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Spiritualità

L'Affetto Vero

Capita che della tua vita si trovino a farne parte molte persone, che tu lo voglia o meno.
Questo perché non puoi scegliere in quale posto o famiglia nascere, non puoi decidere chi saranno quei tali che ti affiancheranno nella crescita, imprimendosi nei tuoi ricordi. Piacevoli e/o spiacevoli che siano.
Giorno dopo giorno impari a conoscerli: gli atteggiamenti e comportamenti, le condotte e maniere. Noti le tante incoerenze e ipocrisie.
Trascorrere vacanze e festività in loro compagnia diventa routine, lo dai per scontato senza neanche chiederti “perché” o “perché no”. Fino ad arrivare ad uno di quei tanti pranzi in cui ti sfiora la mente l’idea di sviartela dalla finestra del bagno. Soluzione assurda, ma che, dopo aver visto funzionare in così tanti film, prendi anche in considerazione. Eppure continui a mandar giù quel boccone amaro per la semplice ragione che, per quanto amaro sia, devi farlo.
A questo punto mi chiedo se, una volta superata la maggiore età, l’età con la quale si acquisisce la capacità di agire e giudicare, ci si possa sentire liberi di allontanarsi da individui che reputi inetti, sgraditi, pessimi.
Non si dovrebbe, forse, avere il diritto di scegliere in prima persona per la propria vita? Di prendere le proprie decisioni non solo indirizzato da fattori emotivi, ma anche sulla base delle tante informazioni raccolte e delle esperienze vissute nel corso degli anni?
Non parlo di adottare un comportamento impulsivamente. Al contrario, di adottarlo in modo decisamente razionale e ponderato.
Si tratta di decidere cosa “sei e cosa non sei, cosa sarai sempre e cosa non sarai mai“; spinto da una motivazione proattiva (verso) e reattiva (via da) allo stesso tempo. Decidere significa tagliare e prendere una direzione, la quale potrà rivelarsi giusta o sbagliata.
In quest’ultimo caso sarà difficile poter tornare indietro: sono implicite conseguenze dirette e indirette: delle prime ne terrai conto; le seconde potresti non prevederle. Sarà stato, però, un tuo sbaglio, fatto guardando ad un tuo scenario futuro che rispecchia i tuoi valori, i tuoi ideali, le tue convinzioni.
In fondo non puoi importi di voler del bene come fosse un obbligo.
L’affetto non può essere un’abitudine o un dovere che non trovi il coraggio di interrompere. E’ un sentimento che ha un valore maggiore della simpatia o dell’amicizia, un sentimento allo stesso tempo duraturo, intenso e convulso.
L’affetto affiora spontaneo, incentivato da premura e tenerezza donateti fin dall’infanzia. Il bambino, per lo sviluppo armonico della sua personalità, ha, infatti, bisogno di amore e di comprensione; deve crescere in un’atmosfera di affetto e di sicurezza morale e materiale. Non a caso, la direzione stabilita dipende dal punto di partenza.
Tra i tanti, capita, poi, che uno ti prenda per mano e ti guidi.
Gli anni passano. L’età aumenta. Contemporaneamente crescono anche stima e rispetto.
Ripensi a quante volte l’hai visto richiudere quel cassetto con dentro tutti i suoi sogni. Ripensi alle sue aspirazioni messe da parte senza por tempo in mezzo. Ripensi a quanto ti abbia fatta sentire amata e mai sola.
Come in tutte le cose, ciò che ha maggior rilevanza è la qualità (più che la quantità) delle presenze, il come una persona ti sia stata accanto, il come ti abbia saputo capire e il cosa ti abbia trasmesso.
E’ questo l’affetto vero, leale, incondizionato.
Il caso ha voluto che nella tua vita, fra quelle molte persone, si sia trovato a farne parte anche lui, ma con la sostanziale differenza che qualsiasi direzione sarai intento ad intraprendere, non vorrai mai scegliere di tagliarlo fuori.

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Daniela Navarra