Secondo Freud l’aggressività deriva da una tendenza innata che egli chiamava istinto di morte, funzionante secondo un modello idraulico: l’energia verrebbe accumulata fino a raggiungere un livello tale da dover essere scaricata, con modalità socialmente accettabili o disapprovate. Il controllo dell’aggressività può avvenire tramite un processo di catarsi, dando al soggetto la possibilità di scaricare l’energia attraverso modalità non dannose.
I teorici dell’apprendimento considerano l’aggressività come una conseguenza inevitabile della frustrazione; se un comportamento diretto ad un obiettivo viene bloccato, la risposta è caratterizzata da rabbia e ostilità; tale connessione è frutto dell’apprendimento, in quanto il bambino impara che l’aggressività allevia la frustrazione.
La teoria dell’apprendimento sociale di Bandura pone enfasi sulle influenze dell’esperienza: l’aggressività, come altri tipi di comportamento sociale, sarebbe acquisita attraverso l’apprendimento diretto o l’osservazione; da qui la preoccupazione per gli effetti della violenza osservata in tv, anche se non si deve dimenticare l’effetto del processo circolare per cui bambini aggressivi preferiscono programmi violenti e la violenza osservata li rende più aggressivi.
Secondo la genetica del comportamento i fattori biologici quali l’irritabilità, elevati livelli di attività, l’irregolarità, la distraibilità, hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo di comportamenti aggressivi.