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Scuola

L’integrazione Scolastica e Sociale dei Diversamente Abili

Il diritto all’istruzione e all’integrazione scolastica e sociale per gli individui in situazione di handicap è oggi, in Italia e nella nostra realtà locale, ancora in fase di realizzazione. La concreta attuazione di questo diritto, infatti, è stata avviata a partire dalla fine degli anni Sessanta, sia attraverso adeguati interventi di natura didattica, sia sulla base di una illuminata legislazione che è intervenuta a favore dell’inserimento lavorativo dei diversamente abili.
La situazione reale come si presenta oggi?
Tanti anni di riflessione e di esperienza cosa hanno portato?
Vario e ricco è stato l’iter legislativo relativo all’inserimento nella scuola, nel mondo del lavoro e nella società dei soggetti diversamente abili, dalla legge n. 482/68, la legge n.517/77, alla legge n. 104 del 1992, che consolidò le politiche relative al settore della disabilità; poco si è fatto, a mio avviso, dal punto di vista dell’individuo visto come persona e poche volte si è guardato al percorso scolastico e sociale come “progetto di vita”, che va al di là delle leggi, dei benefici fiscali e dell’apprendimento (seppure importanti).
La scuola infatti con la sua autonomia può essere il luogo nel quale si possono fare passi da gigante nei confronti dell’inserimento degli individui in situazione di handicap o meglio della loro integrazione.
Nonostante gli strumenti forniti dalla legge, l’integrazione dei bambini diversamente abili presenta ancora oggi notevoli problemi , sia per l’esistenza nelle scuole e nella società di invalicabili barriere architettoniche, sia perché non sempre gli altri bambini e soprattutto le loro famiglie, gli insegnanti e il personale della scuola in cui vivono hanno raggiunto la maturità adeguata che consente di accettare la persona in difficoltà.
Ed ancora, spesso gli enti locali, le A.S.L. non forniscono i sussidi e gli strumenti necessari per consentire l’integrazione di tali soggetti.
In questo quadro a volte disastroso l’unico elemento che può determinare un miglioramento, evitando che l’auspicata integrazione scolastica si trasformi in emarginazione dentro la scuola, è la professionalità dell’insegnante di sostegno.
Infatti questo lavoro non può essere improvvisato ed affidato al caso, altrimenti potrebbe rivelarsi talmente frustrante per l’insegnante e per l’allievo da vederli soccombere, schiacciati dagli insuccessi accumulati giorno dopo giorno. Al contrario, l’insegnante specializzato, deve spendere ogni giorno le proprie competenze sfruttando abilmente ogni possibile situazione per consentire al bambino di poter crescere, stimolato dalla presenza dei coetanei e dalla loro amicizia, dagli interventi sapienti messi a punto ogni giorno per lui, con professionalità, preparazione scientifica, ma soprattutto creatività.
E’ doveroso, oggi che gli alunni in situazione di handicap non siano più istituzionalizzati, che l’esperienza scolastica vissuta da questi bambini sia positiva sotto tutti gli aspetti e che permetta loro di raggiungere per quanto possibile il massimo della istruzione, della maturazione, dell’educazione e soprattutto della integrazione, considerando per ciascun bambino i limiti imposti dall’handicap di cui è portatore.

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Maria Grazia Mecca

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