Nella moderna concezione di salute, intesa non solo come assenza di malattia, ma anche come benessere psicofisico, ci si può rivolgere ad uno psicologo per affrontare aspetti particolari e ben definiti della propria vita, non per ricevere consigli quanto per acquisire nuove informazioni, nuove chiavi di lettura (come vincere l’emozione durante le prove, come superare una data incompatibilità di carattere con qualcuno, come affrontare una scelta importante..). Il sollievo può essere immediato e dato dall’avere qualcuno a cui raccontare tutto liberamente, qualcuno che si astenga dal formulare giudizi. Lo strumento è già in questo ambito il colloquio clinico, non in senso curativo, ma clinico perché aderente alla personalità, alla peculiarità del singolo; lo psicologo dovrebbe cercare di mettersi “nei panni” dell’altro, coglierne le preoccupazioni, accettare i problemi, rassicurare sulla segretezza di quanto verrà detto durante il colloquio. Inizialmente si tratterà di una situazione interpersonale piuttosto asimmetrica, caratterizzata da una comunicazione non direttiva che esorti il soggetto alla sincerità e all’approfondimento. Alla fine dell’incontro l’asimmetria può attenuarsi e poi sparire, quando, avendo informazioni sufficienti, lo psicologo entra nel vivo del counseling aiutando il soggetto a interpretare in modo più adeguato le situazioni e le esperienze di cui ha parlato.