L’arte moderna e specialmente quella astratta hanno forti radici spirituali.
Molto spesso tale aspetto viene trascurato a favore di una maggiore attenzione nei confronti degli aspetti formali.
Ciò che viene omesso è che pionieri come Kandinsky, Mondrian, Arp, Duchamps, Malevich, Newman, Pollock, Rothko e molti altri grandi del periodo hanno condiviso radici spirituali comuni.
Per molti di questi artisti l’arte è stata considerata il veicolo più appropriato per quelle tematiche legate alla spiritualità.Lo menziona chiaramente Kandinsky nel suo libro del 1912 ” Lo spirituale nell’arte”:
“Quando religione, scienza e moralità sono scosse ed ogni altro sostegno viene meno. l’uomo ritira la sua attenzione dall’esterno e la dirige verso l’interno.
Letteratura, musica e arte, sono le sfere più sensibili in cui questo tipo di rivoluzione inizia a prendere corpo mostrando l’importanza di quanto inizialmente era stato percepito solo da pochi. Ci si allontana quindi dagli aspetti privi di anima di questi giorni e ci rivolge verso quegli aspetti che costituiscono cibo per l’anima”.
Numerosi artisti del XX secolo hanno soprattutto considerato l’obiettivo spirituale della loro arte, molti di loro furono ispirati da dottrine orientali come il buddismo o il taoismo, e altri ancora furono influenzati dall’esoterismo di Madame Blavatsky, Rudolph Steiner e della Società Teosofica.
Mondrian per esempio fu membro attivo di questa società.
L’obiettivo di questi artisti è stato quello di esprimere un’arte che andasse oltre i limiti materiali, che ponesse l’artista in uno stato non ordinario di coscienza, nello struggente anelito verso la trascendenza.
Questo modo di fare arte richiama le modalità della meditazione e di altre antiche discipline spirituali volte a creare una centratura della persona , e allo stesso tempo una espansione della sua coscienza.
Basti pensare al “Dripping” di Pollock, fortemente influenzato dalla spiritualità degli Indiani d’America; e fra loro, addirittura i Navaho, utilizzavano il “Dripping” come modalità terapeutica.
In tempi più remoti le Arti erano sette; Grammatica, Logica, Dialettica, Aritmetica, Geometria, Astronomia e Musica. La Filosofia era considerata la madre di tutte le Arti, ad un gradino più basso c’erano, le arti tecniche come Architettura, Agricoltura, Pittura, Scultura e altri tipi di manufatto. L’Arte così come la concepiamo ai nostri giorni era solo un mero manufatto.
L’arte nell’antichità prendeva a modello la natura, a differenza dei giorni nostri in cui, essendo cambiati i modelli di riferimento, è sempre più difficile dare una definizione di Arte.
Da quando nei musei è entrata “La Merda in Scatola” di Manzoni, dando via libera ad ogni altra forma di dissacrazione e provocazione, possibile ed immaginaria, una cosa certa e’ che la cosiddetta Arte del nostro secolo; è diventata sempre più indefinibile e incomprensibile.
La spasmodica ricerca di originalità, novità , ed eccentricità sono intese come mezzo per avere successo e fare notizia, ma purtroppo hanno distrutto la comunicazione tra artista e pubblico: poesie senza capo e né coda, ferri arrugginiti che creano maestose e pretenziose installazioni, residui organici di ogni tipo, radiografie e quant’altro…esposte nelle gallerie e persino nei musei più prestigiosi del mondo.
Sembra che tutto sia diventato arte , e non si capisce più cos’è Arte e cosa non lo è.
Quando questa domanda fu posta a Peggy Guggenheim rispose:
“È evidente che viviamo in un mondo oramai arresosi al conformismo delle idee, Un mondo non più destinato ad avere una grande filosofia,una grande arte, una grande religione”.
Steven Mithen nel suo libro “ La preistoria della mente”, afferma :
“L’arte nell’uomo moderno homo sapiens sapiens è il prodotto della fluidità cognitiva e nel fare arte sono presenti tre processi cognitivi fondamentali, presenti anche se in forma separata nella mente dell’uomo primitivo di Neanderthal) :
1. La capacità di interpretare i simboli naturali (intelligenza storica naturale)
2. La comunicazione intenzionale (intelligenza sociale)
3. L’abilità di produrre manufatti ( intelligenza tecnica)
Secondo tale definizione l’arte è sostanzialmente comunicazione di immagini simboliche che si esprimono attraverso dei manufatti.
John Fowles l’autore di “ La donna del tenente francese” , sempre allo stesso riguardo afferma: “l’Arte è il miglior mezzo di comunicazione tra esseri umani in quanto complessa ricca di significati e facilmente comprensibile.”
C’è da chiedersi allora, perché in campo artistico, comunicazione ed espressione sono andate gradualmente anhttp:\\/\\/psicolab.netandosi?
Perché la Filosofia rinuncia a percorrere l’arduo cammino del “Bello” e del “Bene”?
Perché le Arti si allontanano sempre più dalla realtà della vita, non riuscendo più ad immaginare e a indicarci mondi possibili in cui vivere ; diventando complici della nostra decadenza e del nostro inaridimento come esseri umani?
L’uomo occidentale ha ridotto la sua esistenza entro gli angusti limiti della propria testa e delle proprie idee, e corpo, sentimenti ed anima sono diventati il vero tabù dei nostri giorni.
Al contrario l’artista dovrebbe avere la capacità di vestire di anima gli oggetti, di farli vibrare e di comunicarci queste emozioni, di farci percepire attraverso l’opera il suo corpo, i suoi sentimenti, la sua anima.
Spetterebbe all’Arte e agli Artisti combattere per quei valori che ci rendono unici ma credo che questo sia possibile solo grazie alla capacità di ristabilire la differenza tra ciò che è dignitoso e ciò che è miserabile, ciò che è bene e ciò che è male sfidando l’indifferenza e l’abulia della nostra quotidianità, vere malattie spirituali dei nostri tempi.
L’Arte sin dai suoi albori ha sempre rappresentato la vita,e dal momento in cui ha cominciato a separarsi da essa, e’ iniziato il processo della sua de simbolizzazione.
Nella semplicità della loro filosofia, i nostri antenati sapevano che la vita era più importante dell’arte, che )l’arte era necessaria per dare un senso a quei fatti della vita i quali tuttora ci angosciano come: nascita, morte, vita, morte. Tentarono cosi’) di esprimere grazie ad immagini simboliche , il rapporto umano con l’Assoluto, cercando di dare voce e forma e senso allo smarrimento e alla paura che possono condurre l’essere umano verso il più totale nichilismo.
L’arte non è la semplice riproduzione di immagini o la ricerca di stili e tecniche, per quanto sofisticate ed originali esse possano essere. L’arte non è una graduatoria. L’arte è un fatto fondamentale dell’essere metafisico.
Nietzsche soleva affermare: “L’arte è l’unica attività metafisica alla quale la vita ci obbliga”.
Dobbiamo riuscire in quanto artisti a contrapporre al nichilismo dilagante una nuova trascendenza, quella dell’espressione dei sentimenti più profondi ed intensi.
BIBLIOGRAFIA
S.Mithen, The Prehistory of The Mind: A Search for the Origins of Art, Religion and Science, London,Thames & Hudson, 1996.
F. Fowles, The Aristos, Pan Book. London 1968.
D. Bohm, “On the Relationships of Science and Art”, in: Anthony Hill , Directions in Art, Theory and Aesthetics, London, Faber & Faber, 1968.