Oggigiorno praticamente tutti figurano come utenti di uno, o più, social network, indipendentemente da età anagrafica, occupazione, livello culturale, sesso ed altri fattori differenzianti; questo tipo di supporto multimediale consente di essere sempre in contatto con amici vicini e lontani, di ritrovare persone che non si vedevano da tempo, di informarsi su di loro e permettere loro di fare altrettanto con noi.
Questo implica una buona dose di curiosità, soprattutto: viene da chiedersi perché, infatti, se si era deciso di escludere qualcuno dalla propria vita, scatti improvvisamente l’impulso di sapere dove vive, cosa fa, chi frequenta; sta di fatto che anche i meno temerari, a livello tecnologico, si improvvisano hacker della domenica e si attivano in questo senso.
Dal passare pochi minuti chattando, inviando mail, postando commenti, foto e quant’altro, a trascorrere ore incollati a pc e cellulari con lo stesso scopo, il passo è breve; inutile dire che, proprio a livello sociale, un simile atteggiamento non è molto di aiuto nello stabilire rapporti reali e non virtuali, o nel mantenere quelli già esistenti, anche in ambito di coppia.
Il rischio di alienarsi rispetto all’altro ed ai suoi interessi, se non collimanti con i nostri, è elevato e concorre a creare conflitti, o inasprire animi già surriscaldati dal poco tempo trascorso insieme, da lavori stressanti, figli urlanti, preoccupazioni e via dicendo.
Attraverso questi strumenti, infatti, si crea un vero e proprio avatar, tanto per restare in gergo, che si nutre di noi stessi e del nostro tempo, per costruirsi una vita propria, a discapito della nostra; inoltre, il confine tra reale e virtuale si assottiglia moltissimo, fin quasi a scomparire: in rete possiamo essere chiunque vogliamo, e pensare che gli altri ci apprezzino, anche se apprezzano solamente un “prodotto” creato a loro uso e consumo…inutile dire che, quando la realtà della vita ci mette di fronte a fallimenti e delusioni reali restiamo sgomenti…”ma come?!”, viene da chiedersi, “ se su Facebook ho ben 1200 amici???!!!”…sic!
Un altro aspetto inquietante, per chi, come la sottoscritta, lavora con le coppie in conflitto e/o separazione, è rappresentato da quanto questi strumenti si ritorcano contro chi ne usufruisce, specialmente all’interno della coppia stessa: se si sapesse quanti tradimenti vengono scoperti, e diventano motivo di conflitto e rottura, proprio “grazie” alla rete, molti di coloro che stanno leggendo spegnerebbero il pc in questo stesso istante.
E’ noto, e comune, che la curiosità non sia solo femmina, come recita il vecchio adagio, e che molti, e molte, restino affascinati da persone nuove e interessanti(…spesso solo “prodotti”, ricordate…), specie se si presentano in un momento di crisi di coppia, di disinteresse e difficoltà, come, nella vita, accade spesso…se l’energia che sarebbe utile a risolvere queste debàcle viene impiegata diversamente, e con altri, è ovvio che la conflittualità aumenti e degeneri.
La situazione peggiora se coloro che ci “intrattengono” in rete sono ex fidanzati/e , se, casualmente, ci scordiamo di farne menzione col partner, che, sempre per caso, si imbatte nelle nostre vecchie conversazioni in chat o in post e foto compromettenti; con buona pace degli investigatori privati, un tempo ottimi frequentatori di aule di tribunale, i social network, più economici e meno invadenti, sono diventati veri e propri alleati di avvocati arrabbiati e giudici poco lungimiranti, nelle cause per separazione…con quali risultati, è facile immaginarlo… .
Pertanto, nessuno intende demonizzare questi validi alleati di lavoro e tempo libero, ma col consiglio che di tempo libero si tratti…il resto del tempo, la maggior parte, auspichiamo, dedichiamola a noi stessi ed a chi ci è accanto, che, magari, non sarà “fisicato” come l’ex (…e Dio solo sa a quando risale quella foto, rammentatelo…), ma è la persona che, bene o male, ci è vicina ogni giorno…l’attenzione che merita è reale, tutto il resto ci lascia, premendo “spegni”.