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Azienda e Organizzazione

Il Knowledge Management

In azienda è fondamentale lo scambio di informazioni e conoscenza tra i collaboratori. Il Knowledge Management è utile proprio a questo: mira a catturare, organizzare, classificare e distribuire le informazioni aziendali in modo funzionale rispetto ad obiettivi comuni. Rappresenta un approccio gestionale sempre più diffuso perché consente di gestire il flusso d’informazioni, sempre più numeroso e articolato, di cui ci si avvale per le decisioni aziendali. L’azienda prende consapevolezza degli strumenti a disposizione e delle sue potenzialità e prende atto degli strumenti carenti sui quali fare investimento per il raggiungimento dell’obiettivo.
Peter Drucker chiama la società attuale “società della conoscenza”, identificando la conoscenza come sola risorsa significativa del nostro tempo e il futuro appartiene a chi detiene la conoscenza e ne è consapevole.
Sempre più imprese assumono persone in base alle esperienze maturate nel tempo, piuttosto che alla loro intelligenza o formazione, comprendendo il valore che ha la conoscenza accumulata con ‘esperienza nel tempo.
La conoscenza può essere considerata un vantaggio competitivo sostenibile in quanto, se gestita efficientemente, sarà avanzata verso nuovi livelli di qualità, creatività e conoscenza.
La conoscenza potrebbe essere paragonata a un sistema vivente mutevole lungo un percorso di crescita sviluppato in interazioni con l’ambiente.
Davenport e Prusak definiscono la conoscenza come una combinazione fluida di esperienza, valori, informazioni contestuali e competenza specialistiche, che fornisce un quadro di riferimento per la valutazione e l’assimilazione di nuova esperienza e nuove informazioni. Essa origina e viene applicata attraverso i conoscitori. Nelle organizzazioni la conoscenza risulta legata non solo ai documenti, ma anche alle procedure e ai processi organizzativi, alle pratiche e alle norme”.
Secondo i due autori i dati rappresentano un insieme di fatti distinti, oggettivi e riferiti ad un evento. Essi possono essere descritti come le registrazioni strutturate delle transizioni. Dal punto di vista quantitativo le imprese valutano la gestione dei dati in termini di costo, velocità e capacità, mentre da quello qualitativo, in termini di durata,rilevanza e chiarezza. La conoscenza nasce dalle informazioni e a sua volta le informazioni sono nate dai dati.
Otteniamo conoscenza dagli individui o dai gruppi e in alcuni casi essa è integrata nelle procedure organizzative. Gli strumenti, come i libri, i documenti e i contatti personali, dalle conversazioni al tirocinio, sono responsabili di trasmissioni di conoscenza.
Le fasi di passaggio da informazioni a conoscenza sono le seguenti:
Confronto: mettendo a confronto informazioni relative a differenti situazioni.
Conseguenze: ovvero le implicazioni che avranno certe informazioni rispetto alle decisioni prese o alle azioni effettuate.
Connessioni: il modo in cui un elemento di conoscenza è legato agli altri.
Conversazione: ovvero il giudizio degli altri riguardo alle informazioni a nostra disposizione.
La conoscenza si sviluppa nel tempo, attraverso l’esperienza che assorbiamo di testi scolastici, dalle letture personali, dai rapporti personali e dalle varie altre forme di apprendimento informale e implica un giudizio che è possibile perfezionare in risposta alle nuove situazioni e informazioni.
Davenport e Prusak sostengono che i valori e le convinzioni determinino in gran parte ciò che i soggetti percepiscono, assorbono e definiscono nelle loro osservazioni. Persone con valori differenti percepiscono elementi differenti nelle medesime situazioni, organizzando la propria conoscenza attraverso tali valori.

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Francesca Fedi