Sintomi dell’Endometriosi
Nel 20-25% dei casi l’endometriosi è asintomatica e viene diagnosticata casualmente durante un intervento di laparoscopia eseguito, nella maggior parte dei casi, per un problema di infertilità. Studi epidemiologici hanno osservato problemi di infertilità nel 30-50% delle pazienti desiderose di gravidanza e affette da endometriosi.
Infatti i sintomi tipici dell’endometriosi sono il dolore e l’infertilità.
Tuttavia la sintomatologia dell’endometriosi è molto varia e complessa. L’eterogeneità delle sue manifestazioni è legata alla diversa localizzazione ed estensione degli impianti.
L’intensità del dolore non è in rapporto con l’ampiezza e la dimensione delle lesioni: infatti ci sono donne con endometriosi molto sviluppata che riferiscono una modesta sintomatologia, mentre è possibile che piccole aree possono causare dolori molto intensi.
In caso di localizzazioni extragenitali possono associarsi sintomi intestinali o a carico delle vie urinarie, a seconda della localizzazione della malattia. L’endometriosi intestinale può manifestarsi con sintomi aspecifici come diarrea, stipsi, dolore addominale diffuso, sanguinamento rettale, dischezia e raramente con un’ostruzione intestinale. Nei casi di interessamento vescicale le pazienti possono riferire dolore durante la minzione ed ematuria.
Sintomi di dolore pelvico e localizzazioni extragenitali
Il dolore pelvico è presente nel 60% dei casi e tipicamente si manifesta sotto forma di dolore cronico oppure acuto, quando si presenta ciclicamente in occasione della mestruazione, dell’ovulazione e dei rapporti sessuali.
Le pazienti con coinvolgimento di vescica o intestino riferiscono dolore durante la minzione o l’evacuazione o sintomi intestinali aspecifici, come periodi di stitichezza alternati a diarrea, gonfiore addominale o sensazione di mancato svuotamento intestinale, che vengono spesso attribuiti alla “sindrome dell’intestino irritabile”.
Questi sintomi possono cronicizzare tanto da accompagnare la donna per tutto il periodo riproduttivo.
Aspetti psicologici
Aspetti psicologici dell’endometriosi
L’endometriosi viene definita una malattia cronica ed invalidante, che comporta elevati costi in termini di salute fisica e psichica, ripercuotendosi negativamente sulla qualità di vita sessuale, sociale, familiare e lavorativa. Le donne affette da dolore pelvico correlato all’endometriosi manifestano più frequentemente disturbi legati all’ansia o alla depressione.
La severa sintomatologia dolorosa cronica comporta una complessiva perdita di benessere generale e impatta negativamente su ogni ambito di vita della paziente. Oltretutto la malattia si presenta quasi esclusivamente in età giovanile, ripercuotendosi su tre aspetti importanti della vita: lavoro, sessualità e fertilità.
Le pazienti vivono un disagio psichico che spesso si presenta sotto forma di stato depressivo vero e proprio, che deriva dalla difficoltà nella comunicazione delle proprie problematiche in ambito familiare, lavorativo e spesso anche ai medici, per la paura di non essere credute o di subire una banalizzazione del loro problema. La malattia può arrivare ad alterare l’immagine corporea delle donne tanto da causare una perdita dell’autostima, determinando sensi di colpa e isolamento sociale. La perdita dell’autostima sembra essere il fattore che maggiormente influenza l’insorgenza della depressione.
Altre ancora non chiedono aiuto e non cercano soluzione al loro dolore perchè tendono a pensare che sia normale per una donna soffrire durante il ciclo mestruale, durante il rapporto sessuale.
Lo status sociale come fattore di rischio
Studi epidemiologici hanno evidenziato una correlazione tra l’endometriosi e una condizione socio-economica medio/alta. Il rischio di ammalarsi risulta maggiore nelle donne con più alta posizione sociale e disponibilità economica, con grado di istruzione più elevato e abitudini e stili di vita ad esso correlati.
Probabilmente perché:
1- donne con maggiore status socioeconomico sono generalmente più consapevoli ed attente al loro stato di salute e soprattutto hanno le possibilità economiche per sottoporsi a maggiori accertamenti e controlli (si stima che si riesca a giungere alla diagnosi in media in 6-7 anni e dopo aver incontrato numerosi specialisiti).
2-molti dei fattori di rischio suggeriti per l’endometriosi (la storia riproduttiva, la massa corporea, l’attività fisica e la dieta) sono condizioni correlabili al grado di istruzione e alle condizioni socioeconomiche medio-alte.
Endometriosi come malattia sociale
Nel 2004 il Parlamento Europeo emana la «Written Declaration on Endometriosis» con cui sollecita gli stati membri a prendere provvedimenti su scala europea in merito a formazione ed informazione sull’endometriosi che viene considerata una malattia sociale. In questo documento è stato evidenziata la scarsa conoscenza della patologia, non solo tra le pazienti, ma anche tra i medici, con gravi ritardi nella diagnosi e nella scelta della terapia appropriata e il grandissimo impatto economico e sociale, con costi diretti e indiretti annui valutati attorno ai 30 miliardi di euro.
Nel 2006, la commissione igiene e sanità del Senato ha svolto un’indagine conoscitiva (chiamata «Il fenomeno dell’endometriosi come malattia sociale») mirata a fotografare la situazione italiana con l’obiettivo di quantificarne l’impatto economico e di fornire elementi di conoscenza e orientamento per l’adozione di politiche pubbliche alla luce delle linee guida europee e mondiali: la patologia è stata ampiamente descritta in merito alle caratteristiche cliniche, alle principali difficoltà diagnostiche e alle potenziali terapie.
Nel 2017 l’endometriosi viene inserita nei LEA e viene riconosciuta come malattia «cronica e invalidante» negli stadi clinici più avanzati (“moderato o III grado” e “grave o IV grado”) riconoscendo a queste pazienti il diritto ad usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo. Attualmente si stimano circa 300.000 esenzioni.
Nonostante siano evidenti gli effetti invalidanti di questa malattia cronica, l’endometriosi non è attualmente compresa nelle tabelle ministeriali dell’invalidità civile. Tuttavia è riconosciuta a tutti gli effetti come malattia sociale che dà diritto all’esenzione del costo delle prestazioni di assistenza sanitaria.
Il ruolo dello psicoterapeuta
Ogni terapeuta di fronte ad una donna che riferisce una sintomatologia in linea con quella descritta, come dispareunia e dismenorrea, considerando la storia clinica, dovrebbe ipotizzare la possibilità della presenza di endometriosi e indirizzarla presso un centro specialistico per la diagnosi di questa patologia.
Anche una gravidanza che non arriva può essere un campanello d’allarme, anche in questo caso la donna deve essere indirizzata presso uno specialista per indagare le cause.
È necessario accompagnare le donne che soffrono di endometriosi in un percorso di auto-consapevolezza, con l’elaborazione di strategie di coping e favorente l’empowerment. Essere consapevoli della propria condizione (che non è fisiologica) è sicuramente il punto di partenza per affrontarla e superarla, anche dal punto di vista psicologico.
Il ruolo dello psicoterapeuta è fondamentale nell’accettazione, prima di tutto, dello stato patologico, poi per riuscire a controllare l’ansia legata a un dolore e una difficoltà nell’affrontare la vita altrimenti inspiegabile.
È necessario trattare la depressione legata ad una condizione di una donna affetta da patologia cronica.
Bibliografia
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XIV / Senato della Repubblica XIV Legislatura 12a Commissione Permanente (Igiene e sanità) Seduta n. 308 Indagine Conoscitiva sul Fenomeno dell’Endometriosi 295 come Malattia Sociale. 9° Resoconto stenogra
Vigano,