Il 19 febbraio 2009 a Firenze si è svolta la prima edizione del premio Italian Women in the World, un riconoscimento di livello internazionale, dato a dieci donne di origini italiane per essersi distinte per meriti, risultati o carriera nel panorama internazionale.
Giornaliste, imprenditrici, una designer, una senatrice, una suora, due direttrici di Istituti che promuovono il dialogo tra popoli: questi in breve i profili delle donne premiate, giunte a Firenze per l’occasione dall’India, Australia, America e dalla più vicina Europa. Ad accoglierle nel prestigioso Salone dei Cinquecento, messo gentilmente a disposizione dal Comune di Firenze, varie autorità e una platea di 300 persone, tra cui molti sponsor dell’evento.
Fin qui il tutto è abbastanza normale. Certo è la prima volta che viene pensato di creare un occasione ufficiale in onore delle donne italiane residenti all’estero ma non è questo l’aspetto su cui vorrei puntare l’attenzione. Più interessante è infatti sapere che il tutto è stato realizzato – e finanziato – grazie ad un’operazione di networking, portata avanti da due donne che fin dall’inizio hanno creduto fortemente nel progetto.
Si tratta di due delle fondatrici dell’associazione IWW, Italian Women in the World, il primo network nel mondo dedicato ai connazionali all’estero. Una rete “di PR internazionali e Comunicazione” che riunisce uomini e donne di origine italiana, che vogliono promuovere le proprie professionalità a livello internazionale. Con uno slogan che centra il bersaglio: “Facciamo rete ma non giocano a calcio” e che ha fatto breccia nel cuore di molti sponsor e anche di varie Istituzioni. Basti pensare che il premio ha potuto contare sul patrocinio di quattro ministeri, oltre alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e in più altri 14 patrocini di vari enti, a cui si sono aggiunti due media partner, il quotidiano La Nazione e èItalia, il primo periodico dell’Italia nel mondo, 22 sponsor che hanno contribuito con vari materiali o servizi, e uno staff dedicato al premio (comunicazione, ufficio stampa, organizzazione, trasporto ecc…) comprendente altri dieci sponsor tecnici.
Ogni sponsor ha avuto il proprio ruolo: gli alberghi hanno ospitato le premiate e gli ospiti d’onore intervenuti per l’occasione, il quartetto d’archi “Firenze Classica” ha accompagnato la cerimonia e il buffet, a sua volta offerto da altri sponsor, vi era il coiffeur per le premiate e persino una prestigiosa azienda vinicola, I Balzini, che ha offerto una magnum della propria cantina ad ogni premiata. Milano 25, l’allegro e vistoso taxi di Caterina Bellandi, per i trasporti e molti altri ancora.
Non è poco per il lavoro di sole due donne: la presidente Patrizia Angelini, giornalista televisiva Rai e Giovanna Lucherini, Governatrice IWW Toscana, proprietaria di uno studio di organizzazione congressuale. È un esempio della forza del networking e di un fund raising ben riuscito. Un networking nato per unire a livello mondiale professioniste, manager, imprenditrici e donne di cultura italiane e di origine italiane in progetti di lavoro o collaborazione con altre professioniste e professionisti, in Italia così come nel resto del mondo. In parte si tratta quindi di un progetto di comunicazione più ampio che comprende vari strumenti: il Premio IWW, la Banca Dati del sito, il Blog, il format televisivo AmicheOltreOceano, ma anche corsi, aggiornamenti e seminari.
Ma torniamo al premio perché non è tutto qui. Come si addice alle grandi occasioni è stato preceduto da una proclamazione ufficiale, a dicembre 2008, in Campidoglio a Roma, ad opera di una giuria di professionisti internazionali. E anche il premio ricevuto è stato creato in esclusiva per l’occasione: un globo tricolore, firmato dall’artista Ada Capone, in esemplare unico.
Le premiate appartengono ai settori più diversi, dal No-Profit alla Ricerca, dall’Imprenditoria alla Pubblica Amministrazione. Barbara Alighiero, giornalista Ansa all’estero e oggi direttore dell’Istituto Cultura Italiana a Pechino e scrittrice. Suo è il romanzo “L’uomo che doveva uccidere Mao”. Barbara Schiavulli, anche lei giornalista, corrispondente da zone di crisi. Alida Bellandi, imprenditrice e ingegnere chimico a San Paolo in Brasile, come Sandra Papaiz, che è anche avvocato o Ilaria Ciabatti Biondi, imprenditrice in Perù. Alessia Gariggio invece è direttrice dell’Istituto Europeo di ricerca sul Medio Oriente di Bruxelles. Fabiola Fabbri, suora di origini toscane missionaria in India. Franca Dellepiane Arena, senatrice e giornalista per La Fiamma, il giornale italiano dell’Australia, Consuelo Bellini, designer ed artista di Orlando in Florida. Infine Rita Giuseppina Blasioli Costa, coordinatrice nazionale patronato Acli in Brasile.
Grazie alle media partnership l’evento ha fatto il giro del mondo tra i nostri connazionali e se non altro si può affermare che il premio è servito a portare alla luce l’importante lavoro e contributo sociale di donne italiane, che non sono tutti i giorni sui giornali, ma che sono senza dubbio motivo di orgoglio per noi all’estero.
Le donne di Italian Women non si fermano ed infatti è già stata annunciata Bologna come sede dell’edizione 2010 del premio, grazie alla collaborazione con Unioncamere Emilia Romagna e Assocamerestero, ma questa volta ad essere premiati saranno gli uomini.