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Autore Pro, Comportamento, Disturbi e Psicopatologie, Personalità

Disturbo di personalità borderline e dinamiche relazionali

Tra disregolazione emotiva e deficit di mentalizzazione 

Abstract

In psicopatologia, il concetto clinico di “borderline” è tra i più dibattuti per la sua caliginosa definizione, che abbraccia una limitata capacità di controllare emozioni e, di conseguenza, “comportamenti relazionali spesso imprevedibili e straordinariamente intensi ed eccessivi”.

Rientra nella più ampia categoria dei disturbi di personalità, caratterizzati da modalità disfunzionali e di pensiero disadattivo, che si manifestano in modo rigido, pervasivo e permanente. L’instaurarsi di una relazione intima ruota intorno a dinamiche piuttosto complesse. Dal podio dell’idolatria alla svalutazione profonda, i partner saranno trascinati in un vortice di emotività da cui spesso è difficile uscire.

Mettono in atto il processo di “incapsulamento”, notoriamente si comportano in modo da isolare la persona con la quale sono in contatto, tramite sottili tecniche manipolative.

Il confine tra amore e controllo può essere molto sottile: il modo in cui un borderline ama è intenso e appassionato, ma anche ossessivo.

Vive la sessualità in modo caotico e discontinuo e la perversione viene a manifestarsi nelle condizioni più gravi.

Come afferma Kernberg (2011), assumono particolare significato anche tutti quei comportamenti peculiari come perversioni, o parafilie. L’attività perversa è, spesso, una condizione esclusiva, obbligata e ripetitiva.

 

Caratteristiche del disturbo

Viene descritto da due nuclei portanti: uno legato alla regolazione delle emozioni ed uno alla sfera delle relazioni.

Il rapporto con le proprie emozioni, è rappresentato da una forte instabilità psicologica, in cui le emozioni tendono ad essere particolarmente intense. Può condurre a stati mentali di caos emotivo incontrollato, o di vuoto che cercano di controllare con strategie controproducenti, o azioni impulsive. 

Può sperimentare oscillazioni estreme dell’umore e confusione nella percezione di sé; tutto ciò si riflette in brusche variazioni nei propri valori e interessi.

 

Tratti salienti

Il disturbo è connotato dalla presenza di cinque, o più criteri diagnostici elencati nel DSM-V-TR (American Psychiatric Association). La quantità misurabile degli eventi e la ripetizione costante nel tempo distinguono il soggetto patologico, da uno non affetto dalla patologia, ma con alcuni tratti borderline.

I nove criteri sono i seguenti:

  • forte sentimento di instabilità e incertezza circa la propria identità;
  • paura cronica di essere abbandonati;
  • drammatica instabilità nelle relazioni affettive;
  • marcata reattività dell’umore (rapide oscillazioni del tono emotivo fra depressione, euforia, irritabilità e ansia);
  • frequenti esperienze di collera immotivata;
  • cronici sentimenti di vuoto interiore;
  • transitori, ma ricorrenti sintomi dissociativi (depersonalizzazione, amnesie lacunari, stati oniroidi di coscienza), oppure di ideazione paranoide;
  • comportamenti auto-lesivi impulsivi e incontrollabili (abbuffate compulsive, promiscuità sessuale senza attenzione a rischi di infezioni o di gravidanze indesiderate, cleptomania, abusi di alcool e droghe, ferite auto-procurate);
  • minacce o tentativi ricorrenti di suicidio.

Caratteristiche relazionali

Il pattern relazionale è tipico dell’attaccamento disorganizzato, caratterizzato dall’attivazione del “triangolo drammatico”.

Diversi studi dimostrano come gli utenti con personalità borderline abbiano vissuto esperienze affettive traumatiche precoci (Kernberg, 1994), in un ambiente familiare invalidante e hanno sviluppato un attaccamento insicuro e fallimentare con la figura primaria. Le loro madri sono state alternativamente fredde e asfissianti, anaffettive e cariche di emotività.  

In ambito sociale, questi soggetti presentano una forte capacità di comprendere quale è la persona più adatta da “agganciare” e sulla quale far presa emotivamente.

 

Relazioni intime

All’inizio di una storia d’amore, l’assetto mentale è all’insegna dell’idealizzazione. La relazione comincia in maniera intensa e travolgente; sono in grado di condurre rapidamente il rapporto a livelli di grande intimità e coinvolgimento emotivo e passionale, qualitativamente superiori a quelli sperimentati in altre situazioni.

La persona amata appare divinamente perfetta, l’amore e l’intimità si sviluppano rapidamente. Ciò che distingue tale esaltazione dalla normale sopravvalutazione, sono l’enfasi eccessiva e la sua intermittente durata. Pertanto, si assiste all’esibizione di automatismi di comportamento simili a qualche circostanza che si è già svolta in precedenza, come ad esempio, la ripetizione di frasi seducenti, l’utilizzo del proprio stato emotivo. Alcuni cercheranno di suscitare la compassione (ovvero “personalità drammatica”), ricalcando più o meno consapevolmente un copione già provato e sperimentato con successo nel passato.

Tentano di instaurare un rapporto simbiotico, di ingabbiare l’altro, di assicurarsi perentoriamente la sua presenza fisica, ma successivamente si sentirà soffocato da questo legame.

 

Conseguenze

All’improvviso, dopo dichiarazioni roboanti e pubbliche declamazioni, seguono silenzi, o fughe carichi di significati incomprensibili. Tutto ciò scatena incredulità nel partner e grande sofferenza, si affanna a chiedere chiarimenti, non riconoscendo più il compagno/a dolce e sensibile precedentemente conosciuto. Può, altresì, trovarsi di fronte a un soggetto brutale, iracondo, rabbioso. In seguito, può tornare sinceramente pentito, afflitto dai sensi di colpa, amorevole e premuroso.

Così si inaugura il primo giro di un’infinita e burrascosa serie di alti e bassi che genera, in chi li subisce, confusione e disorientamento.

Melges e Swartz (1989) hanno proposto un modello “cibernetico” che dà conto delle continue oscillazioni nella distanza interpersonale nei borderline. Le relazioni burrascose rifletterebbero una difficoltà a regolare lo spazio emozionale. Se la distanza si fa troppo ridotta, prevale il timore di essere passivizzati, inglobati, intrusi, dominati. Se, viceversa, l’altro/a si allontana, prevale il timore di essere abbandonati. Di fronte ad una prossimità che suscita minacce di intrusione, l’utente deve disimpegnarsi.

Un accorciamento della distanza attiva favorisce angosce di svuotamento emorragico che devono essere rapidamente contenute attraverso il ripristino di una distanza di sicurezza.

Come vivono la relazione

L’allontanamento, a sua volta, evoca l’angoscia di essere abbandonati, insieme a stati emotivi urgenti, sentiti come pericolosamente dilaganti e destabilizzanti. Il borderline non riesce ad avere una visione unitaria di sé e dell’oggetto d’amore: l’amato è o interamente buono, o interamente cattivo. Queste due rappresentazioni scisse prendono alternativamente il sopravvento nella mente, così che il partner in un momento è percepito come il migliore al mondo e in uno successivo un cencio senza qualità.

In altre parole, il pensiero si muove in termini di categorie assolute e polarizzate. Lo “switch” tra tali idee contrapposte avviene repentinamente, spesso a seguito di eventi insignificanti e con una frequenza molto elevata, anche più volte nella stessa giornata.

Applicando la scissione al sé, ad esempio, una parte può aspirare ad una relazione stabile, duratura, sincera e unica. L’altra parte si comporta e pensa in modo contraddittorio, ricercando emozioni forti, fino ad arrivare ai tradimenti. Il soggetto non si rilassa mai, non si fida, soprattutto di chi è davvero incondizionatamente interessato a lui.

Vivono sommersi da tsunami emotivi, l’odio è la moneta con cui ricambia l’amore del compagno/a. Inoltre, l’essere oggetto di affetto e attenzioni può risvegliare una voracità senza limiti, verso la quale anche il partner più amorevole è del tutto sprovvisto di mezzi.

Hanno una scarsa empatia verso il prossimo, cioè non sono in grado di capire che anche l’altro può esprimere dei bisogni, che può soffrire a causa di problemi personali.

 

Conseguenze

Ma se l’altro, sfinito, sfibrato dalla continua altalena umorale tenta di allontanarsi, il borderline va completamente in crisi: si riattivano i vissuti abbandonici e traumatici del passato. Possono subentrare atti autolesivi, o persino tentativi di suicidio come manifestazioni estreme di sofferenza emotiva e tentativi disperati di riattirare a sé proprio colui che veniva respinto.

La rabbia e l’impulsività costituiscono le riposte privilegiate a qualsiasi evento frustrante.

Le competenze relazionali sono spesso inadeguate perché impulsività e collera regolano e condizionano i comportamenti devastatori dei rapporti. Ritenersi indegni di ricevere amore e cose buone dalla vita porta all’auto-distruttività.

La paura dell’abbandono e della sofferenza è così forte che i frenetici sforzi per difendersi diventano una ragione in più per distruggere tutto.

Per essere convincenti, si avvalgono di menzogne, omissioni nei racconti, mezze verità, ecc. Il partner è talmente influenzato da non rendersi più conto di quale sia la realtà delle cose a causa di quel vortice di emozioni che cambiano repentinamente; rimane attaccato ai dolci ricordi dei primi tempi, alle belle parole, al sentore d’amore, minimizza la negatività. Più permane nel rapporto abusivo e meno sarà in grado di uscirne.

 

Morbosità/ ossessione

Può servirsi di atteggiamenti invadenti, come seguire i movimenti del partner, controllarne costantemente il telefono, cercare di limitare i suoi contatti con altre persone. In questo modo, cerca di proteggere la relazione e di evitare l’abbandono.

Queste espressioni possono diventare soffocanti e mettere a rischio la relazione stessa; è facile comprendere come la vicinanza a soggetti con queste caratteristiche risulti destabilizzante per chiunque.  Il borderline tende a trascurare e a svalutare la reale funzione dell’attività sessuale, in quanto la utilizza semplicemente come sfogo e soddisfacimento di una pulsione sessuale (Kernberg, 1995). Questa incapacità di identificarsi con l’altro e di non viversi a pieno in un rapporto sessuale maturo, è dovuta a un’incapacità di avere una chiara visione di sé.

L’attività perversa è l’espressione di fantasie aggressive inconsce, che si attivano all’interno del contesto di un incontro sessuale.

Nel tentativo di ridurre l’esperienza penosamente intensa e caotica delle emozioni, il paziente borderline può far ricorso alle droghe, all’alcool, o alle abbuffate di cibo, oppure può riuscire ad inibire totalmente, in alcuni momenti, l’intera esperienza delle emozioni, con la conseguenza di sperimentare inquietanti sensazioni di vuoto e di annichilimento (Linehan, 1993).

La vita di coppia diviene difficile da sostenere, estremamente instabile, mette costantemente alla prova e trascina in dimensioni di odio e amore, di speranza e sconforto.

 

Bibliografia

  • American Psychiatric Association (2023) “DSM-5-TR- Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali” – Raffaello Cortina Editore
  • Kernberg, O. F. (2011). Limitations to the capacity to love. The International Journal of Psychoanalysis, 92(6), 1501–1515
  • Kernberg, O. F. (1995). Love relations: Normality and pathology. Yale University Press.
  • Linehan, M. M. (1993). Cognitive-behavioral treatment of borderline personality disorder. Guilford Press.

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Patrizia Alessio

Docente Universitario a contratto presso diversi Atenei; Assegnista di ricerca - ambito: neuro-scienze; Autrice di articoli scientifici e testi universitari. Approfondimenti: comportamenti disadattivi nelle relazioni intime, love addiction, gestione delle dipendenze. Esperta, ricercatrice AGENAS, aree clinica, organizzativa, epidemiologica, sociale. Titolare di uno spazio aggregante per minori provenienti da contesti socio-culturali difficili - Ha svolto, altresì, il ruolo di coordinatrice sanitaria di una struttura neuro-psichiatrica

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