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Comportamento

Come le nostre emozioni influenzano la realtà

Articolo della dottoressa
Flavia Petralia

Abstract

Vangeli gnostici, New Thought e Fisica Quantistica. Il XX secolo è stato ricco di cambiamenti che hanno dato una svolta epocale alla concezione non solo della mente e del corpo, ma anche dello spirito.

In che modo queste tre aree apparentemente cosi diverse fra loro posso trovare il punto di congiunzione?

Approfondimento e ricerca aiutano a trovare le convergenze ed a identificare in noi stessi dei potenziali nascosti che sono introdotti in alcuni vangeli gnostici, sostenuti dal new thought e più recentemente confermati dalla fisica quantistica.

Come le nostre emozioni influenzano la realtà.

Gesù disse, “Perché sciacquate l’esterno della coppa? Non capite che quello che ha creato l’interno è anche quello che ha creato l’esterno?” (Vangelo di Tommaso – datato fra il I e il II secolo d. C. ritrovato nel 1945 fra i codici di Nag hammadi

Purtroppo la maggior parte delle persone ignora il mondo interiore, malgrado sia proprio la realtà interna a influenzare quella esterna.- Haanel, Charles. La Chiave Suprema (1912)

non potremmo neanche immaginare un universo che … non contenesse degli osservatori, perché i mattoni stessi dell’universo sono questi atti di osservazione partecipata”. John Wheeler, noto fisico statunitense, insignito nel 1997 del Premio Wolf.

Cosa hanno in comune queste tre frasi, dette e scritte in epoche differenti da personalità altrettanto diverse, accomunate da un unico principio, conoscere la realtà sia essa fuori o dentro di noi?

In questa ricerca che si è tradotta per i posteri in insegnamento, la figura chiave è data dalla scoperta che ciò che abbiamo dentro di noi, crea ciò che è fuori di noi. 

Quando nel 1912 Charles Haanel ha pubblicato “la chiave suprema”, libro che ha ispirato Bill Gates, il vangelo di Tommaso era già stato scritto diversi secoli prima, ma è stato ritrovato solo tre decenni dopo la stesura del suo libro. Le scoperte della fisica quantistica si basano invece su esperimenti che vogliono spiegare su base scientifica da cosa è composta la nostra realtà. 

Si può dunque desumere che il modo in cui osserviamo la realtà che è inscindibile dal nostro mondo interiore, è capace di influenzare la nostra vita. 

Ma in che modo possiamo osservare la realtà intervenendo dunque positivamente sulla nostra vita? Le neuroscienze hanno scoperto la capacità del cervello di modificare la propria struttura a seguito di esperienze forti. Le esperienze che proviamo sono segnate da emozioni siano esse positive o negative, il ruolo delle emozioni diventa dunque determinante: 

Le emozioni sarebbero una percezione delle reazioni corporee provocate da uno stimolo”. (la teoria di James-Lange)

È possibile, dunque, in assenza di uno stimolo esterno creare delle sensazioni che producano emozioni piacevoli capaci di modificare il nostro stato d’animo? La risposta la troviamo all’interno dei nostri stessi pensieri. In mancanza di uno stimolo reale infatti, possiamo avvantaggiarci dei nostri ricordi migliori che hanno generato in noi stati di benessere o, in alternativa, di un futuro desiderato per ricreare in noi uno stato emotivo positivo. Il pensiero, da solo non basta a radicare dentro di noi emozioni piacevoli che possano modificare il nostro modo di vedere il mondo. Un pensiero, per generare uno stato di benessere, deve essere accompagnato da una sensazione che sia abbastanza forte da diventare lo stimolo che genera le emozioni. È nel pensiero, più precisamente nella ragione, che dobbiamo creare quella spinta necessaria per oltrepassare la realtà oggettiva e iniziare un procedimento inverso che vede l’importanza di creare uno stato di benessere dentro di noi per adeguare a questo stato la nostra realtà esterna. Infatti, finché cercheremo il benessere fuori di noi e lo legheremo al verificarsi di determinanti eventi, condanneremo la nostra esistenza ad uno stato di dipendenza da ciò che accade al di fuori di noi e di cui abbiamo una parziale capacità di intervento. Il processo di cambiamento personale inizia modificando la propria percezione della vita per modellare, conseguentemente, quello che ruota attorno a noi.  Quando saremo riusciti a gestire le nostre emozioni, a tal punto da riconoscere quelle nocive e intervenire su di esse, saremo anche riusciti a modificare la nostra struttura sia cerebrale che emotiva, strettamente connesse, al punto da generare nel mondo esterno il riflesso del nostro mondo interno. Il nostro modo di vedere il mondo è lo specchio del nostro stato d’animo e per poter ottenere un riflesso che ci trasformi in degli osservatori consapevoli, dobbiamo prima intervenire sulla qualità dei nostri pensieri che determinano le nostre emozioni.

Articolo della dottoressa
Flavia Petralia

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Flavia Petralia

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