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Salute

L’Attività Fisica come Strumento di Equilibrio

Secondo il modello originariamente formulato in: “ La costruzione della realtà”, l’esperienza è il frutto dell’interazione dinamica tra due sottosistemi connessi nell’ambito del sistema psicologico, sottosistemi che vengono universalmente indicati come “organismo” ed “ambiente”. In altri termini, il sistema psicologico è un sistema dinamico, composto da due sottosistemi in interazione che vengono convenzionalmente individuati come “soggetto” ed “oggetto”, sebbene nell’interazione sociale le due denominazioni possano essere indifferentemente scambiate tra i due sottosistemi. In questo modo l’esperienza psichica, che è il vero oggetto di indagine della Psicologia, può essere ridefinita eliminando la contrapposizione tra un soggetto che esperisce ed un oggetto che è esperito.
In questo modello basato sull’interazione dinamica tra l’individuo ed il suo ambiente, la concezione piagetiana del “comportamento come adattamento” acquista una nuova valenza, dal momento che ogni comportamento, come manifestazione esterna di una esperienza interiore, tende al recupero dell’equilibrio con un ambiente che, a sua volta, è parte attiva nella relazione dinamica e tende esso stesso al mantenimento, o al recupero, dell’equilibrio intrasistemico.
D’altro canto, l’ambiente è ben lungi dall’essere quella “realtà oggettiva” che il senso comune normalmente intende, dal momento che l’unico ambiente che l’individuo conosce è quello della sua rappresentazione mentale. In questo senso, nel momento in cui il neonato riconosce la madre come altro da sé e l’Io si costituisce a partire dal tu, il problema dell’equilibrio organismo-ambiente si qualifica come il problema dell’interazione sociale.
L’interazione sociale rappresenta un problema in quanto le categorie cognitive non garantiscono l’oggettività del sapere che si costituisce come modalità strutturata dell’esperienza individuale. Pertanto, secondo questo modello, se i due sottosistemi in interazione, l’individuo ed il suo interlocutore, non arrivano a ristabilire l’equilibrio relazionale, ricercato a livello affettivo dalle due parti, ci può essere un bellissimo discorso in perfetto linguaggio scientifico, ma non c’è comunicazione e non c’è comprensione.
Il modello presentato toglie, dunque, al sistema cognitivo umano la sua centralità, non solo per l’impossibilità di raggiungere la realtà oggettiva, ma anche perchè ciascun individuo presenta, in quel momento e per quel tipo di squilibrio, conformemente alle modalità della sua esperienza, una modalità unica di recuperare l’equilibrio con l’ambiente. In questo quadro non ha più alcun senso parlare di abilità “diverse”, essendo diverse da individuo a individuo le abilità di ciascuno.
La peculiarità del processo continuo per cui ciascun individuo tende al recupero dell’equilibrio intrasistemico nella maniera che per lui è più economica si basa sul sistema di costanza dell’Io. Tale sistema, come insieme di autocategorizzazioni ed autovalutazioni relative alle proprie capacità di trattare con il flusso delle stimolazioni ambientali, si va costituendo congiuntamente all’identità personale e funziona come un economizzatore a più livelli, salvaguardando contemporaneamente la costanza del sistema cognitivo ed affettivo individuale. Il sistema di costanza dell’Io, determinato dall’esperienza passata del soggetto a livello biofisiologico e psicoculturale, fonda il livello di aspirazioni dell’Io e funziona come probabilità nei riguardi dell’azione.
La sintetica esposizione di questo modello ci permette di cogliere due ordini di conseguenze rilevanti, rispetto alla tematica dello sport.
Innanzitutto, la pratica sportiva è destinata a migliorare la costanza dell’Io a livello biofisiologico (il miglioramento delle prestazioni conseguenti all’esercizio traducendosi in un miglioramento dello schema corporeo) ed a livello psicoculturale (grazie all’aumentata gamma di prestazioni ed interazioni che si traduce in atteggiamenti più positivi nelle dinamiche interazionali).
In un contesto psicologico più generale, la ricerca più recente sui fondamenti neuro-pcicologici del comportamento cognitivo dimostra che la plasticità neuronale consente di incrementare e/o compensare con modalità differenti quelle che sono comunemente ritenute le “massime” capacità cognitive dell’individuo cosiddetto “normale”.
Ma poiché la norma è solo un concetto statistico ed una statistica dell’esperienza soggettiva non può essere realizzata, diventa molto difficile parlare di esperienza normale. Si deve dunque concludere che, grazie alla plasticità neuronale, la pratica sportiva consente a qualsiasi sistema cognitivo nella sua peculiarità di ottimizzare le dinamiche interattive di riequilibramento del sistema organismo-ambiente, sia nell’individuo sano, che in quello cosiddetto “malato”.
Infatti, gli effetti a lungo termine della malattia ipocinetica non sono ancora conosciuti a fondo, ma alcuni dati sembrano indicare l’esistenza di un significativo deterioramento delle capacità motorie in molti bambini. L’aumento dell’obesità tra i giovani da una ricerca effettuata ha potuto riscontrare il 25% della popolazione infantile è obesa con un incremento del 20% rispetto allo precedente decennio. È stata provata l’esistenza di proporzionalità diretta tra percentuale di massa grassa e tempo trascorso davanti alla televisione o ai video-games e PC. I bambini obesi mostrano una ridotta funzionalità cardiorespiratoria da sforzo anche eliminando gli effetti del sovrappeso corporeo (riferendo cioè i valori alla sola massa magra). Il sovrappeso corporeo è apparso collegato con un aumento significativo del rischio di coronaropatia precoce, un tema del quale ormai si stanno occupando numerosi gruppi di ricercatori.
Le attività motorie, sembrano influenzare positivamente nel bambino e giovane obeso anche il controllo nervoso autonomo del cuore riducendo il livello di attività simpatica.
In questa realtà, ci appare indispensabile sottolineare il ruolo riservato alle Scienze motorie e sportive, una scienza che nel nostro Paese ha ormai da un po’ di anni una vera e propria facoltà universitaria e può contare di veri e propri professionisti del movimento – chinesiologi – con centri fitness e strutture di riferimento. Il ruolo delle scienze motorie mira a prevenire e aiutare alla crescita psicofisica globale, all’accertamento dello stato di salute dell´essere umano e deve invece avere oggi sicuramente una incidenza più ampia, spaziare nei campi più vasti e socialmente importanti delle attività motorio sportive come mezzo di prevenzione e cura (sport-terapia) importante per le numerose patologie tipiche dell’infanzia e dell’adolescenza, l’obesità, è quindi sarà necessario innanzitutto consigliare ai lettori di:
1. approfondire le nostre conoscenze di chinesiologia – fisiologia e la fisiopatologia dell’esercizio fisico nel bambino ed adolescente adulto ed anziano;
2. razionalizzare ed armonizzare, per quanto possibile la metodologia e la tecnica delle attività motorie
3. diffonderle, soprattutto tra i genitori, la scuola, i dirigenti e gli educatori
4. avere una più solida cultura “sportiva”, pubblicizzando l’importanza della attività motoria preventiva ben fatta e
5. l’utilità di un monitoraggio del “giovane sportivo” nel tempo, finalizzato ad ottenere che egli svolga correttamente il proprio allenamento, e rispetti i tempi di riposo e di recupero (specialmente dopo un infortunio o una malattia ), mantenga sempre alte le abitudini di vita igieniche, mangiando in maniera sana ed equilibrata, evitando di fumare e bere alcool e, soprattutto di, non utilizzare integratori e farmaci, i quali, in tutti i casi in queste età e non solo sono dannosi alla nostra salute.
Il sapere,nella sua valenza conoscitiva,prende forma attraverso il corpo,il movimento e l´azione motoria,inoltre dall´esperienza e dall´insieme di relazioni con l´ambiente e con gli altri.
Lo studio della prassi e del processo conoscitivo danno statuto epistemiologico all´azione motoria e sportiva fino a considerarle vere e proprie scienze.
La salute passa attraverso il movimento e l´alimentazione sana ed equilibrata in un connubio multidisciplinare e transdiscilpinare che abbraccia le scienze motorie e sportive e l´educazione alimentare,una delle sei educazioni che fanno capo alla Conviveza Civile ,trasversale a tutte le discipline.

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Francesco Perrotta

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