Abstract
L’articolo delinea in maniera sintetica l’eziopatogenesi dei disturbi depressivi in età infantile, facendo riferimento a quanto contenuto nel DSM-IV-TR e nell’ICD 10. La conoscenza della sintomatologia è fondamentale per individuare eventuali disturbi dell’umore in soggetti in età evolutiva e favorire interventi specialistici precoci finalizzati ad evitare rischi di cronicizzazione del disturbo.
La depressione è una patologia caratterizzata da un permanente disturbo dell’umore (umore depresso) che influisce negativamente sulla struttura psichica del soggetto generando problemi di carattere psicologico e somatico.
L’individuo in stato depressivo vive la quotidianità in modo drammatico, svuotando la propria esistenza di ogni significato e valore; sentimenti di tristezza, disperazione ed apatia rendono il vissuto del depresso oscuro e complesso, un tunnel buio senza via di uscita.
Prima di entrare nello specifico della patologia, appare necessario dare una definizione di umore: l’umore è una tonalità emotiva di fondo che determina il modo di rapportarsi alla realtà del soggetto e la sua attitudine motoria e posturale; il deficit di umore produce stati depressivi, l’eccesso, stati maniacali.
Il DSM-IV-TR individua gli stati depressivi e maniacali in un´unica categoria diagnostica definita disturbi dell’umore; mentre, l’ICD-10 li inquadra nella categoria delle sindrome affettive.
In età evolutiva, le manifestazioni depressive, risultano molto più presenti degli stati maniacali.
L’eziopatogenesi dei fenomeni depressivi, nonostante la varietà di studi e teorie su tali argomenti, non è stata ancora strutturata all’interno di un modello interpretativo unitario. I fattori che incidono sulla genesi dei disturbi dell’umore sono quattro:
1. Familiarità – Vari studi effettuati su soggetti in età evolutiva hanno evidenziato che in presenza di un genitore affetto da depressione, i figli hanno un rischio tre volte maggiore di manifestare disturbi dell’umore di tipo depressivo. È emerso che i figli di genitori depressi sono a rischio oltre che di depressione, anche di altri disturbi psicopatologici, di ansia, di condotta.
2. Disturbi neuroendocrinologici – Dati emersi da numerosi studi indicano come causa della depressione disfunzioni a livello ipotalamo-ipofisario dei sistemi regolatorinoradregico e seritoninergico (deficit funzionale di Aminebiogene, problemi dei neurotrasmettitori).
3. Situazioni familiari inadeguate – La presenza di conflitti, abusi, rifiuti all’interno del contesto familiare, nonché la presenza di atteggiamenti educativi improntati alla direttività possono determinare l’insorgere di stati depressivi.
4. La presenza di eventi stressanti – La presenza di eventi stressanti in genere rappresentati da separazioni dei genitori, divorzi dei genitori, morte di un genitore, malattie, ospedalizzazione del bambino, possono favorire lo sviluppo di stati depressivi.
La depressione è quindi un disturbo psicopatologico a patogenesi multifattoriale, la cui genesi è da individuarsi nella relazione di diversi fattori neurobiologici e fattori ambientali.
Il soggetto depresso spesso verbalizza il proprio disagio interiore con frasi del tipo «mi sento depresso», «mi sento triste», «mi sento privo di speranza», appare privo di interessi e progettualità, stabilmente annoiato e incapace di provare gioia o felicità per qualunque evento della propria vita (anedonia); inoltre presenta alcune specifiche caratteristiche somatiche-caratteriali: espressione di tristezza, povertà di mimica, sguardo inespressivo, rarità del sorriso, pianto per motivi futili.
I bambini depressi tendono ad isolarsi e ad essere passivi sia nel contesto familiare sia in quello scolastico dove dimostrano passività e chiusura verso gli altri, incapacità ad interagire con i compagni e gli insegnanti, disturbi della memoria e difficoltà di concentrazione. Il bambino nella situazione appena descritta gradatamente perde la propria autostima sviluppando sensi di colpa e stati di ansia.
Dal punto di vista somatico, esistono degli indicatori che s’inseriscono nella sintomatologia del bambino depresso:
• Eccessiva faticabilità;
• Alterazioni del ritmo del sonno;
• Disturbi del comportamento alimentare;
I quadri clinici della depressioni in età evolutiva sono distinti nel DSM-IV-TR in due categorie:
• Disturbo depressivo maggiore;
• Disturbo distimico;
Il primo è caratterizzato dalla ricorrenza di uno o più episodi depressivi di almeno due settimane in cui sono manifestati i seguenti sintomi: depressione dell’umore, perdita di interesse, irritabilità.
Il secondo è caratterizzato da un umore cronicamente depresso per almeno due anni.
Nell’elaborazione e formulazione di una diagnosi di depressione è necessario tener conto dei seguenti parametri:
• Storia dell’individuo;
• Caratteristiche dell’ambiente significativo;
• Presenza di eventi stressanti;
• Stile temperamentale del bambino;
• I modi di rapportarsi all’altro del bambino;
La diagnosi avviene attraverso diversi strumenti, di cui due che sono utilizzati frequentemente sono il gioco ed il disegno, che consentono di cogliere aspetti interni del bambino. Molto utilizzati sono anche i reattivi proiettivi, come ad esempio la favola del Duss, il CAT, il TAT, il Rorschach; infine tra gli strumenti di diagnosi ricordiamo anche le interviste standardizzate, come ad esempio la scala della depressione infantile (Children’s depression inventory).
Gli interventi per la cura della depressione sono essenzialmente tre:
• Terapia farmacologica;
• Interventi psicoterapeutici;
• Interventi psicopedagogici;
Concludendo, la depressione è una patologia complessa e variegata. È necessario intervenire precocemente ai primi sintomi, utilizzando gli interventi più idonei al caso, poiché più si è depressi, più ci si abitua a vivere in maniera depressiva finendo in un circolo vizioso che condanna il bambino alla depressione cronica. La prevenzione dei disturbi dell’umore nel soggetto in età evolutiva, è importante, per evitare che la depressione evolvendosi in una patologia psicopatologica cronica o caratterologica comprometta la vita del soggetto.