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Professioni

Interrogare il Minore sull’Abuso Sessuale

Il contesto in cui avvengono le interviste ai minori che sono sospetti di abuso sessuale è un luogo molto difficile e travagliato, un luogo denominato “perizia psicologica”.
Luogo che avviene all’ interno del campo giudiziario, nella fase dell’ incidente probatorio di un processo, durante l’ audizione protetta del minore e la perizia psicologica su questi o viceversa, a discrezione del Giudice delle Indagini Preliminari ed a seconda del caso.
Dove l’ unico testimone del fatto è il minore.
Un mondo in cui si muovono professionisti di diverse discipline: medici, quali psichiatri, neuropsichiatri infantili, ginecologi, psicologi, quali esperti di psicologia giuridica e psicopatologia forense, esperti in psicodiagnosi, avvocati e addetti alle forze dell’ ordine.
Tutte queste figure, per poter portare a termine un lavoro delicato, come l’ accertamento peritale sul minore, devono essere aggiornate sulla ricerca e sulle linee guida esistenti.
Evitando domande inappropriate e suggestive poste dall’intervistatore.
Da ricordare che Il bambino percepisce l’intervistatore come figura autorevole e tende ad assecondare ciò che egli crede che l’intervistatore si attenda. Il bambino in questa situazione, tende a dare quelle che per lui sono le “risposte giuste”.
Spesso, all’ interno dell’ espletamento dell’ incarico peritale, si cade nella confusione tra ruolo clinico e ruolo giudiziario.
Sono molti gli psicologi che durante l’ osservazione del minore mettono in atto, sbagliando, un settino analitico ed un approccio psicoterapico.
Molte volte i professionisti nel settore tendono a dare più importanza ad informazioni a sostegno dell’ accusa.
Le linee guida dell’ American Academy of Child and Adolescent Psychiatriy (1990, 1997b) consigliano ai professionisti di assumere un atteggiamento neutro.
I metodi pratici che vanno ad apprezzare le violenze fisiche basati sui referti medici non sono molto efficaci, in quanto forniscono prove temporanee e spesso le lesioni da violenza sessuale guariscono con rapidità. Ed è anche questo il motivo per cui la figura del medico legale non è chiamata in causa, dal Magistrato, nel ruolo del perito in un accertamento di abuso sessuale, almenochè il minore non sia deceduto e vi sia l’ esigenza di un’ esame autoptico.
Durante la perizia psicologica viene ascoltato il minore, viene osservato, e viene interrogato anche il mondo che ne ruota attorno: genitori, familiari, maestre, assistenti sociali, psicologi e/o psichiatri, ovvero tutte quelle figure che possono apportare informazioni sulla vita del bambino.
Se il presunto colpevole è il padre vi sono professionisti, che svolgono l’ indagine peritale o spesso gli avvocati per strategie processuali, che vietano a questi di presentarsi all’ accertamento, ma se il professionista segue il protocollo della Carta di Noto invita la persona a presentarsi ad un incontro, con il fine di raccogliere notizie biografico- anamnestiche sul minore, sulla vita di coppia, sulla gravidanza e sul rapporto con il coniuge.
Vietato è l’ interrogatorio congiunto, in cui è presente il minore ed il presunto colpevole, che costituirebbe un ulteriore trauma per il minore.
È importante conoscere la coppia genitoriale, al fine di valutare il livello di attaccamento del bambino, per stabilire la qualità dei rapporti sia di coppia, sia con il minore stesso.
Il minore deve essere ascoltato il meno possibile, in quanto interrogatori multipli possono causare in lui stress, almenochè il bambino sia molto piccolo e vi è l’ esigenza di comprendere in maniera più dettagliata le informazioni che trasmette.
Fondamentale, all’ interno del lavoro peritale, l’ utilizzo di metodi di documentazione, quali appunti che possono essere presi su fogli direttamente durante l’ intervista, sul computer dopo che è avvenuto l’ ascolto del bambino, audioregistrazioni e videoregistrazioni che devono essere trascritte.
In ogni caso bisogna informare il minore su tutto ciò che avviene durante gli incontri, oltra al motivo per cui si svolge determinato lavoro con lui.
Di vitale importanza, nell’ attività con il bambino, sia durante il colloquio e durante la fase ludica di osservazione è l’ approccio empatico che deve mettere in atto il professionista che interagisce con il piccolo.
Il professionista deve valutare l’ idoneità a rendere testimonianza, ovvero deve determinare se il minore abbia la capacità di riferire gli eventi, sia capace a comprendere la differenza tra la verità e la menzogna. Difatti il contenuto di una testimonianza dipende dall’ interazione tra il contenuto della memoria, il contenuto dell’ evento.
Esistono dei sintomi e indizi di vittimizzazione sessuale: comportamento sessualizzato, dissociazione, disturbo post traumatico da stress, vergogna e senso di colpa, ma non possono essere considerati indicatori specifici dell’ abuso sessuale, non esistono reazioni universali conseguenti all’ abuso sessuale, in quanto possono derivare da una conflittualità tra i coniugi, possono essere le conseguenze di altri tipi di trauma, quale la separazione dei genitori.
I consulenti di parte devono presenziare a tutti gli incontri con il minore e con le persone che vengono coinvolte nell’ indagine, e quando non vi e questo può accadere per svariati motivi: il perito può non avere a disposizione una stanza con lo specchio unidirezionale, oppure i consulenti di parte sono molti, magari oltre agli esperti in materia vogliono presenziare anche gli avvocati, allora in tali casi il perito dovrà fornire, ai consulenti di parte, al momento del deposito dell’ elaborato peritale, la videoregistrazione dell’ incontro o degli incontri svolti.
Inoltre ogni professionista deve essere aggiornato in materia dei falsi abusi, per evitare di cadere in errore.


Carta di Noto aggiornata, 7 luglio 2002. Linee guida per l’ esame del minore in caso di abuso.
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Alessia Micoli

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