Abstract
Se non si può eludere la costitutività delle dimensioni emotive nella qualità degli apprendimenti, non è possibile dimenticare quei drammatici limiti derivanti dalla prevalenza dei sistemi emotivi sulla ragione, come avviene normalmente e che preludono a insorgenze distruttive.
Le proposte di alcuni neuroscienziati tendono, attraverso le forme con cui si manifesta la ragione, a determinare l’attivazione della corteccia frontale per fronteggiare la dominanza dell’amigdala. Ove assunte con responsabilità, le recenti proposte delle neuroscienze cognitive possono contribuire a quella rivoluzione dei sistemi formativi rimasti immutati dal Rinascimento.