fbpx

Relazioni

Come prevenire un Conflitto

Il linguaggio che usiamo tutti i giorni è uno strumento importante ed essenziale per comunicare e condividere qualcosa con gli altri. È importante sia il contenuto del nostro discorso, sia le parole da noi scelte ed anche il modo con il quale comunichiamo, cioè il linguaggio non verbale e para-verbale, come per esempio: il tono della voce, lo sguardo, l’espressione del viso, le pause, la velocità dell’eloquio, i gesti che accompagnano il discorso, il timbro di voce ed altro ancora.

Evitare i conflitti con il linguaggio pacifico

Ogni aspetto verbale e non verbale può essere utile ed efficace quando vogliamo trasmettere qualcosa a qualcuno, per iniziare un primo approccio, per educare i ragazzi, per aiutare ad acquisire più sicurezza in sé stessi, per risolvere una difficoltà, per raggiungere un obiettivo, per evitare un conflitto, per ristabilire l’equilibrio e la pace in un gruppo di persone o entrare in sintonia con qualcuno, le parole giuste e l’atteggiamento consono possono dare speranza, trasmettere una bella emozione e altro ancora.
A seconda dell’uso che ne facciamo il linguaggio può unirci o allontanarci dagli altri, può essere efficace o poco utile, può risultare funzionale o meno a seconda del contesto e della situazione nella quale viene utilizzato.
Anche all’interno di una relazione di coppia un linguaggio pacifico e appropriato può creare un’atmosfera serena tra i due partner, ecco perché ogni frase deve essere soppesata, pensata e analizzata bene, scelta con cura, perché ogni frase che scegliamo può rasserenare o rattristare, rendere felice o far arrabbiare, può illuminarci o lasciarci impassibili, può farci stare bene o male, può trasmetterci una bella emozione ed altro ancora.

L’ uso del linguaggio

Gli usi del linguaggio sono molteplici, è utile quindi scegliere e usare bene le parole con le quali comunichiamo in un dato luogo, in un determinato contesto con particolari persone.
Riassumendo, ogni frase ed ogni parola che pronunciamo possono:
• evocare un’immagine
• contenere un messaggio
• far riaffiorare un ricordo
• trasmettere un’emozione
• contenere un significato
• creare un’associazione particolare
• essere interpretata in un dato modo.

Scegliere le parole adatte per evitare equivoci

Se usiamo una parola sbagliata durante un dialogo o se scegliamo una frase inappropriata, possiamo generare un equivoco, creare un fraintendimento, che a sua volta può fare nascere incomprensioni, interpretazioni sbagliate o stravolgere il significato di un messaggio che vogliamo trasmettere all’altra persona, così inavvertitamente possono nascere piccoli o grandi conflitti.
È importante quindi scegliere bene le parole con le quali vogliamo comunicare con qualcuno, evitando un linguaggio disfunzionale a favore di una comunicazione costruttiva.

Esempi
• Invece di dire: “pretendo da te…”, è meglio affermare: “ti chiedo per favore di…”;
• invece di dire: “esigo che tu”, è bene dire: “vorrei che tu”;
• invece di accusare, è meglio osservare i fatti;
• invece di giudicare è utile esaminare i dati oggettivi;
• prima di interpretare un messaggio, dobbiamo verificarne la veridicità;
• invece di criticare qualcuno è bene metterci nei suoi panni;
• invece di dire “voglio”, è meglio dire: “mi farebbe piacere avere”;
• invece di imporre, è bene consigliare.

Quale linguaggio evitare?

È importante evitare ogni parola che offende qualcuno, che ci allontana o che ci separa dal nostro interlocutore generando un conflitto, in questo caso è bene evitare:
• le accuse
• le critiche
• i giudizi
di rimproverare, di sminuire qualcuno, di mancargli di rispetto, di comandare anziché confrontarti con lui o con lei.

Le frasi negative e disfunzionali

Cerca di non usare frasi che possono ledere l’identità di una persona, come ad esempio: non te lo meriti, non sei in grado, non ci riuscirai, sei un incapace.
Queste frasi negative e disfunzionali feriscono l’identità e l’autostima di una persona e quindi possono generare un conflitto con lui o metterlo in crisi con tutto quello che ne consegue.
Invece un linguaggio preciso, semplice, rispettoso e trasparente è auspicabile per prevenire o gestire un eventuale conflitto tra due o più persone.

Esempi
Ecco alcune frasi disfunzionali da sostituire con altre funzionali:
• invece di dire “tu mi aggredisci sempre”, è bene affermare: “io mi sento attaccato da te ogni tanto”;
• invece di dire: “tu mi fai stare male”, è bene dire: “io sto male quando fai così”.
Prova a leggere le due frasi soprastanti e osserva le differenze tra le due emozioni che ognuna delle due frasi ti trasmette.

Durante una discussione è meglio usare la parola “io” anziché la parola “tu” per chiarire un argomento o far comprendere qualcosa, quindi è meglio affermare “io mi sento male” anziché “tu mi fai star male”, è bene dire “io mi sento triste” anziché “tu mi trasmetti tristezza”.
In questo modo facciamo comprendere all’altra persona che non è una sua colpa se stiamo male, ma nello stesso tempo gli facciamo presente che se continua ad agire o parlare in un certo modo, usando quell‘atteggiamento, io mi sento colpito emotivamente e quindi è meglio cercare assieme una soluzione.

La tecnica del linguaggio pacifico

Rosemberg Marshal era uno psicologo americano che si occupò di conflitti, di come prevenirli e di come risolverli in modo pacifico. Per tanti anni viaggiò per il mondo, chiamato da associazioni e rappresentanti di governi di vari paesi per risolvere conflitti tra popoli di culture diverse.

La comunicazione non violenta

Il metodo da lui utilizzato si chiama “la comunicazione non-violenta”e si applica attraverso quattro fasi:
1. Osservazione dell’esperienza oggettiva, cioè di quello che accade
2. Esprimere l’emozione che quell’esperienza ci suscita
3. Affermare un nostro bisogno psicologico al nostro interlocutore
4. Fare una richiesta al fine di soddisfare il bisogno psicologico

Ecco un esempio pratico

Quando ti senti ferito da una persona che si è comportata male nei tuoi confronti, ad esempio quando è sfuggente, distaccata durante un dialogo con te, sia che l’abbia fatto involontariamente o meno, invece di dirle: “sei un egoista, non mi calcoli mai, sei un menefreghista”, si può scegliere di affermare in modo diverso secondo le seguenti possibilità:
1. quando non mi ascolti (dato oggettivo)
2. mi sento triste e ignorato (emozione corrispondente)
3. ho bisogno della tua considerazione (si esprime un bisogno psicologico)
4. vorrei da te più attenzione (si fa una richiesta)

Questa tecnica aiuta a non giudicare l’altra persona, ma a farle presente che ogni volta che lui (o lei) si comporta in quella maniera, tu soffri e hai bisogno di aiuto.
In questo modo il tuo interlocutore prenderà coscienza di questo, si sentirà rispettato: è anche possibile che non si sia accorto che tu stavi male a causa del suo comportamento, ma adesso si sentirà proiettato verso un cambiamento per evitare che tu soffra ancora.
Questo atteggiamento crea una connessione tra di voi, un legame.
Quindi ai fini pratici non devi far altro che cambiare o ristrutturare le frasi che accusano qualcuno, che lo giudicano o che lo criticano usando delle parole che non feriscono ma nello stesso tempo sono funzionali, efficaci e delicate.

Esempi
Invece di dire: sei un egoista, nella quale è evidente un’accusa, puoi affermare invece:
1. quando agisci così (osservazione oggettiva)
2. mi sento esclusa (esprimi un’emozione)
3. ho bisogno di sentirmi amata (esprimi un bisogno psicologico)
4. cerca di starmi vicino (fai una richiesta)

Se il partner non ti guarda quando parlate di qualcosa di importante, invece di accusarlo dicendo: “non mi ascolti mai”, puoi dire invece:
1. quando ti giri dall’altra parte mentre parliamo (dato oggettivo)
2. mi sento esclusa (emozione provata)
3. ho bisogno di sentirmi ascoltata e compresa (si esprime un bisogno)
4. per favore guardami negli occhi quando parliamo (facciamo una richiesta)

(prima parte)

Picture of Rolando Tavolieri

Rolando Tavolieri

Aggiungi commento

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.