Siamo dunque personaggi che mettono in atto un copione scritto dall’inconscio: tutto ciò che scegliamo per la nostra vita è determinato da forze inconsce tra loro in relazione dinamica.
Il modello psicodinamico moderno propone quattro aree teoriche psiconanalitiche:
2) la teoria delle relazioni oggettuali, derivata dalla teoria di Melanie Klein;
Nessuno è privo di meccanismi di difesa: la saluta e la malattia psicologica stanno su un continuum.
Sebbene desideriamo mantenere l’illusione della continuità del Sé, in realtà siamo costituiti da Sé multipli e discontinui, costantemente ridefiniti da relazioni reali o immaginarie con gli altri. Si formano in noi dei Sé narrativi che possano dare coerenza emozionale alla nostra vita.
Paradosso della terapia è che nel momento in cui i pazienti apprendono a tollerare tutto ciò, cominciano a sentirsi più costanti e coerenti.
La psicologia del Sé
Questo approccio cerca di dimostrare che tutte le forme di psicopatologia si basano su difetti presenti nella struttura del Sé e che questi sono dovuti a disturbi delle relazioni Sé/oggetto-Sé nell’infanzia.
Mentre la psicologia delle relazioni oggettuali si interessa delle relazioni interne tra le rappresentazioni del Sé e quelle dell’oggetto, la psicologia del Sé sottolinea come le relazioni esterne aiutino l’individuo a mantenere autostima e coesione del Sé. Secondo Kohut il paziente ha un bisogno disperato, per mantenere il proprio senso di benessere, di certe particolari risposte da parte delle altre persone.
Gli altri non vengono considerati come individui separati ma come “oggetti”, come “funzioni” che possono gratificare i bisogni del Sé.
Il bisogno degli oggetti-Sé non viene, secondo Kohut, mai superato ma continua per l’intero corso della vita. All’essere umano sono indispensabili per sopravvivere le risposte convalidanti ed empatiche da parte degli altri, per mantenere un certo grado di stima. La maturazione e la crescita semplicemente ci allontanano dal bisogno di oggetti-Sé arcaici per portarci verso la capacità di utilizzare oggetti-Sé più maturi e adeguati.
Obiettivo della terapia è quindi rafforzare la debolezza del Sé in modo che si possa tollerare esperienze non ottimali con oggetti-Sé senza che si verifichi una significativa perdita di coesione.
Prospettive post-moderne
Comune all’insieme di teorie sviluppatasi recentemente in questo ambito è la sfida alla concezione di una verità oggettiva contenuta nel paziente che l’analista osserva in maniera totalmente imparziale. Secondo queste teorie infatti le percezioni che il clinico ha del paziente sono sempre influenzate dalla sua soggettività. Esse riconoscono l’esistenza di una realtà esterna ma sottolineano come ciascun partecipante nella diade analitica sia portatore della propria prospettiva che riguarda quella realtà.
Per quanto riguarda l’ambito evolutivo, la maggior parte di queste teorie, in accordo con la teoria delle relazioni oggettuali, sottolineano il fatto che il bambino interiorizza un’intera relazione d’oggetto e che ogni interazione “faccia a faccia” è costruita insieme o regolata in senso biunivoco.