Benché la teoria dell´attaccamento sia nata con esplicito interesse ai primi anni di vita dell´essere umano, e più in generale dei mammiferi, Bowlby sosteneva che l´attaccamento è parte integrante del comportamento umano “dalla culla alla tomba” e dunque che il modello dell´attaccamento formatosi durante l´infanzia rimanga relativamente stabile durante lo sviluppo, strettamente vincolato ai primitivi MOI ormai consolidatisi.
Qualora venga data loro la possibilità, tutti i bambini normali si “attaccano” entro i primi otto mesi di vita. Il processo, che terminerà verso la fine del secondo anno di età, ha inizio nelle prime settimane con una vicinanza fisica molto stretta, mantenuta inizialmente da azioni dirette dalla figura di attaccamento e regolate dalle risposte riflesse del neonato (quali il pianto o l´aggrapparsi), per portare in poco tempo il bambino a stabilire un´associazione tra la figura di attaccamento ed il conforto e l´alleviamento dello stress. Di norma, verso gli otto mesi, coi tentativi di guadagnare una certa indipendenza di locomozione e con la comparsa della diffidenza verso tutto ciò che è estraneo, il bambino inizia a protestare alla separazione dalla figura di attaccamento e ad utilizzare quest´ultima come base sicura per l´esplorazione. L´angoscia da separazione è da considerarsi l´indicatore per eccellenza che il legame di attaccamento si è stabilito.
Sebbene la presenza di attaccamenti multipli sia normale, le figure di accudimento non vengono trattate allo stesso modo. Bowlby utilizza il termine “monotropia” per indicare la tendenza a privilegiare una figura di attaccamento particolare tra le tante verso le quali si sono stabiliti dei legami di attaccamento, tendenza funzionale, dal punto di vista evolutivo, a garantire la sopravvivenza del piccolo. Dunque è normale che nel corso dello sviluppo si verifichino dei cambiamenti nella composizione e nella struttura della gerarchia degli attaccamenti, che vedrà la perdita di alcune persone e l´acquisizione di altre, struttura che, secondo Bowlby, non prevede la perdita delle figure genitoriali anche se queste possono, col tempo, passare ad assumere una posizione di secondo piano all´interno della stessa gerarchia, rispetto al partner di un legame affettivo sentimentale. Quando avvenga esattamente il passaggio dall´attaccamento cosiddetto complementare (genitoriale) a quello reciproco (tra pari) non è specificato nella teoria dell´attaccamento.