I GRUPPI DI PAROLA PER GENITORI SEPARATI
Gestire la separazione in un’ottica CONDIVISA
Durante la fase della separazione, i coniugi necessitano di un contesto supportivo che li aiuti a superare il disagio conseguente il termine del patto coniugale e la ristrutturazione dei ruoli familiari che ne deriva. Le motivazioni che hanno condotto alla separazione- presumibilmente inerenti l’impoverimento del legame, la perdita di investimento affettivo nello stesso o un deprezzamento del patto di fiducia originario, si rendono fattori ostruttivi della necessità di riadattamento, difficile e tuttavia imposta dalla contingenza separativa.
I rapporti tra i coniugi sono spesso esasperati da conflitti reiterati e ingestibili, da stili comunicativi deficitari, agiti emotivi, condotte ritorsive che rendono impossibile il reciproco accesso. In un contesto così saturo di emozioni disfunzionali, cercare di evitare al figlio un carico stressogeno non si mostra facile. È al contrario probabile che, travolti dalle personali burrasche emotive, i coniugi abdichino ai propri doveri genitoriali, dimenticandoli completamente o posponendoli ad investimenti narcisistici considerati prioritari.
Non sono rari i casi in cui i figli vengono letteralmente fagocitati dal vissuto conflittuale separativo, divenendo il riflesso di una incomunicabilità coniugale e lo strumento espressivo della stessa. Né meno soventi sono le strumentalizzazioni- connesse a processi di triangolazione e a dinamiche ritorsive di coppia, la cui matrice prettamente coniugale impedisce la presenza di una dimensione bigenitoriale e il rispetto delle esigenze inscindibilmente connesse allo status di figlio.
Gruppi di parola: gli obiettivi
Affinché la separazione non comporti danni maggiori rispetto a quelli fisiologicamente collegati alla rottura di un legame affettivo, è dunque necessario l’intervento di una capacità trasformativa in grado di tramutare un evento critico in un’occasione di crescita e avanzamento.
È questa la finalità con cui sono stati istituiti i gruppi di parola per genitori separati, nati in Canada nella seconda metà degli anni ’90, e oggi piuttosto diffusi anche in Italia, pur con un lieve ritardo rispetto al resto dell’Europa.
Se ne riportano di seguito gli obiettivi specifici:
– Garantire la continuità del legame genitoriale anche e malgrado la rottura del patto coniugale.
– Mettere da parte i conflitti coniugali, appannaggio di una velleità relazionale tutta volta alla comunicazione assertiva, alla verbalizzazione, all’empatia e al rispetto dell’altro.
– Ribadire l’importanza dell’impegno alla bigenitorialità, nell’interesse comune e superiore del bambino.
– Trasformare la crisi in una risorsa produttivo-adattativa, sostenendo i genitori nella gestione delle criticità cui il processo di separazione li porrà inevitabilmente di fronte.
STRUTTURA DEI GRUPPI DI PAROLA
Il gruppo è formato da un minimo di 4 partecipanti ad un massimo di 12.
La brevità del percorso richiede la formazione di gruppi chiusi, soprattutto al fine di evitare l’effetto notoriamente destabilizzante che un ingresso in itinere potrebbe avere sulla continuità e sulla linearità del pensiero collettivo.
Coniugi che hanno già avviato un processo di separazione non possono far parte del medesimo gruppo, il cui accesso è precluso anche a soggetti caratterizzati da uno stile comunicativo improntato sull’agito- o ancor peggio sulla violenza- di per sé ostativo alla costruzione del confronto dialogico e simmetrico richiesto dal contesto.
Gli incontri- generalmente non in numero superiore a sei- hanno una cadenza quindicinale e una durata di 2 ore ciascuno. Un percorso supportivo breve, specificamente pensato per garantire una sostenibilità logistico- finanziaria quanto più ampia possibile.
Il modello dei gruppi di parola per genitori separati segue un’impronta operativo-esperienziale:
– nella parte iniziale ognuno dei partecipanti offre una descrizione della propria condizione, identificandone i punti deboli e le criticità, in una finalità reciprocante e di condivisione con gli altri. È una sorta di autopresentazione con cui il partecipante fa il punto della situazione, ma anche un utile ice breaking che rompe l’imbarazzo, favorisce la costruzione di un pensiero collettivo e crea un’atmosfera di warming in cui tutti possono sentirsi pienamente accettati, accolti e non giudicati. È inoltre un ottimo spunto di identificazione, che consente agli altri partecipanti di riconoscersi empaticamente in ciascuna delle esperienze riferite dal singolo.
– I temi emersi nella prima parte dell’incontro vengono in seguito analizzati più approfonditamente, all’interno di discussioni dirette da uno psicologo/psicoterapeuta specificamente formato nel sostegno alla genitorialità. Ma non si tratta di una conduzione direttiva, bensì di una guida direzionante e contenitiva, finalizzata a mantenere evidenti gli obiettivi del gruppo, a gestirne adattivamente le emotività, a favorire occasioni di reciproco confronto in una prospettiva motivante, cui ciascuno può contribuire con l’apporto della propria esperienza.
– Nella fase finale il conduttore chiede di ribadire le conclusioni emerse dalla discussione o dal lavoro svolto in gruppo, al fine di favorire non soltanto la trasmissione ma anche l’apprendimento e l’assimilazione dei messaggi.
Il clima collaborativo creato nel gruppo, oltre a fungere da fattore di attivazione, agevola la costruzione di uno stile comunicativo reciprocante ad alto effetto identificativo, attraverso il quale è possibile dar vita ad investimenti affettivi più accoglienti e a strategie di coping più flessibili. Obiettivo raggiunto anche attraverso lo svolgimento di attività pratiche come puzzle, collages, visione di filmati, drammatizzazioni, brainstorming, disegni: nella convinzione che la presenza di una collaborazione fattiva co-costruita agevoli la formazione di un pensiero polisemico e mentalizzante, utile alla creazione di punti di vista meno autocentrati e maggiormente improntati all’accoglienza dell’altro. Al contempo, la percezione di Sé come del soggetto attore e costruttore del proprio cambiamento, aumenta il vissuto di motivazione intrinseca durante l’intero percorso.
IL GRUPPO PER NON SENTIRSI SOLI
La separazione comporta il difficile compito di collocare se stessi in una dimensione diversa da quella occupata nel nucleo familiare originario: una posizione esterna- e tuttavia sufficientemente radicata all’interno dello stesso- nel pieno rispetto dei doveri genitoriali. Si tratta di un compito ineludibile che condotte di isolamento, di chiusura relazionale, o ancor peggio di negazione e colpevolizzazione rischiano di rendere ancor più irrealizzabile.
Da questo punto di vista il gruppo costituisce un’occasione di crescita condivisa, pur nel rispetto dell’identità del singolo, uno strumento in grado di creare un idioma relazionale intimo e costruttivo, in cui le emozioni sono piene ma mai saturate, e la continua presenza dell’altro da Sé contribuisce alla costruzione di un contesto trasformativo, significante e accogliente. Il genitore consegna al gruppo la propria difficoltà, nella speranza di vedersela restituire trasformata, e dunque più accettabile. Egli narra il proprio disagio, trovando, nell’ascolto e nell’accoglienza dell’altro, la possibilità di rielaborarne gli aspetti più ingestibili.
Il gruppo come strumento che tiene e contiene le angosce consentirà infine l’attivazione di quelle risorse genitoriali che la rottura del legame rischia di depauperare, creando un prezioso contesto di guida ed orientamento per tutti quei coniugi in procinto di affrontare il doloroso percorso della separazione.
Bibliografia
– Berto, F. Scalari, P. ( 2006) Fili spezzati, aiutare genitori in crisi, separati o divorziati, La Meridiana, Bari;
– Cigoli, V. (1998) Psicologia della separazione e del divorzio, Il mulino, Bologna;
– Oliviero Ferraris, A. ( 2015) Dai figli non si divorzia: separarsi e rim
2 Comments
Nicola Maria Viscanti
Buonasera,
sono in fase di separazione e mi piacerebbe poter partecipare agli incontri per poter affrontare al meglio le difficoltà che la rottura porta con sé anche e soprattutto nell’interesse dei miei due figli.
In attesa di un vostro riscontro porgo cordiali saluti.
Caffeone
Buongiorno, noi siamo solo un portale di informazione. Si rivolga con fiducia ad uno psicologo o psicoterapeuta della sua zona o ci scriva per indicarci dove abita e proviamo a trovare qualche collega nella sua area. Cordiali saluti, Redazione