La diagnosi di Dipendenza da Sostanze si può applicare ad ogni classe di sostanze, tranne che per la caffeina. I sintomi di Dipendenza sono simili per le diverse categorie di sostanze, con piccole variazioni (per es. i sintomi d’astinenza non sono specificati per la Dipendenza da Allucinogeni).
La dipendenza è definita da tre o più dei sintomi elencati che ricorrano in un qualunque momento nello stesso periodo di 12 mesi:
la tolleranza (Criterio 1) corrisponde al bisogno di quantità sempre più elevate della sostanza per raggiungere l’intossicazione (o l’effetto desiderato) o ad un effetto notevolmente diminuito con l’uso continuativo della stessa quantità di sostanza. Il grado di sviluppo della tolleranza differisce notevolmente fra le diverse sostanze e per una sostanza specifica si possono sviluppare diversi gradi di tolleranza, in rapporto ai suoi diversi effetti sul Sistema Nervoso Centrale. I soggetti che fanno un uso pesante di oppiacei possono sviluppare notevoli livelli di tolleranza, anche dieci volte superiore ad un dosaggio che risulterebbe letale per un soggetto non consumatore. La tolleranza all’alcool può essere molto elevata nei soggetti dipendenti, ma di solito è molto meno estrema che per le amfetamine. La tolleranza presenta comunque una forte variabilità individuale.
L’astinenza (Criterio 2a) è una condizione patologica, con eventi fisiologici e cognitivi concomitanti, che si verifica quando le concentrazioni di una sostanza, nel sangue di un soggetto che ne ha fatto un uso prolungato, declinano. I sintomi d’astinenza sono piuttosto spiacevoli, pertanto il soggetto dipendente ha la necessità di assumere la sostanza per attenuare o evitare questi sintomi (Criterio 2b) e ne fa uso durante tutto il giorno, iniziando dal mattino.
I sintomi d’astinenza, di solito opposti agli effetti acuti della sostanza, variano fortemente fra le diverse classi di sostanze: si registrano evidenti segni fisiologici d’astinenza da alcool, oppiacei, sedativi, ipnotici e ansiolitici. Segni e sintomi d’astinenza sono spesso presenti, ma possono essere meno evidenti, tanto con stimolanti quali amfetamine e cocaina, quanto con nicotina e cannabis. Non è stata evidenziata un’astinenza significativa con allucinogeni, anche dopo un uso ripetuto.
La sola tolleranza o la sola astinenza non è sufficiente per porre diagnosi di Dipendenza da Sostanze. Per la maggior parte delle classi di sostanze, una storia precedente di tolleranza o d’astinenza è legata ad un decorso clinico più grave (ad esempio un’insorgenza più precoce della Dipendenza, livelli più alti d’assunzione della sostanza, un maggior numero di problemi correlati all’uso della sostanza). Alcuni soggetti, come quelli con Dipendenza da Cannabis, mostrano uno schema d’uso compulsivo senza evidenti segni di tolleranza o d’astinenza; al contrario, pazienti chirurgici, che non presentano Dipendenza da Oppiacei, possono sviluppare nel decorso post-operatorio tolleranza agli oppiacei prescritti e provare sintomi di astinenza senza mostrare alcun segno di uso compulsivo.
La modalità compulsiva d’uso della sostanza(Criterio 3), caratteristica della Dipendenza, è descritta nel DSM IV TR come l’assunzione della sostanza in quantità maggiori o per un periodo più lungo di quanto previsto dal soggetto (per es. un soggetto continua a bere nonostante abbia stabilito il limite di una bevuta soltanto).
Il soggetto può esprimere un desiderio persistente di ridurre o regolare l’assunzione della sostanza, possono esserci già stati molti sforzi infruttuosi di diminuire o interrompere l’assunzione (Criterio 4).
Il soggetto spende una grande quantità di tempo per procurarsi la sostanza, per passare il tempo ad assumerla con altri o per ristabilirsi dai suoi effetti (Criterio 5); le attività familiari, sociali, lavorative o ricreative vengono abbandonate o ridotte a causa del suo uso (Criterio 6). La persona continua a consumare nonostante riconosca che ciò crea problemi psicologici e fisici (per es. gravi sintomi depressivi o danno a qualche apparato organico) (Criterio 7).
Fonti Bibliografiche
-APA (2001). DSM-IV-TR, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali quarta edizione: Masson, Milano.
-Fazzino, Grazia (a cura di) (2004). Divertimento sicuro: Tagete Edizioni, Pontedera.
-Sadock, Benjamin J. e Virginia A. (2003). Psichiatria Clinica: Centro Scientifico Editore, Torino.