I disturbi legati all’abuso di sostanze rappresentano un problema di salute pubblica: creano notevoli disfunzioni fisiche e psicologiche che compromettono più aree di funzionamento vitale della persona, oltre a coinvolgere terzi che non ne fanno uso.
Alcol e sostanze stupefacenti agiscono sul Sistema Nervoso Centrale determinando nell’area mesolimbica un aumento dei livelli di dopamina che crea la “cascata della gratificazione” e dunque la sperimentazione del piacere. L’interconnessione poi con i centri che governano motivazione, emozioni e memoria, collocati anch’essi nel sistema limbico, fa si che vengano apprese dal soggetto reazioni fisiologiche condizionate agli stimoli legati all’uso precedente di sostanze, dando vita così ad una risposta anticipatoria che innescherà poi automatismi nell’uso delle sostanze.
Per abuso di sostanze si intende l´assunzione di sostanze legali o meno al fine di produrre una sorta di “alterazione dello stato mentale”. L’abuso comporta l´assunzione di una sostanza in quantità eccessive, per tempi prolungati e in modo non consentito: ricorrente uso in situazioni fisicamente pericolose (guida, uso di macchinari), incapacità di adempiere ai compiti principali (lavoro, scuola, famiglia), conseguenze sociali o interpersonali negative legate all’uso ripetuto (arresti, discussioni familiari, scontri violenti con altri). Può evolvere in dipendenza.
La dipendenza o addiction, (termine che dal ’96 è considerato più idoneo ad indicare un disturbo comportamentale) si mostra come un desiderio incontrollabile di una sostanza e la sua ricerca compulsiva. È definita come l’autosomministrazione compulsiva e ripetuta di alcol o droghe, malgrado la conoscenza delle conseguenze: è pertanto uno stato di necessità dell’organismo. La dipendenza è sia fisica che psicologica: la prima comporta lo sviluppo della tolleranza farmacologica ossia il bisogno di consumare quantità sempre maggiori per ottenere gli stessi effetti e dei sintomi da astinenza, che si manifestano quando la persona cessa di assumere la sostanza e scompaiono quando la sostanza viene nuovamente assunta. La dipendenza psicologica si ha quando la persona avverte la forte necessità di consumare per provare sensazioni piacevoli quali il rilassamento, l´autostima, la fiducia in se stessi, l´assenza di ansia.
La Dipendenza da Sostanze assume rilievo clinico quando si protrae nel tempo, il soggetto continua a far uso della sostanza nonostante la presenza di problemi significativi (medici, sociali, lavorativi) legati ad essa e l´assunzione è così urgente da avere luogo in qualsiasi situazione o condizione.
Il “craving” si manifesta come impulso irrefrenabile ad assumere alcolici o sostanze, accompagnato da intensa ansia, disforia, irritabilità, agitazione, comportamenti impulsivi e/o esplosivi, sintomi somatici quali cefalea ed astenia. Il “craving” nasce dalla necessità di interrompere tale malessere fisico (rinforzo negativo) e dal desiderio di provare piacere (rinforzo positivo) e se non viene soddisfatto è fonte di intensa sofferenza. Può essere sperimentato dalla maggioranza dei soggetti con Dipendenza da Sostanze, anche se dal DSM IV TR non è specificato come criterio diagnostico. Può essere scatenato da stimoli ambientali che richiamano l’abuso, da eventi stressanti o particolari situazioni psico-emotive; nel caso dell’alcolismo, ritornare sui luoghi delle bevute o vedere qualcuno che beve può facilitare la sua comparsa. Il “craving” tende così a riunificare la dipendenza fisica con quella psichica considerate a lungo separate, che ha indotto a tralasciare la cura psichica ritenuta legata alla volontà del soggetto e a concentrare gli sforzi solo su quella fisica.
Fonti Bibliografiche
-APA (2001). DSM-IV-TR, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali quarta edizione: Masson, Milano.
-Fazzino, Grazia (a cura di) (2004). Divertimento sicuro: Tagete Edizioni, Pontedera.
-Sadock, Benjamin J. e Virginia A. (2003). Psichiatria Clinica: Centro Scientifico Editore, Torino.