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Cos´è veramente l’influenza aviaria? E soprattutto, bisogna davvero averne paura? E come si può contrastare? Domande tutte legittime queste, che hanno scatenato una vera e propria psicosi di dimensioni planetarie.
L’influenza aviaria è una malattia virale che colpisce i volatili selvatici e domestici e solitamente non infetta direttamente l´uomo. Tuttavia, il virus che la scatena può sopravvivere all’interno dei tessuti e delle feci degli animali infetti per lunghi periodi, soprattutto a basse temperature (oltre 4 giorni a 22°C e più di 30 giorni a 0°C), e può restare vitale indeterminatamente nel materiale congelato. Tale virus quindi non teme il freddo, però teme il calore (almeno 70°C) e viene completamente distrutto durante le procedure di cottura degli alimenti. Oltre ai polli e ai tacchini, può colpire anche altri mammiferi, come maiali e cavalli, ed anche l´uomo, ma in quest’ultimo caso la trasmissione virale è rara, e fino ad oggi, non sono stati documentati casi di trasmissione da uomo a uomo. Al fine di impedire l’irruzione della malattia dal continente asiatico (dove inizialmente si è diffusa la malattia) a quello europeo, la Commissione Europea e il Ministero della Salute hanno disposto:
– il divieto di importazione dalla Thailandia di pollame e derivati (unico Paese, tra quelli interessati dall’epidemia, autorizzato ad esportare carne di pollame verso la Comunità europea)
– il divieto di importazione di uccelli ornamentali e da voliera da tutti i Paesi interessati dall’epidemia.
Inoltre, un’ordinanza ministeriale ha reso obbligatoria, dal 17 ottobre 2005, l’etichettatura per la carne di pollo e i volatili da cortile in genere.
Ma come avviene la trasmissione?
Il virus aviario entra ed esce liberamente dai tessuti respiratori, digestivi e muscolari dei volatili, provocandone la distruzione per rottura delle cellule; così muoiono gli animali. L´uomo può contrarre la malattia, anche se infrequentemente, se si trova a vivere in stretto contatto con i volatili infetti. Anche nella specie umana, il virus si localizza nei polmoni, dove distrugge il tessuto polmonare e induce una polmonite che può portare alla morte in sole 2 settimane.
L’Unione Europea ha anche consigliato di vaccinarsi contro la comune influenza stagionale per evitare, nell’eventualità di un’epidemia di “aviaria”, una coinfezione (infezione sostenuta da due o più ceppi di virus influenzale) che causerebbe una sovrapposizione dei due virus nello stesso individuo, con conseguenti fenomeni di ricombinazione genetica e di sviluppo di nuovi sottotipi virali.
L´OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sta cercando di realizzare un consorzio tra i principali produttori di vaccini per accelerare i tempi di produzione degli stessi.
Vista la consecutiva scoperta di casi ricollegabili all´influenza aviaria in Europa, negli ultimi giorni i vari Paesi europei hanno rafforzato ulteriormente le consultazioni, il coordinamento e la cooperazione sul problema; i funzionari dei vari Paesi hanno tuttavia confortato le masse, esortandole a non spaventarsi.
Negli ultimi giorni in Europa sono apparsi uno dietro l´altro casi d´influenza aviaria. In Gran Bretagna un pappagallo, importato dal Suriname dell´America meridionale, è morto per un’infezione provocata dal virus dell´influenza aviaria H5N1. Un´analisi chimica su un´anatra selvatica, morta sulla riva di un lago a Stoccolma, ha dimostrato che essa era deceduta a causa di un virus dell´influenza aviaria. Ad un cigno morto, scoperto a Nasice, nella Croazia orientale, è stata certificata l´infezione da virus H5N1. A Tambov, distante a 500km da Mosca, è stato rintracciato un altro caso d´influenza aviaria e il risultato dell´ analisi chimica ha attestato in questo caso la presenza del virus H5N1. Casi simili sono stati anche reperiti in Grecia ed in Turchia.
Con la consecutiva scoperta di casi d´influenza aviaria, l´industria di pollame europea è stata gravemente colpita; negli ultimi giorni il volume di vendita dei pollami in Grecia, Italia e Francia è diminuito drasticamente del 70, 30 e 20%. Inoltre, secondo il risultato di un sondaggio opinione, in Spagna e in Italia, più del 50% della popolazione si preoccupa dell´esplosione dell´influenza aviaria nei rispettivi Paesi, mentre in Francia è tormentato il 40% circa. Recentemente, con la scoperta di nuovi casi d´influenza aviaria, la paura è aumenta ulteriormente, e in alcuni paesi si è verificata la corsa all´approvigionamento di farmaci anti-virus e di iniezioni anti influenzali. Secondo le notizie di alcuni giornali europei, recentemente l´OMS sottolinea che i vari Paesi devono prepararsi completamente, persuadendo anche il pubblico a non spaventarsi. In base ad un comunicato stampa pubblicato il 14 scorso dall´Organizzazione, attualmente l´inflenza aviaria esiste solo fra i volatili, e non è ancora apparso il contagio fra gli esseri umani, per cui la salute pubblica non risulta ancora essere minacciata. Quindi, l´OMS ha stabilito il livello di guardia dell´esplosione dell´influenza aviaria al terzo grado (in totale sono sei), il che significa che si è diffusa una malattia virale fra alcune specie animali e che potrebbe infettare anche l’uomo, ma per ora il contagio non è ancora avvenuto.
Per quanto riguarda l’Italia, il virus non è ancora arrivato: non è stata l’influenza aviaria ad uccidere l´airone recuperato in agonia nelle campagne di Licata (AG), e neanche gli otto polli trovati morti domenica mattina sempre nei pressi di Licata. Gli esami eseguiti sulle carcasse hanno dato esito negativo. I produttori ci consigliano di consumare solo pollame italiano certificato e garantito, mentre i medici suggeriscono di cuocere bene sempre la carne e le uova a titolo precauzionale. E’ importante seguire queste semplici indicazioni ed anche evitare di creare inutili allarmismi, da cui potrebbero generarsi delle pericolose psicosi di massa. Il nostro paese per ora è tutelato al 100% dal pericolo costituito dall’influenza aviaria.

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