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Il Role Playing

Il Role Playing, o gioco di ruolo, consiste nel riprodurre situazioni sociali e professionali tipiche dell´ambito o del tema che si intende trattare, lasciando ai soggetti un certo margine di libertà nella scelta dei comportamenti da assumere nell´agire il ruolo prestabilito.
Il gioco di ruolo, per la sua caratteristica di giocare, in una situazione relativamente protetta dalla dimensione del come se, offre la rara opportunità di sperimentare le proprie capacità senza dover troppo temere le conseguenze degli eventuali ´errori´ e, così, di apprendere nuove competenze e identificare quegli aspetti personali che maggiormente influenzano, positivamente o in maniera problematica, l´area lavorativa o scolastica. Infatti, l´azione e la successiva riflessione favoriscono profondi insight individuali, non solo in merito al ruolo agito, ma anche riguardo alle proprie dinamiche all´interno del gruppo di lavoro. Allo stesso tempo si produce un insight di gruppo: il gruppo, attraverso l´agire insieme e il confronto dei vissuti, accresce la propria consapevolezza sia circa il modo in cui affronta la situazione oggetto di apprendimento, sia circa le dinamiche relazionali interne e sottese al gruppo, migliorando così le proprie capacità comunicative e d´interazione.

Interpretando diversi ruoli all´interno del gruppo ognuno capirà meglio sé stesso ed i propri ruoli abituali, ne aumenterà le possibilità, trasformando spesso il suo modo di essere.
Questa esperienza privilegiata sfocia su una migliore conoscenza di sé e degli altri, su una presa di coscienza di ciascuno e del proprio atteggiamento profondo. (Schutzenberger, 1975, p.80)

Il gioco di ruolo promuove un apprendimento di tipo attivo e per questo molto efficace. Basandosi su un processo circolare che attiva e valorizza tutto il gruppo, riesce a superare i limiti del rapporto unidirezionale docente-allievo. Inoltre, attraverso l´integrazione della dimensione verbale con quella dell´azione favorisce un apprendimento in cui le conoscenze non sono trasmesse già preconfezionate al soggetto, ma sono da lui scoperte, se non prodotte, per gradi attraverso l´esperienza diretta. E,

Apprese in questo modo, queste lezioni non si dimenticano facilmente (Schutzenberger, 1975, p.70)

Il Sociodramma
Si distingue tra due tipi, o meglio, due livelli operativi di sociodramma: il sociodramma come intervento sui ruoli collettivi, e il sociodramma come intervento sul conflitto nodale del gruppo.
Il sociodramma come intervento sui ruoli collettivi è il classico sociodramma, così come è stato formulato da Moreno. È un tipo di intervento che non si rivolge necessariamente a gruppi precostituiti ma che si rivela efficace anche con gruppi molto ampi. Il punto di partenza fondamentale è che il gruppo sia accomunato da un interesse, da un obiettivo, o da una particolare condizione sociale. Oggetto di indagine sono, infatti, gli aspetti collettivi e culturalizzati dei ruoli, le ideologie e gli stereotipi sociali, e le dinamiche relazionali del gruppo cui si rivolge. I vissuti personali entrano nel sociodramma solo come variazione individuale, e quindi arricchimento, del ruolo collettivo e cristallizzato.

Il protagonista sul palcoscenico non rappresenta una dramatis persona, (…) ma un´esperienza collettiva. Egli (…) è un estensione emozionale di molti io. (Ibidem, p.428)

Il lavoro si apre con una fase iniziale di riscaldamento finalizzata all´emergere dei ruoli collettivi critici e dei temi di maggior interesse per il gruppo in questione. A questa fase segue la rappresentazione, che sarà svolta da uno staff di io ausiliari e da volontari del pubblico; l´elaborazione della scena segue le modalità psicodrammatiche (inversione di ruolo, doppio, specchio, eccetera), favorendo la partecipazione e la trasformazione del materiale da parte del pubblico, e così il cambiamento.
Il sociodramma, così formulato, si è dimostrato un potente strumento di formazione per grandi gruppi. Esso aiuta i gruppi nella riflessione e nel confronto su tematiche importanti, nella maggior comprensione delle dinamiche interne al gruppo stesso o tra gruppi diversi, e, infine, nella sperimentazione e nell´apprendimento di modalità relazionali più adeguate, ai fini di una convivenza pacifica e produttiva. Moreno lo riteneva particolarmente utile per trattare i conflitti interculturali, come ad esempio quello tra bianchi e neri, e come strumento di ricerca antropologica. Oggi viene applicato in quasi tutti i campi, sia con finalità diagnostiche che formative, ma anche come strumento di sensibilizzazione sociale.
Il sociodramma come intervento sul conflitto nodale del gruppo, invece, deriva principalmente dalle formulazioni e dalle esperienze degli psicodrammatisti argentini. In questo caso l´intervento è centrato sui vincoli esistenti nei gruppi naturali (coppie, famiglie, comunità) e nei gruppi strumentali (gruppi di lavoro, di apprendimento, eccetera). Oggetto del sociodramma sono i ruoli sociali sottostanti allo sviluppo e alle attività del gruppo, e l´obiettivo è quello di rendere manifesti le dinamiche interne e gli eventuali conflitti.

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