Cosa vuol dire sviluppare “fiducia in azienda“? Ce lo siamo chiesti di recente, per progettare un weekend formativo per un network di franchising esteso su tutto il territorio nazionale.
Dato che uno degli obiettivi principali del network è prendersi cura di persone non autosufficienti o in un momento di difficoltà, la fiducia è tra i valori essenziali da trasmettere ai propri clienti e assistiti. Affidereste un vostro caro, di cui non potete occuparvi a qualcuno di cui non vi fidate?
Come trasmettere un valore simile all’esterno? Bisogna partire dall’interno naturalmente… anche perché, come affermano quelli di Great Place to Work, nelle aziende dove si lavora in un clima di fiducia reciproca si ottengono anche migliori risultati.
Si parla quindi di fiducia nel proprio team: se so di potermi fidare di tutti coloro che lavorano con me, mi sentirò più sicuro anche nei confronti dei miei clienti. Ecco perché tra le varie cose abbiamo proposto anche un esercizio di formazione esperienziale: il ciclo della fiducia.
Si tratta di una serie di esercizi di difficoltà incrementale attraverso i quali sperimentare la fiducia e l’affidarsi. Ovvero due facce della stessa medaglia. Alcune persone infatti si ritengono affidabili nei confronti dei colleghi… e poi fanno fatica a mettersi completamente nelle loro mani (o meglio braccia in questo caso).
Nel trust fall, l’esercizio finale del ciclo, dove ci si lancia all’indietro da una certa altezza (tavolo + sedia) e si viene ripresi dal proprio team. (Attenzione! Non provatelo senza sapere la procedura esatta per farlo in sicurezza).
Si sperimenta così la propria propensione alla delega, per esempio. E come sempre nei training esperienziali vi sono sorprese: persone normalmente in secondo piano che si lanciano facilmente per prime, come se fosse per loro la cosa più naturale del mondo; altri che normalmente appaiono più decisi hanno invece qualche esitazione; qualcuno che lo riteneva impensabile per sé che invece l’ha fatto!
E vedere la loro faccia dopo non ha prezzo…
Perché c’è un altro elemento, ancora prima di quelli menzionati: la fiducia in se stessi. Qualcuno la confonde con l’autostima, ma in realtà si tratta di autoefficacia, riguarda cioè il fare ed è condizionata dai risultati che otteniamo.
Si sviluppa gradualmente e si guadagna man mano che diventiamo competenti in ciò che facciamo, perciò possiamo avere un forte senso di autoefficacia in un ambito e non in un altro.
Come scrive Lucia Giovannini in Tutta un’altra vita, sviluppare fiducia nelle nostre capacità ci aiuta a pensare che nella vita riusciremo comunque a cavarcela egregiamente, il che ci permette non solo di accettare meglio il nostro destino ma di crearlo al meglio.
Quando il senso di autoefficacia invece diminuisce troppo… chiamateci: è il momento di fare un trust fall!
E’ sempre bene ricordarsi, come suggerisce Aldo Busi, che Non si ha fiducia negli altri perché essi se la meritano, ma perché merita di averla colui che la prova.