fbpx

Comportamento

Gli Eventi come Volano di Comunicazione e Turismo

Il mercato degli eventi si è caratterizzato negli ultimi anni per tassi di crescita notevoli: dai 960milioni di euro del 2005 si è passati ai 1.200 del 2007. E la previsione è di raggiungere alla fine di quest’anno i 1.400milioni, pari a un incremento del +16,6% (fonte Astra Ricerche per Adc Agenzia della Comunicazione). Ogni grande manifestazione genera un’ampia ricaduta economico – occupazionale che investe le diverse componenti dell’organizzazione, con ai primi posti il settore alberghiero, dopo sede e allestimento. Ma come è possibile sfruttare meglio queste occasioni in modo da avere un maggior ritorno dal punto di vista turistico?
Questo il tema al centro del convegno Gli eventi sportivi, d’arte ed enogastronomia quale volano della crescita turistica di alto profilo, tenutosi a Firenze durante l’International Approach Championship – Ponte Vecchio Golf 2007.
Il boom di investimenti registrato nel 2006, con una crescita sull’anno precedente pari al +14,5%, ha posto l’accento sugli eventi come efficace occasione di comunicazione. L’iperofferta di prodotti e la globalizzazione dei mercati, unite alla presenza di un forte nomadismo dei consumatori, stanno mettendo in evidenza altri mezzi capaci di raggiungere in modo più efficace target sempre più parcellizzati. Per questo le manifestazioni legate allo sport, all’arte e all’enogastronomia svolgono un ruolo fondamentale nel nuovo mercato della comunicazione e in quello del turismo.
La quota degli alto-investimenti che le imprese destinano agli eventi è in crescita rispetto al 2006, rappresentando per un terzo degli intervistati tra il 6 e il 20% del budget totale riservato alla comunicazione. Ma anche gli enti pubblici si stanno accorgendo delle potenzialità del settore, con in via di approvazione un progetto di legge che prevede particolari finanziamenti per le città ospiti di grandi avvenimenti. Gli avvenimenti sportivi hanno dimostrato con i numeri di essere fondamentali per il turismo, laddove generano spostamenti, oltre a essere preziosi per lo sviluppo delle città e del territorio in termini urbanistici. Basti pensare a Torino che con le Olimpiadi del 2006 ha visto nascere 1.500 posti di lavoro nel solo settore turistico e 3mila nuovi posti letto in hotel. A conferma di questa tendenza anche la ferma volontà del sindaco di Roma di accaparrarsi i mondiali di pallavolo del 2010.
Anche i grandi eventi artistici sono un’occasione per incrementare i flussi turistici. Lo dimostrano i numeri delle mostre: Futurismo e Futuristi a Palazzo Grassi a Venezia ha registrato più di 321mila visitatori, Cézanne a Firenze quasi 261mila che si calcola abbiano speso tra alberghi, trasporti, ristorazione, pubblici esercizi e acquisti circa 47milioni di euro. Va tenuto conto che la maggior parte di essi (70%) erano visitatori mordi e fuggi, invece la scommessa per il turismo dovrebbe essere quella di farli rimanere o farli ritornare in città. Per questo gli spettacoli, mostre d’arte o altri tipi di manifestazioni sono un ottimo incentivo, purché accompagnati da un’adeguata comunicazione.
Un altro settore legato agli eventi fortemente in espansione nel nostro paese è quello dell’enogastronomia, con gli oltre 172mila visitatori registrati al Salone del Gusto, cui seguono i 150mila di Cheese e le 33mila presenze del Vinitaly. Ma vediamo i dati di questo turismo: 4,5milioni di presenze e un fatturato annuo di 2,5miliardi di euro che si prevede raddoppino entro i prossimi cinque anni. Quello che colpisce è che il vino non muove in maggioranza esperti (20%) ma turisti di medio livello di conoscenza (42%) e una fetta rilevante di curiosi (38%) con scarsa consapevolezza del prodotto. Quasi tutti con un reddito medio alto, capaci di una spesa giornaliera individuale di 167 euro e disposti a fare anche molti chilometri per raggiungere la destinazione.

Il turismo del golf

Nelle sue varie declinazioni l’evento si configura come un’occasione più ampia per conoscere un territorio e i golfisti sembrano essere tra le categorie che comprendono e apprezzano meglio l’abbinamento con il turismo. Questo aspetto offre lo spunto per creare idee e un confezionamento innovativo per un’offerta tutta italiana di turismo nel golf, fondata su un mix unico di ingredienti inimitabili.
In Italia vi sono attualmente 40 iniziative in corso legate alla realizzazione di campi da golf turistici soprattutto al sud e isole. Si calcola che il turismo nazionale nel golf abbia generato 100milioni di euro nel 2007, con una previsione di crescita del +5% nel 2008. A livello mondiale invece si parla di 40 miliardi di dollari con un incremento annuo del +8%. In Europa sono 25milioni i turisti del golf e 63milioni i giocatori abituali, con al primo posto gli inglesi seguiti da svedesi e tedeschi. Gli italiani invece figurano al decimo posto con circa 84mila giocatori. Tra le mete più ricercate Spagna e Portogallo.
Non dimentichiamoci che il golf è un eccezionale intercettore di flussi turistici internazionali, che il 36% degli appassionati ha un reddito che supera i 75mila dollari, il 48% predilige la primavera per muoversi e durante le vacanze trova il tempo da dedicare ad altri aspetti oltre alla pratica dello sport. Tra le principali voci di spesa infatti figurano, dopo alloggio e trasporto, cibo e svago. Per questo si sta assistendo a grandi investimenti per nuovi campi in molti paesi del mondo.
A conferma di questa tendenza il case history dell’Open di Abu Dhabi, un evento dell’European Tori che da alcuni anni si svolge negli Emirati Arabi Uniti. L’idea è nata perché la città di Abu Dhabi ha sempre sofferto della supremazia turistica di Dubai. L’Open è arrivato per promuovere il territorio con un evento televisivo: uno dei valori aggiunti del golf infatti sta nell’avere una risonanza mediatica, essere giocato da decision makers e svolgersi in un contesto paesaggistico sempre diverso. Oltre alla gara infatti c’è l’arte, la degustazione, la conoscenza di un territorio. Il risultato è stato rapido: al terzo anno Abu Dhabi ha raddoppiato il flusso turistico, si sono ampliati gli investimenti, il numero di campi da golf da uno è salito a cinque con relativi resort e attrattive di contorno.
Indubbio dunque il valore dell’evento golfistico che nel nostro paese era stato compreso fin dagli inizi del secolo scorso. Negli archivi Enit infatti vi è un documento del 1926, l’anno prima della fondazione della Federazione Italiana Golf, dove si legge chiaramente che il golf attira turismo. A questo si aggiunge il ruolo dell’Italian style oggi traino di un’altra importante fetta turistica: il 66,7 % del mercato nostrano si fonda sull’arte e sui tesori di città come Firenze. Queste considerazioni sembrano influire anche sulle prossime scelte dell’Enit: si cercherà infatti di limare i budget delle grandi fiere del turismo, inteso in senso generale, per destinare parte delle risorse a quelle borse limitrofe come golf, salone nautico, lusso e immobiliari con un occhio particolare all’ambiente.

Picture of admin

admin

Aggiungi commento

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.