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Miglioramento

Gestalt Counseling e Arte nello Sviluppo di Consapevolezza e Creatività

Abstract
Una persona c-reativa (piuttosto che rea(t)tiva) e consapevole apporta all’organizzazione personalità, risorse, energie e possibilità, soprattutto nei momenti di crisi come quello che stiamo vivendo.
C’era una volta un gruppo di studio che si era riunito in un posto di mare per sperimentare insieme il teatro con l’intenzione di coglierne la vera essenza…I colleghi applaudono forte, il conduttore viene all’interno del cerchio mi tende la mano per aiutarmi a rialzarmi e sorridendo dice: “Mi hai fregato ma sono emozionato, brava!”.

Articolo
L’arte si muove attraverso la creatività che, come ho detto altre volte, è di tutti e non solo dell’artista. Tutti noi possiamo muoverci attraverso la creatività, tutti noi possiamo imparare sperimentando, tutti noi … possiamo! L’esperienza artistica va considerata uno strumento di crescita e quando cresci ti emozioni e prendi consapevolezza di te stesso.
Nella gestione del personale, le organizzazioni moderne e competitive, dovrebbero sempre inserire della formazione di carattere artistico al fine di rendere il gruppo lavoro creativo e consapevole. Una persona c-reativa (piuttosto che rea(t)tiva) e consapevole apporta all’organizzazione personalità, risorse, energie e possibilità, soprattutto nei momenti di crisi come quello che stiamo vivendo.
La competenza è composta da conoscenza tecnica, attitudine professionale, senso di responsabilità, creatività e consapevolezza.
Vi propongo una fiaba, che è il narrare di un momento che ho veramente vissuto e che condivido nella speranza che sia di spunto per affrontare imprevisti e cambiamenti.
C’era una volta un gruppo di studio che si era riunito in un posto di mare per sperimentare insieme il teatro con l’intenzione di coglierne la vera essenza. Il gruppo, seduto per terra in circolo su una terrazza accaldata dal sole e dal profumo del mare limpido, aspettava le direttive di lavoro del conduttore: “Tocca a te, alzati e interpreta la danza dei veli in una danza morbida e sensuale”.
Il sangue mi comincia a pulsare in maniera violenta ma ho pieno controllo del mio corpo, un po’ meno dei miei pensieri “la danza dei veli io?”, “stiamo scherzando?” ma ho pochi secondi per accettare o rifiutare di mettermi in gioco. Il dilemma affiora nella mia mente, rapido e incalzante: se dico no perdo l’occasione di sperimentarmi, se dico si ho l’occasione di perdere la faccia. Scelgo di accettare l’invito a sperimentarmi e ho poco tempo per organizzare la danza. Richiamo alla mia mente l’elenco di quanto ho messo nella valigia per vedere se trovo qualcosa che possa aiutarmi nella scenografia; una serie di parei colorati di leggerissima garza, fa al mio caso. Corro a prendere i parei fantasticamente trasformati in veli mentre penso a come posso rendere sensuale e morbida la danza senza violentare il mio senso del pudore. Indosso un top color arancio e dei pantaloni di cotone larghi e leggeri. Decido che i piedi nudi con le unghie laccate di rosso possono andare benissimo.
Torno nel cerchio coperta dai 7 veli, i miei colleghi battono le mani e intonano una musica, si accende la telecamera e inizia la danza. I piedi si muovono leggeri e morbidi, il corpo segue la musica di sottofondo girando all’interno del cerchio, i veli cadono uno dopo l’altro addosso ai colleghi … alla fine cado in terra con i piedi nudi e laccati di rosso, con il top arancio e i pantaloni indosso, senza più nessun velo tranne l’ultimo, color arancio. Lo tengo in mano ad un capo, l’altro capo in mano ad una collega che finge di volermelo strappare via. Cado in terra come sfinita. I colleghi applaudono forte, il conduttore viene all’interno del cerchio mi tende la mano per aiutarmi a rialzarmi e sorridendo dice: “Mi hai fregato ma mi sono emozionato, brava!”.
Non voglio aggiungere spiegazioni a questa fiaba perché ognuno possa farne ciò che vuole. Non inserisco una bibliografia all’articolo perché non ce n’è. Questa è gestalt, parla di esperienza e di consapevolezza, tutto il resto è teoria che vi ho già raccontato.
Sarò felice di leggere le vostre fiabe.

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Silvia Corridoni

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