Improvvisamente, in un nucleo familiare appena formato, si prospetta l’idea di avere un bambino.
Dopo nove mesi il bambino arriva e, purtroppo, si rileva che esistono delle patologie, di varia natura ed origine, che catapultano tutto il nucleo familiare in una dimensione non prevista e sconosciuta.
I genitori devono esercitare il loro ruolo, già difficile in quanto nuovo, con fatica duplicata.
Si ritrovano a gestire una situazione per cui sono assolutamente impreparati; oltretutto, la patologia di cui soffre il bambino richiede una attenzione ed una cura particolari; i genitori vanno in tilt, la madre deve arginare la sindrome depressiva post partum, il padre si interroga sulla eventuale trasmissibilità genetica di cui è stato partecipe, entrambi si risvegliano da un sogno meraviglioso e si sentono finiti in un incubo.
La catastrofe descritta avviene in una casa in cui entra un bambino “speciale” se non si hanno le capacità e la possibilità economica di tenere testa a tale evento.
Per bambino speciale si intende una persona la cui salute non rientra nella normo- dotazione.
I genitori del bambino speciale, dopo il rientro a casa con il neonato, si sentono assolutamente disperati; non per la malattia del figlio, che si accetta nel bene e nel male, ma perché da subito devono relazionarsi con un mondo altrettanto impreparato alla gestione delle diverse abilità.
Il passaggio dalla gravidanza felice alla neonatalità è solitamente molto traumatico. La madre è spesso chiamata a ricoprire il ruolo di genitrice senza l’ausilio di alcuna figura parentale. Il pediatra assolve alle prime cure del nascituro, ma non interviene a supporto della fragilità e della insicurezza genitoriale.
Spesso i genitori del bambino speciale non sanno da dove iniziare. Hanno avuto una diagnosi per il loro bambino che li ha lasciati frastornati, incapaci di realizzare. I parenti e gli amici non sanno come intervenire, presi anche loro dalla situazione nuova; di frequente, si tende a consolare più che a stimolare la reazione.
Così non è. Il bambino speciale richiede più cura, ossia va aiutato nella crescita in maniera più “specializzata”.
I genitori dei bambini speciali devono essere educati per poter svolgere al meglio il loro compito. Educati, ossia portati per mano a trovare quotidianamente le soluzioni agli ostacoli che si presenteranno sul cammino del loro figlio con diverse abilità.
La figura dello psicologo interviene per sostenere i genitori.
Si rende necessario, infatti, creare una presa di conoscenza da parte della coppia genitoriale delle proprie forze per affrontare, superare e gestire l’ostacolo.
Questo percorso avviene con la messa a segno di alcuni obiettivi che vedono prioritaria la valutazione del sé.
L’autostima è, infatti, alla base della relazione con se stessi e con l’altro. Con una valutazione sufficientemente considerevole della propria personalità, si accede alla formazione delle relazioni intrafamiliari ed extrafamiliari. La comunicazione verbale è fondamentale per la comprensione reciproca. Instillare nei genitori, dopo aver evidenziato le proprie qualità estimative, la concezione dell’”esprimersi per ottenere”è importantissimo.
Negli anni passati si preferiva occultare tra le mura domestiche quello che aveva dissomiglianza con le normo – abilità, dal ritardo mentale alla ipo – acusia, dalla sindrome di Down alla pariplegìa; questo per dire che, a torto, tutto ciò che differiva dall’aspetto salubre era da considerarsi malattia e malattia da tenere nascosta, anziché fatta conoscere; affinché il mondo ne prendesse atto, per cercare di guarire o di eliminare con la ricerca della cura, è passato tempo. Ora ci sono i diritti dei diversamente abili; purtroppo misconosciuti fino a quando qualcuno non ha urlato per farli riconoscere.
Le urla sono nate dalla gola di qualche genitore che non ne ha potuto più di dover da solo scavalcare le barriere, architettoniche e psicologiche, per assicurare al proprio bambino speciale la sopravvivenza in un mondo se non proprio insensibile, quanto meno distratto.
Ed allora si dia ai genitori l’insegnamento ed i mezzi per condurre il proprio bambino speciale nel mondo, per dotarlo di quel bagaglio indispensabile per crescere autonomamente, anche quando la coppia genitoriale non sarà più al suo fianco.
Il bambino speciale, se avrà genitori determinati, consapevoli e comunicativi affronterà la sua diversa abilità in maniera corretta e pronta al confronto.