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Mente

Il Counseling Artistico

L’arte non veicola le emozioni attraverso un linguaggio descrittivo e razionale ma, piuttosto, le trasporta nel tempo e nello spazio attraverso un linguaggio del tutto irrazionale. L’arte e la creatività, passando per il linguaggio analogico e per l’apprendimento esperenziale, mostrano all’uomo le vie alternative per crearsi sempre delle possibilità, per non rimanere mai nell’angolo senza via di scampo. La capacità creativa è diventata, in questo mondo professionale pieno di concorrenza, una delle più importanti abilità da sviluppare e allenare.
L’arte si muove attraverso la creatività che è di tutti e non solo dell’artista. L’artista crea opere d’arte ma tutti noi possiamo muoverci attraverso la creatività, tutti noi possiamo imparare sperimentando l’arte. L’esperienza artistica può essere considerata un buon strumento di crescita personale. La capacità creativa oggi è una caratteristica fondamentale nel profilo della maggior parte delle figure professionali. Sviluppare le capacità creative dei propri dipendenti e collaboratori è il primo passo di un’organizzazione per acquisire l’attitudine all’imprevisto e alla gestione del cambiamento. Nella gestione del personale, le organizzazioni moderne e competitive, dovrebbero sempre inserire della formazione di carattere artistico al fine di rendere il gruppo lavoro competente, attivo, soddisfatto e creativo. E’ meglio un dipendente, o un collaboratore, c-reativo piuttosto che uno semplicemente rea(t)tivo: il primo rende il lavoro dirigenziale più difficile ma porta di solito ottimi risultati, il secondo rende il lavoro dirigenziale semplice ma porta meno della metà dei risultati auspicabili, quando non declina verso l’insuccesso totale.
Il counseling, come diverse volte è stato detto, lavora sui meccanismi caratteriali cercando la consapevolezza e la responsabilità per passare poi ad un accrescimento creativo che aiuta il cliente a formare nuove e alternative griglie di interpretazione rispetto a quelle già sperimentate.
La competenza, sappiamo, non è composta solamente da una buona conoscenza tecnica di una materia ma è necessario affiancarvi anche un’attitudine professionale capace e competente derivante dal senso di responsabilità e da una grande consapevolezza di se stessi, dei propri obiettivi e dei propri limiti che, aiutati da capacità creativa, si trasforma in professionalità producente. Per meglio spiegare che differenza c’è tra la conoscenza e la consapevolezza uso un esempio molto semplice: una persona può avere una conoscenza tecnica della lingua inglese di grado eccellente eppure, utilizzando un atteggiamento sbagliato ovvero un linguaggio negativo, non riesce mai ad ottenere la risposta che cerca. Naturalmente bisogna fare attenzione a non confondere la consapevolezza con l’intuito: alcune persone sono intuitive e sbagliano meno di altre nella scelta in tempi rapidi sul da farsi, consapevole, però, è un´altra cosa. La persona consapevole conosce il suo atteggiamento caratteriale e, se occorre, è in grado di scegliere, o meno, di modificarlo in modo da raggiungere l’obiettivo.
Imparare a riconoscersi e a scegliere la strada da percorrere, anche quando bisogna cambiarla, non è né immediato né facile anzi, di solito si cerca di evitare questo passaggio faticoso e, qualche volta, doloroso.
L’arte, intesa nel senso di sperimentazione, permette all’uomo di misurarsi con se stesso e di superarsi, di scoprire i propri canali alternativi e di crescere in modo completo passando attraverso un linguaggio di tipo analogico piuttosto che logico. La sua efficacia, infatti, sta proprio nell’azione catartica, nel passaggio del messaggio attraverso un canale esperenziale piuttosto che verbale.
L’arte non veicola le emozioni attraverso un linguaggio descrittivo razionale ma, piuttosto, le trasporta nel tempo e nello spazio attraverso un linguaggio del tutto irrazionale. Vivere l’arte equivale a vivere l´emozione non come comunicazione ma come reazione fisica e incontrollata. Guardo un quadro e mi viene una stretta al cuore forte forte poi, penso e razionalizzo: l’uomo di Munch ne “l’urlo” mi fa tornare in mente l´angoscia e la paura. Penso, e mentre penso la stretta al cuore passa. Il momento in cui sento la stretta al cuore si apre il canale dell’azione catartica che porta alla consapevolezza. Quando la stretta al cuore termina, la consapevolezza è avvenuta: di me mi accorgo che nel provare questa stretta al cuore provo proprio questo tipo di emozione e non un´altra. A rievocarmi questa emozione con questa stretta al cuore è l’urlo di un dipinto, il ricordo di quando … proprio quel momento, proprio quel ricordo. La prossima volta che sento una stretta al cuore saprò cosa sto provando, saprò cosa mi sta succedendo!
L’arte è da sempre un mezzo di guarigione: guarire vuol dire migliorare. Gli sciamani (buffa parola, come dice il mio amico attore di nome Andreo, gli sciamani sono coloro che dicono “sciò con le mani a ciò che è cattivo”) usavano la danza e il canto per entrare in contatto con l´aldilà e chiedere aiuto per una guarigione … a volte funzionava!
Il percorso contrario è molto più lungo e non sempre il passaggio avviene. Se guardando un quadro penso “questo uomo che urla è angosciato e ha paura”, non prendo consapevolezza della stretta al cuore che mi fornisce un certo messaggio, non imparo a riconoscere me stesso e i miei stessi messaggi emotivi, segnali del corpo, ma mi concentro sulla vita di qualcun altro, addirittura sulle emozioni che può provare l’uomo nel dipinto, o il suo autore: mi allontano da me! Ascoltando o guardando o sperimentando l´arte capita, a volte, che improvvisamente e inconsapevolmente senti un´emozione forte, un nodo si scioglie, un senso di illuminazione e di gioia (anche se si parla di tristezza) ti apre delle porte fino a quel momento sigillate nel tuo cuore, nella tua mente, si chiama azione catartica.
Non dimentichiamo che non bisogna aver paura dell’arte, tutti possiamo giocare con l’arte sperimentando la nostra creatività, siamo tutti creativi e non è necessario elaborare delle opere prime, quelle le si lascino agli artisti di mestiere, noi limitiamoci a sperimentare l’arte, un modo divertente e funzionale di crescere.
L´arte è un importante mezzo per vivere ed esprimere la propria emotività o viverla e leggerla attraverso il lavoro dell´artista. L´artista esprime con l´arte se stesso e la propria emotività, e con essa stati d´animo appartenenti all´intero genere umano che, assistendo, ha la possibilità di viverli, riconoscerli, trovarli, dargli voce. L´arte concretizza l´esistenza non solo dello stato d´animo dell´artista che la plasma o dell´amante dell´arte che la vive passivamente ma, in senso più largo e completo, l´arte è il mezzo attraverso il quale viene veicolato lo stato emotivo filogenetico dell´uomo: dell´intero gruppo di appartenenza di quel preciso determinato periodo storico in cui viene creata l’opera d’arte, è perciò una fonte di carattere storico culturale capace di esprimere uno stato emotivo anche dopo millenni.
Attraverso l’arte la persona esprime se stessa entrando in comunicazione, in modo consapevole o no, con se stessa e con il mondo esterno. Attraverso questo “entrare in contatto” diretto con se stesso si acquisisce un grado in più di consapevolezza e una possibilità in più di cambiamento del proprio atteggiamento. Avendo agito un cambiamento in noi stessi lo si agisce anche verso gli altri, verso l’esterno; introducendo una variante nella relazione che necessariamente porta ad un cambiamento anche all’esterno. L’arte e la creatività insegnano all’uomo vie alternative di comunicazione, di soluzione, di comprensione. L’uomo che viene sollecitato da percorsi formativi di carattere artistico, tendenzialmente apprende a guardare il mondo con più occhi, ad ascoltare l’esterno in modo empatico e attento, a prestare attenzione ai particolari, a trovare vie alternative di espressione, a mantenere un certo equilibrio nel suo stato emotivo, tutte caratteristiche fondamentali per una persona di successo nella vita privata e nel mondo professionale, soprattutto in un momento storico tanto incerto.

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Silvia Corridoni

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