integrazione e di agire come una sorta di sistema nervoso (o cervello) planetario (le persone rappresenterebbero una sorta di neuroni ed i cellulari, radio, tv ed internet le connessioni sinaptiche), diventa quindi possibile raggiungere un nuovo livello di coscienza collettiva.
Mente Collettiva e Lavoro in Team
Sempre maggior importanza nella vita professionale contemporanea assume il lavoro con altri in gruppi e team.
Taluni distinguono il significato di gruppo da quello di team (o squadra). Il primo solitamente si riferisce ad un insieme di persone che, rispetto al secondo, non ha necessariamente obiettivi specifici, e può avere dei livelli di interrelazioni interne limitati.
In un team sano l’ego individuale è asservito al team, ma senza rinuncia al suo naturale sviluppo. Infatti, quando non c’è ego – riferito agli individui – (ovvero non c’è ambizione, non c’è spinta, non c’è interesse), non può esservi creatività, innovazione, spinta e ricchezza come risultato del team.
Vi è una naturale tensione tra l’interesse dell’individuo e quello che serve per il bene della collettività, del team; l’aspetto cruciale è il raggiungimento di questo equilibrio, in tensione appunto.
Inoltre, nel gruppo (e quindi nel team) ci sono anche aspetti di negatività o criticità. E’ naturale, anzi è umano. E’ importante che tali aspetti non diventino il focus. Devono essere gestiti.
Per quanto eterogenei e per quanto piacciano, o meno, i reciproci stili di vita dei componenti del gruppo, i caratteri, le intelligenze, ecc…, per il fatto di far parte di un gruppo, ciò li rende in possesso di una sorta di mente collettiva che fa loro sentire, pensare ed agire in modo diverso rispetto al loro sentire, pensare ed agire, in uno stato di isolamento.
Ci sono certe idee e sentimenti che non vengono ad esistere o non si trasformano in azioni se non quando degli individui formano un gruppo.
Thomas Jefferson ha evidenziato il valore aggiunto dell’economia delle idee: se due persone si scambiano un dollaro, alla fine avranno ciascuna un dollaro; mentre se due (o più) persone si scambiano un’idea, poi ognuno avrà almeno due idee (forse tre, o più ancora…)
La scoperta dei neuroni specchio, conferma che si può anche comunicare o si può apprendere in un certo senso quasi per “osmosi”; ovvero stando con altra persona e guardandola ad esempio, si può recepire lo stato d’animo altrui ed indirettamente intercomunicare. (Questa del resto non è prerogativa umana e tra gli umani è accentuata nei bambini). Ogni inserimento in un gruppo diviene quindi una forma di apprendimento di per sé.
Un’altra interessante metafora è stata proposta da Russel: l’incremento della densità della popolazione a livello globale, gli sviluppi nelle tecnologie delle comunicazioni hanno prodotto una situazione in cui gli esseri umani hanno il potenziale di raggiungere un più alto livello di integrazione e di agire come una sorta di sistema nervoso (o cervello) planetario (le persone rappresenterebbero una sorta di neuroni ed i cellulari, radio, tv ed internet le connessioni sinaptiche), diventa quindi possibile raggiungere un nuovo livello di coscienza collettiva.
Anche Gregory Bateson ha enunciato che vi è una mente più vasta per la quale la mente individuale è solo un sotto-sistema, e può essere rappresentata dal sistema sociale interconnesso (Bateson G., 1972).
Tra le diverse discipline, anche la Pnl si è occupata di gruppi e di team, anche attraverso il lavoro di Robert Dilts.
Le applicazioni di PNL di terza generazione possono essere considerate generative, sistemiche e focalizzate su questioni di alto livello (quali la vision, la mission). L’enfasi è posta sui cambiamenti sistemici, applicabili allo sviluppo organizzativo e culturale sia degli individui sia dei team.
La PNL di terza generazione opera evidenziando l’equilibrio strategico ed il bilanciamento nell’interazione tra le tre menti: la mente “cognitiva” tipicamente localizzata nel cervello, la mente “somatica” centrata sul corpo e la “mente campo” (“field” mind) derivante dalla nostra “interconnessione” e relazioni ed interazioni con altri sistemi.
In un contesto come quello attuale, diventa strategico l’approfondimento di quella che la PNL definisce “mente” campo, ovvero l’espansione individuale attraverso le ramificazioni relazionali.
Ritornando al contesto dei team, è interessante il concetto sviluppato da Dilts, ovvero il concetto di collaborazione generativa.
La collaborazione generativa richiede un effettivo lavoro di sviluppo del team: lo sviluppo si enfatizza seguendo due vie: a) incoraggiando (o rafforzando) le relazioni e b) definendo compiti e competenze (e comunque condividendo le responsabilità) e le azioni necessarie al raggiungimento dei compiti.
La collaborazione generativa afferisce a persone che lavorano assieme, in squadra, e creano qualcosa di nuovo, sorprendente ed al di sopra rispetto alle capacità dei singoli. Attraverso la collaborazione generativa, gli individui utilizzano le loro abilità appieno e scoprono ed applicano risorse che non sapevano di avere. Fanno emergere nuove idee e risorse, reciprocamente. Il risultato è molto più performante rispetto al lavoro individuale ed alla somma dei lavori dei singoli.
Un team generativo è un gruppo che si espande e prospera per mezzo ed attraverso le visioni individuali (intervisions) che convergono e le capacità e passioni dei suoi componenti. E’ strutturato in modo tale che c’è un ritorno positivo (a positive feedback loop) tra la crescita dei singoli che ne fanno parte e la crescita del gruppo stesso (Dilts R., 2008).
In tale contesto, si crea una spirale evolutiva che coinvolge sia lo sviluppo dei singoli, sia lo sviluppo del team, portando a risultati degni di nota.