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Individuo

La presa in carico psicologica della paziente con tumore della mammella.

A cura di Sara Giovanruscio, Anna Maria Perseo, Marco Tanini.

Epidemiologia

È una malattia complessa che colpisce donne e uomini, in percentuale minore, di tutto il mondo. Per la varietà di trattamenti a cui le donne sono sottoposte, gli esiti che ne derivano frequentemente includono segni e sintomi molto spesso invalidanti sia dal punto di vista fisico che psicologico.

I tassi di incidenza sono eterogenei tra le diverse regioni geografiche e nello specifico più elevati nelle regioni più sviluppate rispetto alle regioni meno sviluppate. Ad esempio, si registrano tassi di incidenza di 28 nuovi casi/100.000 donne/anno in Africa Centrale, di 39 nuovi casi 100.000 donne/anno in Asia Orientale e tassi di 85 nuovi casi/100.000 donne anno in America Settentrionale.

L’incidenza del Carcinoma mammario ha mostrato un constante incremento negli Stati Uniti, probabilmente imputabile all’attuazione di programmi di screening mammografici e diffusione dell’utilizzo di terapie ormonali sostitutive. (3)

Secondo le stime, rispetto al 2020, i casi di tumore nel 2023 sono aumentati di oltre 18.000 casi: da 376.600 nuove diagnosi (194.700 negli uomini e 181.900 nelle donne) a circa 395.000 (208.000 negli uomini e 187.000 nelle donne).

Questi numeri un po’ sconfortanti erano però attesi per almeno due motivi. Il primo è che la popolazione nelle fasce d’età in cui le diagnosi di tumori sono più frequenti è oggi molto ampia, dato che corrisponde ai cosiddetti “baby boomer”, ovvero coloro che sono nati tra gli anni Cinquanta e Sessanta e che oggi hanno intorno ai 60-70 anni. Il secondo è che gli screening sospesi o rallentati durante la pandemia di Covid-19 hanno fatto slittare molte diagnosi che altrimenti sarebbero state effettuate con più anticipo.

Più confortanti sono i numeri del rapporto che mostrano un miglioramento nell’efficacia della prevenzione e delle cure contro i tumori. Si stima, infatti, che in Italia siano quasi 270.000 le morti per tumore evitate nel periodo 2007-2019 rispetto a quelle attese (basate sui dati 2003-2007). E, grazie alla ricerca, sono sempre di più le persone che, dopo la malattia, hanno un’ottima qualità della vita.

Il colloquio con la paziente

Informare la paziente della diagnosi e a discutere con lei il piano terapeutico può essere lo specialista senologo, il medico radiologo, il chirurgo o l’oncologo.

Durante il colloquio, la paziente riceve l’indicazione della strategia terapeutica quale risulta dall’incontro multidisciplinare, con una dettagliata descrizione del tipo di intervento chirurgico che dovrà affrontare, eventualmente associato al rimodellamento e alla ricostruzione del seno. Di tutto ciò farà fede un referto scritto allegato alla cartella clinica. La paziente ha il diritto di ricevere informazioni esaurienti e chiare.

Comunicazione all’interno della breast unit

La comunicazione riveste un ruolo importantissimo all’interno di questa unità di cura seguendo specifici protocolli.
La diagnosi deve essere data al paziente con incontro faccia a faccia il prima possibile e non deve essere data per lettera o per telefono, a meno che non ci siano circostanze eccezionali. Una comunicazione preliminare sulla diagnosi può essere data al paziente da ogni specialista secondo la propria competenza.

La raccomandazione MDT per il piano di trattamento deve essere comunicata e discussa con il paziente dal medico che ha inizialmente visitato il paziente e/o dal medico che si assumerà la responsabilità primaria di fornire la prima modalità di trattamento. Questo confronto con il paziente è fondamentale per arrivare a una decisione condivisa che includa i desideri del paziente.

Si raccomanda agli operatori sanitari che si occupano di pazienti oncologici e delle loro famiglie di avere una formazione e una conoscenza delle abilità comunicative.

Un’infermiera senologica deve essere disponibile per discutere e fornire ulteriori informazioni alla paziente in merito al trattamento e per dare supporto emotivo. Dovrebbe essere disponibile una stanza privata. Uno psico-oncologo dovrebbe anche essere disponibile per fornire un supporto più avanzato, quando necessario, al paziente e alla famiglia.

Ogni paziente deve essere pienamente informato su ogni fase del percorso diagnostico e terapeutico e deve avere un tempo adeguato a considerare le opzioni e prendere una decisione informata. I pazienti devono avere la possibilità di chiedere un secondo parere, senza essere penalizzati in alcun modo.
Le pazienti devono iniziare il trattamento primario entro un massimo di 4-6 settimane dal primo esame diagnostico nel centro di senologia o prima visita presso il centro di senologia se diagnosticato altrove.

Il follow-up deve essere effettuato all’interno del centro di senologia in base all’organizzazione locale e alle preferenze della paziente.

Il centro senologico dovrebbe offrire di pianificare le procedure di indagine di imaging durante la stessa visita e deve dare consulenza e supporto alla paziente con sintomi e disturbi dovuti alla terapia ormonale (osteoporosi, problemi ginecologici, ecc.), indirizzando la paziente allo specialista appropriato.

Se la paziente non si reca al centro di senologia per il follow-up, il centro dovrebbe raccogliere informazioni di follow-up da altre parti almeno una volta all’anno per il suo database.

Ai pazienti devono essere offerte chiare informazioni verbali e scritte (foglietti illustrativi) che descrivano le opzioni diagnostiche e terapeutiche. I foglietti illustrativi devono essere personalizzati per il centro senologico in tutte le principali lingue parlate dalla popolazione servita e devono informare le pazienti sulle opzioni diagnostiche e terapeutiche non offerte dal centro di senologia se sono coperte dalle attuali linee guida.

Il centro dovrebbe fornire informazioni sui gruppi di sostegno locali e sulle organizzazioni nazionali di sostegno e sulla disponibilità di sostegno psicologico di gruppo e/o individuale nel centro.
Alle pazienti dovrebbe essere fornita una copia dei loro diritti, come indicato nella risoluzione del Parlamento europeo sul cancro al seno.

Terapia estetica

La Terapia Estetica è un percorso di supporto che mira a riscoprire e valorizzare la bellezza naturale del paziente, contribuendo così a un miglioramento significativo della loro percezione corporea e, di conseguenza, del loro benessere emotivo.

L’ intento di questa terapia è quello di offrire un’alternativa valida e complementare alle terapie mediche tradizionali, aiutando le persone a ritrovare un senso di normalità e autostima, spesso minacciato dalla malattia e dai trattamenti invasivi.

Il concetto alla base della Terapia Estetica si fonda su due pilastri principali:

  • la bellezza come fonte di rinascita;
  • il recupero della corretta identità estetica;

coinvolgendo tutte le dimensioni dell’essere umano che creano la sua identità, quella fisica, quella psicologica, quella relazionale e quella spirituale.

La bellezza non viene vista come una vanità effimera, che gioca solo con mode e tendenze, con trucchi e colori, con regole standard e omologate da applicare, ma come un elemento essenziale per il benessere psicologico di ogni individuo, che fa emergere la propria unicità e la propria sicurezza e autostima.

In questo senso, l’approccio è quello di trasformare l’esperienza della malattia in un’opportunità per focalizzarsi su aspetti positivi e rinforzare i punti di forza visibili e invisibili del paziente.

Attraverso sessioni personalizzate, le pazienti migliorano l’immagine personale e promuovono una maggiore accettazione di sé, contribuendo così a una qualità di vita più elevata anche in momenti di grande difficoltà.

L’Armoestetica utilizza strumenti non invasivi, non sacrificanti, ma anzi divertenti e proposti sotto forma di gioco, per stimolare un processo di auto-rinnovamento e auto-rigenerazione della propria identità estetica.

L’obiettivo è quello di facilitare una connessione profonda tra la persona e il proprio corpo, riducendo l’impatto dei cambiamen

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marco tanini

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