Un’intera giornata dedicata ai laboratori esperienziali al Teatro Furio Camillo di Roma
SIAMO TANTI E DIVERSI:IMMIGRAZIONE E INTERCULTURA – Anna R.Ravenna
Il processo di elaborazione e di assimilazione dell’esperienza migratoria comporta una significativa ridefinizione del vissuto di identità personale. L’appartenenza al gruppo originale (etnico, culturale, familiare) come elemento di vita fondante non deve essere radicalizzato ma neppure perduto, pena un profondo ed incolmabile senso di sradicamento. Assimilando nuove esperienze, la cultura originale non si perde ma si trasforma consentendo un ampliamento di orizzonti ed un adattamento creativo, prodromi di un reale benessere. Non si tratta comunque di un processo a senso unico, ma di una integrazione interattiva con i nativi, attraverso un mutuo processo trasformativo, un’evoluzione culturale reciproca, fondamento di una società realmente democratica.
LA CREATIVITA’ NELLE RELAZIONI AFFETTIVE – Gabriella Gelo
Noi tutti viviamo di e nelle relazioni affettive, e non di rado può capitare di sentirci impotenti, costretti, e non in grado di gestire come vorremmo la relazione – il legame con l’altro. Questo provoca rabbia, dolore, insoddisfazione e talvolta un vero e proprio senso di malessere generalizzato, che non riusciamo bene a sostenere, a capire cosa sia e dove ci porta …
Questo workshop si propone quindi – per chi volesse osservare e sperimentare la propria relazione, e-o modalità relazionale affettiva presente o del passato – in primo luogo di riflettere sul senso della relazione e del legame, e, in seconda istanza, di mettere in luce come poter essere creativi nelle relazioni, e come poterci orientare verso un benessere maggiore, per noi, per l’altro e per la relazione stessa.
TRA POLO NO E POLO SI: PERCORSO TEATRALE NELLE DISTANZE DEL CARATTERE- Rossella Bartolomei
L’incontro mira ad offrire ai partecipanti uno spazio nel quale coltivare un ascolto attivo delle polarità che abitano la relazione con sè e con l’altro.
Il gioco con il movimento ed il teatro saranno “ gli strumenti” del dialogo tra luci ed ombre del carattere, così come tra le componenti immaginative ed emotive dell’esperienza.
La condivisione finale consentirà di assimilare e comprendere i vissuti personali e di scambiare impressioni e riflessioni.
L’incontro prevede le seguenti quattro fasi per una durata di circa due ore :
preparazione psico-fisica al lavoro attraverso un riscaldamento che consenta il risveglio di una presenza attiva e consapevole,breve esperienza di movimento creativo semi-strutturata sui principi di movimento di Laban al fine di “assaporare” le polarità espressive,“ il rovescio di sé” gioco teatrale e narrativo sul tema delle carattere. Condivisione in gruppo dell’esperienza.
Il programma può subire variazioni in relazione alla composizione del gruppo, alle motivazioni emergenti, ai tempi richiesti dalle esperienze proposte.
FAMILIARIZZANDO CON IL FLUIRE DELL’ESPERIENZA. LA FAMIGLIA ALLE PRESE CON I CAMBIAMENTI– Simona Iaocella
La famiglia attraversa significativi cambiamenti, riguardanti i singoli ed il sistema complessivo, che rendono obsoleto l’equilibrio precedentemente acquisito; in tal modo, gli schemi abituali di comportamento possono rivelarsi inadeguati rispetto al divenire degli eventi e possono generare agiti derivanti dalla ripetizione di atteggiamenti disfunzionali. La terapia familiare consente la coevoluzione dei singoli e delle relazioni, superando le situazioni incompiute attraverso esperienze di contatto fondate sulla percezione del profondo legame tra i membri del sistema.
GIOCHI DI … PAROLE, SOSPESI TRA EMOZIONI E COLORI. Rita Pascucci
Le emozioni ed il sentire possono essere espresse in varie forme artistiche, suoni, sapori, ma la forma più comune con cui sono espresse, è senza ombra di dubbio il linguaggio delle parole ed il colore. Per questo abbiamo pensato di unire insieme, attraverso delle tecniche artistiche, il linguaggio dei colori e quello delle parole, proprio per esprimere emozioni.
Le tecniche che verranno utilizzate sono appunto basate sull’utilizzazione congiunta del Mandala e delle parole che dal cerchio magico scaturiscono.
Questi “Giochi di … parole, sospesi tra emozione e colore” sono il tema del nostro laboratorio.
La tecnica artistica del cerchi magico, del mandala, è antica, è profondamente interna all’istinto umano, tanto vero che anche i bambini molto piccoli, quando iniziano a fare segni con le matite colorate, tracciano cerchi, disordinati, significativi, ma sempre cerchi con cui identificano figure nella loro fantasia, tale metodo viene appunto utilizzato nelle scuole materne proprio per “tenerli buoni”… il potere rilassante del colore e del disegno! Proprio attraverso il disegno, il linguaggio umano si è evoluto.
Ha portato la conoscenza a noi di presenze antiche, di battaglie, di scene di vita in cui il Dio Sole, il Grande cerchio della vita campeggia, simbolo di eternità, trasformandosi nel tempo prima in ideogrammi, poi in lettere che hanno reso le parole dette in tracce visibili, da Noi posteri ereditate.
Utilizzate prima per la trasmissione orale delle tradizioni e delle genealogie, si sono evolute nel mondo per esprimere il sentire. Le parole sono completamento ed approfondimento. La poesia ed il racconto sono altri contenitori in cui raccogliere emozioni e sensazioni, gioie, dolori, rabbia, paure… L’animo umano è sospeso tra colori e parole….
Modello O.R.A.:OBIETTIVI,RISORSE, AUTOEFFICACIA- Matteo Simone
Ricerca, installazione, potenziamento delle risorse facendo focalizzare sull’obiettivo imminente e considerando le risorse occorrenti, le precedenti situazioni dove si sono sperimentate, immaginare l’obiettivo da raggiungere legato alle risorse occorrenti e possedute “installare” cioè rafforzare tale convinzione basata sull’immaginazione futura credibile e convinta, insomma un lavoro sull’incremento dell’autoefficacia con l’aiuto dell’EMDR.
Metodi. Tecniche di psicologia dello sport, Psicoterapia della Gestalt, approccio di Eye Movement Desensititation Reprocessing (EMDR).
“VOCI NARRANTI E METAFORE SONORE”. LA SCOPERTA DELLA PROPRIA VOCE COME STRUMENTO NARRATIVO – Pierluca Santoro
Uno spazio esperienziale alla ricerca delle metafore sonore del nostro essere nel mondo. I partecipanti al workshop, attraverso tecniche di ascolto, espressione e produzione di suoni, verranno condotti nell’esperienza di connessione tra immagini sonore, immagini visive e parole, allo scopo di dare senso nuovo e creativo alle metafore narrative che caratterizzano la propria vita.
ZINGARATE PSEUDO-PERICOLOSE: GIROVAGANDO TRA I CONFLITTI INTERIORI ED ESTERIORI GESTALTICAMENTE -Mara Foppoli
Il presente lavoro si inserisce all’interno della giornata organizzata da Anna Ravenna, Paolo Quattrini e l’Istituto Gestalt di Firenze come momento di promozione e dimostrazione dell’attività terapeutica Gestalt. All’interno del mondo della psicoterapia è possibile individuare 4 correnti di psicoterapie: l’area cognitivo- comportamentale, l’area della psicanalisi, l’area umanistica e l’area sistemico-familiare. La psicoterapia gestalt si inserisce all’interno della corrente umanistica e in particolare quella della scuola IGF in quella fenomenologica-esistenziale. In particolare vengono posta al centro l’esperienza che un individuo può fare e viene fatta attenzione all’effetto che questa esperienza produce per l’individuo stesso. Per cui quello che si ci può aspettare con l’approccio della gestalt è quello di fare un’esperienza e di porre attenzione a quello che accade in maniera sperimentale. La consapevolezza può in questo modo aprire nuovi insight e possibilità nuove per gestire i conflitti. Il conflitto viene visto come un fatto inevitabile e presente. La sfida diventa quella di prendere coscienza anche della propria creatività nell’affrontarlo e nel risolvere il conflitto utilizzando modalità anche emotive. Inoltre possiamo avere del conflitto un’esperienza costruttiva o un’esperienza distruttiva a seconda di quanta consapevolezza circa i nostri bisogni, desideri, emozioni ed intenzioni mettiamo in gioco. Un altro elemento importante è anche la capacità di mantenere aperto il dialogo tra le diverse parti sia che si tratti di conflitto esteriore che di conflitto interiore. Perls affermava come la sostanza superficiale e profonda sono in qualche modo simili più di quel che si ritiene. Ulteriore elemento di approfondimento è quello di scoprire questo legame tra il tipo di conflitti esterni e il tipo di conflitti interni.
1) Obiettivi:Il laboratorio ha l’obiettivo di creare il contesto in cui entrare in contatto o non entrare in contatto con i conflitti e la loro gestione.
2) Metodologia:Il laboratorio avrà un carattere prevalentemente attivo e consisterà nel susseguirsi si esercitazioni esperienziali a cui verrà poi fatta seguire una riflessione per attivare la propria consapevolezza, le proprie emozioni, i propri ricordi nei confronti dei conflitti emersi, sopiti, scoperti sia dentro di sé che nei confronti degli altri.
3) Attività proposta: Si propone un laboratorio di 2 ore sperimentale in cui viene posto al centro il conflitto e il modo personale che ciascun individuo ha di reagire di fronte ad esso. All’interno del laboratorio si potranno rimettere in scena durante i diversi esercizi modalità abituali ma sarà anche data la possibilità di sperimentare modalità nuove per entrare in contatto con i conflitti sia esterni che interni.
4) Risultati attesi: Al termine del laboratorio, ciascun partecipante avrà avuto modo di sperimentare se stesso e le sue modalità di gestione del conflitto in tutte le forme emerse durante il seminario.
IDENTITA’ SESSUALI ALLO SPECCHIO – Federica Paragona
Dopo una breve introduzione sulla riflessione sviluppata dall’IGF nell’ambito delle tematiche connesse alle identità e agli orientamenti sessuali, i partecipanti verranno accompagnati in un’esperienza di consapevolezza, di espressione di se e di confronto rispetto alle tematiche dell’incontro.
LE MASCHERE DEL SOGNO- Diletta Saltara
..ti sei mai chiesto quante maschere usiamo nei nostri sogni?
…..e se provassi ad essere il regista del tuo sogno?
Questo laboratorio esperienziale fornisce ai partecipanti uno spazio in cui scambiarsi e condividere in gruppo i propri sogni. Il sogno è visto come una rappresentazione dell’esistenza dell’individuo che permette, tramite il suo racconto, di far riaffiorare i messaggi che nella dimensione onirica mandiamo “da noi stessi a noi stessi”. Per questo non si fa ricorso a nessun tipo di interpretazione; non viene data dal conduttore la spiegazione del significato del sogno, piuttosto si cerca di agevolare una nuova interpretazione da parte
del sognatore, che scaturisce da una sintesi creativa tra il ricordo, il racconto e la ri-attualizzazione del sogno attraverso la drammatizzazione. Il sogno è qui inteso come lo spazio dove accade lo sviluppo della nostra vita psichica ed ogni elemento del sogno rappresenta un aspetto di se stessi: quando si sogna di fatto si sta scrivendo il proprio copione, si dicono cose di se stessi. Il laboratorio si sviluppa partendo dal racconto del sogno che successivamente dà vita alla rappresentazione/drammmatizzazione del sogno grazie all’aiuto del gruppo, un’occasione per scoprire e sperimentarsi in vesti nelle quali non siamo soliti immedesimarsi. In questa esperienza, attraverso il racconto e la rappresentazione del sogno, chi ha prodotto il sogno diviene sceneggiatore, oltre che attore e regista, di un copione che viene messo in scena attraverso l’interazione con il gruppo. Obiettivo degli incontri è fornire nuovi e diversi strumenti di conoscenza personale da utilizzare come risorse nel quotidiano.
L’ARTE DEL COUNSELLING – Gianfranco Proietti
Un laboratorio per presentare le competenze del Counsellor nell’ascoltare le storie dei clienti, dove l’importante non è se quanto narrato sia realmente accaduto, ma nell’ aiutare la persona a ri-narrare la propria storia dandogli un nuovo significato nel qui e ora.
Il Counselling si caratterizza per l’attenersi agli aspetti concreti collegati con le situazioni di disagio psicologico. Ad esempio, il distress conseguente all’incertezza di scegliere se girare per la strada di destra o di sinistra, è un aspetto che accompagna spesso l’esistenza umana affannata dal dubbio. Spesso non ci è chiaro nemmeno la meta o, se anche la sapessimo, non c’è un cartello indicatore, né l’informazione è segnata sulla mappa. In questo caso sarebbe utile la presenza di un esperto che, ascoltate le reali esigenze, ci mettesse in condizione di scegliere con responsabilità una delle due strade che si presentano al bivio. L’esperto nel nostro caso si chiama counsellor ed è l’utilità di questa figura professionale che vorremmo proporre con un esempio di laboratorio di Gestalt Counselling. Il lavoro proposto presuppone la presenza degli allievi del primo anno della scuola di Counselling come ideatori e interpreti dell’intervento.
Esempio di Gestalt Counselling
Titolo: “Motivare l’assunzione di medicine”
Partecipanti: un infermiere-counsellor e una bambina-paziente di 8 anni.
Tempo complessivo 30 min.
Sceneggiatura:
L’infermiere-counsellor si presenta al pubblico. Con tono scherzoso chiede alla bambina il motivo per cui da un giorno ha deciso di non assumere più la terapia per via orale. La paziente si lamenta per dei presunti effetti collaterali della terapia, è irritata e sfiduciata. Il counsellor l’ascolta, lascia spazio alle sue lamentele e s’informa se i fastidi della malattia sono aumentati con la sospensione della terapia. La bambina ammette che la nausea è aumentata e le vertigini accentuate.
Come può il counsellor motivarla? Le possibilità sono tante, ne sceglie una, quella che gli sembra più prossima alla sua esperienza e alla sua sensibilità.
L’infermiere-counsellor invita la paziente a disegnare le due pasticche che avrebbe dovuto prendere:
quella bianca, rotonda (per la nausea)
quella azzurra, ovale con una incisione al centro (per le vertigini)
Invita poi la paziente a parlare alle due pasticche esprimendo per ciascuna sia una precisa protesta sia una richiesta. Propone dunque alla paziente di sospendere lo “sciopero” in attesa di valutare se le sue richieste sono state accolte dalle pasticche facendogli modificare gli effetti negativi. Nel frattempo gli fa colorare il disegno delle due pasticche.
Obiettivo: Il sistema impositivo del “devi” non lascia molti spazi di persuasione, anzi rafforza nei bambini una contrapposizione reattiva ancora maggiore. L’uso del gioco mediante una forma di arteterapia può invece interrompere la catena di ostinazione ricattatoria e attivare una forma partecipativa basata sull’aspetto magico del gioco e la responsabilità.
SNORKELING NEL MARE DELLE EMOZIONI- Leonardo Magalotti
Con il termine snorkeling si intende il nuotare in superficie utilizzando il boccaglio o aeratore (in inglese: Snorkel). Si usa assieme alla maschera da sub e serve a respirare senza alzare la testa dall’acqua consentendo di continuare a guardare il fondale. Nuotando nel mare delle nostre emozioni si possono osservare e scoprire meravigliose creature e fondali interessanti.
La partecipazione è gratuita
E’ necessaria la prenotazione per telefono (06/37514179) o compilando ed inviando,
per e-mail, la scheda reperibile sul sito www.igf-gestalt.it
Le iscrizioni verranno accettate in ordine di prenotazione