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Processo Anevrotico Terapeutico

La Condizione Attuale della Teoria del Processo Anevrotico Terapeutico

Il Processo Anevrotico Terapeutico conosciuto con l’acronimo PAT, è nato da osservazioni di psicologia sociale nelle quali era sempre più evidente un passaggio di significati tramite una comunicazione non meglio specificata, in essere tra i soggetti dotati di un considerevole equilibrio psichico ed altri non altrettanto omogenei nell’atteggiamento e nel comportamento di vita, ma comunque dotati di determinate caratteristiche. Le cose straordinarie che affioravano fin da quelle prime analisi erano molte, tra cui in primis la totale inconsapevolezza di questa condizione nei partecipanti allo scambio, che andava consecutivamente a comporre un sistema di riallestimento personale talmente istintivo da lasciare inconsapevoli gli attori della vicenda. È iniziato a dunque lo studio per identificare le caratteristiche di quello che si è subito chiamato Processo Anevrotico Terapeutico PAT. Intanto era evidente che il PAT fosse una questione spontanea nel corso dell’attività umana; per quanto riguardava il renderlo terapeutico, sarebbe stato necessario identificarne le caratteristiche.
Tramite diverse condotte di studio tra cui i dati psicofisiologici, di registrazioni di funzionamento tramite elettroencefalografia e sistemi in grado di rilevare l’attività del sistema di sudorazione spontanea caratteristico di altre registrazioni oramai note da tempo, si è arrivati ad identificare e dimostrare un tratto denominato di Tracollo Anevrotico, in concomitanza con aspetti di remissione dei sintomi nel soggetto, ponendo in essere la teorizzazione in cui si è delineata un’attività psichica peculiare, presente nella comunicazione tra terapeuta e paziente. Alla Fine dell’anno appena trascorso è andata in stampa una monografia edita da Alpes Italia Editore, contenente l’esposizione della teoria e le ricerche ad essa correlate.

I principi del PAT riguardano il fatto che sia in essere una comunicazione autonoma, di straordinaria intensità in determinate condizioni tra terapeuta e paziente, in grado di promuovere una comunicazione interpersonale in cui l’interlocutore ricettivo nel corso del trattamento reagisce a determinati segnali dovuti all’abbinamento degli aspetti comunicativi e percettivi del terapeuta. I dettagli di questa teoria, sono contenuti in due saggi pubblicati dall’autore a distanza di sei anni l’uno dall’altro, in cui sono stati esposti i punti cardine della Teoria Anevrotica. Gli studi eseguiti sono avvenuti in Italia e precisamente a Firenze, nel corso di un’attività in cui è progressivamente risultata con maggiore forza l’intensità di aspetti strutturali tipici della psicologia dinamica, con versanti ignoti del processo di comunicazione tra gli individui al di là della loro consapevolezza, riguardanti piani di coscienza insondati e dotati di caratteristiche da convalidare, per le quali sono in corso gli studi attuali. Certo è che osservando i dati disponibili siamo di fronte a d una condizione terapeutica certamente da approfondire. Nel corso del tempo sono stati convalidati risultati che stabilivano la differenza nella rilevazione elettroencefalografica tra prima e dopo la terapia con PAT, mettendo in evidenza le variazioni psicofisiologiche abbinate ad una remissione dei sintomi statisticamente significativa nei pazienti trattati. I valori numerici sono rilevanti e particolarmente intensi, tali da proporsi come importante oggetto di indagine. Intanto i trattamenti abbinati a questo costrutto mettono in evidenza argomenti a tutt’oggi insondati.

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Loris Pinzani

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