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Mente

L'Amore Bugiardo e i Disturbi Mentali

Ispirato al best seller di Gillian Flynn, “Gone Girl”, noto in Italia come “L’Amore Bugiardo”, parla di ciò che siamo realmente, al di là di ogni maschera ed apparenza e soprattutto al di fuori della capacità di costruirci e abitare un vero e proprio “teatro della mente”.
La pellicola, uscita nelle sale statunitensi il 3 ottobre scorso ha raggiunto sinora una cifra d’incassi pari a 165 milioni di dollari solo in patria, ed è destinato a divenire uno dei titoli più visti della filmografia di Fincher. Merito dell’adattamento da un thriller di successo, ma sicuramente anche del cast di attori, fra cui spicca un’impeccabile Ben Affleck nel ruolo di coprotagonista. Il film è sbarcato nelle sale italiane lo scorso 18 dicembre ed è ancora possibile vederlo nei cinema, o se si preferisce sarà presto disponibile nelle case grazie alle offerte cinema proposte dagli abbonamenti di canali televisivi.
La trama si presenta inizialmente semplice e lineare: Nick e sua moglie Amy, trasferitisi da poco in una piccola città, stanno vivendo un periodo un po’ difficile. Il giorno del loro quinto anniversario Amy scompare e tutte le prove fanno pensare che il marito ne sia il responsabile. La realtà però si scoprirà essere molto diversa dalle apparenze.
Al di là della storia in sè, il film va molto oltre, inducendo lo spettatore a riflettere su se stesso e sul suo rapporto con le altre persone, andando alla scoperta di ciò che di vero e dunque autentico, oppure di falso e quindi ingannevole, nutre il nostro “dialogo interiore”, le nostre relazioni e le nostre scelte. Il tema di questa pellicola è dunque la Verità, e non solo quella che riguarda i due protagonisti del film, ma che coinvolge tutti noi, che viviamo una realtà dove pare che sia vero solo ciò che diffondono i mass media, che propongono falsi modelli, verità fragili e allontanano l’individuo dalla ricerca e dall’espressione del proprio Essere.
Nick ed Amy si conoscono e si innamorano, e dunque si idealizzano l’un l’altra, dando vita ad aspettative e desideri reciproci. Così facendo però spesso si tende a ingannare se stessi ed il partner. Dopo qualche anno infatti, idealizzazione ed illusioni cadono ed il tempo mette loro davanti la realtà e l’autenticità di entrambi che finiscono per incappare in una disillusione ormai inevitabile. Non sono capaci di costruire il proprio amore nella quotidianità, di adattarsi ai difetti del partner accettandoli, e così cercano altrove nuove illusioni.
Nick ha perso il lavoro e agli occhi di Amy ha perso molto dello smalto originario: è divenuto passivo, apatico, sfugge alla realtà rifugiandosi nei videogiochi e intraprende una relazione clandestina con una ragazza molto più giovane. Disconosce dunque la realtà ed il fallimento del suo matrimonio, incapace di capire la propria interiorità e quella della consorte.
Dall’altra parte Amy, che ha scoperto il tradimento del marito e non riesce ad accettarlo poiché non vuole abbandonare la sua illusione e l’immagine che si è costruita per sé e gli altri di coppia perfetta, invidiata ed ammirata da tutti. Amy è il personaggio più fragile: cresciuta nel mito di se stessa, costruito dai genitori, ha imparato a vivere recitando una parte, cercando di soddisfare le aspettative ed i desideri di chi le stava accanto costruendo un “falso sé” e negando la sua vera natura. Una volta che il “copione” salta però Amy si trasforma: architetta un perfido piano per punire il marito e così facendo dà spazio alla parte più autentica del suo Io.
La sua esplosione di rabbia, insieme al desiderio di vendetta per il torto subito è tipico di coloro che hanno subito durante l’infanzia una ferita di tipo narcisistico, probabilmente perché trattati male dai propri genitori. Così, di fronte ad un evento umiliante come il tradimento, Amy reagisce infliggendo a Nick un dolore sperimentato sulla sua pelle. Il risveglio alla realtà è dunque fatto di rivalsa, rabbia, odio. Il rapporto d’amore rivela il suo contrario ed un’aggressività sino allora sopita, ma capace di distruggere in un attimo chi un tempo era oggetto d’amore.
Non sveliamo il finale della storia ma di certo la visione di questa pellicola darà a molti lo spunto per ulteriori riflessioni sulla propria vita ed il modo di porsi con gli altri. Stiamo vivendo davvero dando voce a quello che di più autentico e vero la nostra esperienza intima esige?

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Luca Pavesi