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Salute

Le Nuove Frontiere dell´Assistenza alla Persona

Cinzia De Stasio*, Lucia Malfitano** e-mail: c.nuovaera@libero.it
Abstract
Il settore dei servizi di assistenza alla persona è in costante crescita e pone la necessità di fornire risposte sempre più qualificate e diversificate alle esigenze di un’utenza soprattutto anziana. L’introduzione della figura dell’Assistente Familiare come supporto, aiuto e in accordo con i ruoli e le competenze già operanti, costituisce un ampliamento dell’offerta dei servizi esistenti. In questo quadro complessivo la formazione diventa un passaggio necessario per acquisire conoscenze teoriche ed abilità pratiche in grado di offrire all’operatore la tranquilla coscienza del proprio ruolo.
Parole chiave: assistente familiare, formazione, strumento innovativo, mansione, empowerment, principi etici.
Premessa
Il progressivo invecchiamento della popolazione, la crescente domanda di assistenza domiciliare, il nuovo welfare, confermano che il settore dei servizi di assistenza alla persona è in costante crescita.
In questi anni sono profondamente mutati i parametri di riferimento demografico, epidemiologico (“l’ambiguità del progresso” ha permesso la sopravvivenza di un numero crescente di persone in età molto avanzata, colpite da malattie croniche invalidanti), economico (il sistema di welfare è in crisi rispetto alla possibilità di continuare a garantire una protezione adeguata delle fragilità), civile (la società deve compiere uno sforzo complesso e difficile per trovare una collocazione adeguata ad un numero elevato di cittadini che hanno cambiato il loro ruolo sociale), culturale (il mutamento è stato così veloce che l’elaborazione necessaria a costruire nuovi punti di riferimento non sempre è stata adeguata).
La Legge quadro 328/2000 dedica l’articolo 12 alle figure professionali che operano nel sistema di interventi e servizi sociali, prevedendone un’adeguata disciplina; le professioni di aiuto sono volte a prevenire e rimuovere stati problematici o di disagio presenti nelle persone, distinguendo tra professioni cliniche e professioni sociali. Rientrano nel primo gruppo le professioni biomediche, psicoterapiche, ortopedagogiche; nel secondo gruppo le professioni sociali, quali assistenti sociali, educatori extrascolastici, educatori professionali, educatori di comunità, animatori socio-educativi, animatori socio-culturali, assistenti domiciliari e altri addetti all’assistenza.
Tra le principali figure che operano nel campo socio-sanitario troviamo: l’assistente domiciliare o addetto all’assistenza di base (ADB), l’operatore tecnico d’assistenza (OTA), l’assistente familiare, il volontariato sociale, l’animatore d’attività di gruppo.
Tutte queste figure sono di complemento e supporto al percorso di tutela e recupero della salute e sono spesso impegnate nel reinserimento sociale, operano nei presidi ospedalieri, presso i servizi sanitari territoriali o svolgono assistenza domiciliare o, ancora, sono collocate all’interno dei Dipartimenti di Salute Mentale e dei Sert (servizio tossicodipendenze). Emerge che, le figure specifiche dell’area in esame, sono quelle la cui attività è svolta a diretto contatto con i malati o con i soggetti che richiedono servizi di assistenza sociale, fornendo, all’interno di una struttura organizzata e non, prestazioni di contenuto sanitario o socio-sanitario.
L’operatore assistenziale (A.N.S.D.I.P.P.,2002)1 si trova oggi spesso disorientato in questo continuo fluire di situazioni; chi opera a favore dell’anziano vive talvolta una condizione che oscilla tra quella disperata e la generosità sprovveduta, tra il pessimismo rinunciatario e l’ottimismo senza mete precise.
Dall’esperienza ventennale della Cooperativa Sociale di Servizi O.N.L.U.S. Nuova Era con sede a Civitavecchia, nasce la convinzione che conoscenza e formazione di tutto il personale siano la prima forma di tutela attuabile nei confronti dei bisognosi. L’intento è quello di comunicare nel modo più consono possibile le peculiarità sociali, psicologiche e sanitarie indispensabili per il lavoro assistenziale (De Fazi, De Stasio, Malfitano, Villa, 2006)2. A tal proposito, avvalendosi di collaboratori specializzati, è stato pensato un corso di formazione per assistente familiare.
L’assistente familiare (in gergo la “badante”) si sta diffondendo in tutta Italia, al nord come al Sud, nelle grandi città come nei piccoli centri. Solo uno sguardo superficiale può ritenere semplice o banale il lavoro di cura che le famiglie affidano alle lavoratrici; sappiamo invece, che questo nuovo mestiere, richiede sia competenze propriamente assistenziali, che competenze relazionali appropriate, assicurando qualità di cura alla persona assistita e tutelando la lavoratrice dai rischi professionali.
In questo quadro complessivo quindi la formazione diventa un passaggio necessario per acquisire conoscenze teoriche ed abilità pratiche in grado di offrire all’operatore la tranquilla coscienza del proprio ruolo, affrontando senza ansie o frustrazioni le difficoltà che la professione presenta nei diversi luoghi di lavoro.
Obiettivi del corso
Il corso, patrocinato dal Comune di Civitavecchia (Delibera della G.C. n° 51 del 01.09.2006), nasce nell’ambito di un progetto sperimentale che si pone l’obiettivo di ampliare e qualificare l’offerta dei servizi assistenziali già esistenti proponendo specifici percorsi formativi per tutti coloro che abbracciano la professione di aiuto.
In particolare tra gli obiettivi vi sono:
1. fornire una struttura di supporto tramite la quale offrire una risposta alle numerose richieste che provengono da parte dei cittadini che necessitano di personale selezionato ed adeguatamente preparato per un servizio di assistenza familiare per i propri anziani e/o malati non autosufficienti;
2. garantire alle famiglie una selezione “personalizzata” dei soggetti da proporre per il servizio di assistenza tramite l’istituzione di un registro comunale per gli assistenti familiari;
3. prevedere per gli immigrati presenti nel nostro Paese ed in regola con il permesso di soggiorno, nonché per i cittadini italiani che intendono impegnarsi in questo settore, un percorso formativo ed un successivo riconoscimento che possano facilitare opportunità di lavoro dignitoso e di inserimento sociale nel tessuto cittadino.
Percorso formativo
Il progetto è stato svolto dalla Cooperativa Nuova Era di Civitavecchia e condiviso dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Civitavecchia ( Centumcellae, 2006)3.
L’azione formativa si è articolata in una fase teorica e in un’azione pratica (l’allievo affianca l’operatore e viene coinvolto in un’azione di “laboratorio esperenziale”, finalizzata all’acquisizione delle competenze pratiche necessarie).
Le aree tematiche sono state  le seguenti:
area sociale (docente: dott.ssa Cinzia De Stasio)
sociologia dell’emarginazione; la rete dei servizi socio-sanitari;
il sistema sociale, i ruoli ed i rapporti tra i suoi componenti produttivi e non produttivi;
la sociologia e le sue funzioni sociali (socializzazione, gruppo e società, famiglia, status e ruolo);
il fenomeno dell’invecchiamento ed i fattori determinanti (la terza età, l’anziano e la famiglia);
il problema della Disabilità e l’Emarginazione (privazione di ruoli e rapporti);
l’organizzazione dei servizi per gli anziani;
deontologia professionale.
area psicologica e assistenziale (docente: dott.ssa Lucia Malfitano)
psicologia delle relazioni umane;
la psicologia dell’anziano: aspetti generali e specificità (evoluzione ed individuazione dell’intelligenza, memoria, percezione, affettività, motilità, autosufficienza);
la comunicazione con la persona anziana, le emozioni, i comportamenti;
i rapporti con i familiari, vicini, quartiere, estranei;
il rapporto d’equipe, la socializzazione;
la libertà dell’individuo, il rispetto dell’anziano, delle abitudini, casa e ambiente;
cenni sull’invecchiamento.
area sanitaria (docente: dott. Ermanno De Fazi)
i servizi di pubblica utilità nell’emergenza sanitaria;
concetto di salute / malattia;
cenni di educazione sanitaria e prevenzione;
elementi di patologia e di primo soccorso;
elementi di alimentazione e dietetica;
area socio-assistenziale (docente: Lorella Fanisio, DAI)
attività domestico – alberghiera;
l’identificazione dei bisogni;
l’igiene personale;
cenni di: incontinenza, pulizia e igiene dell’ambiente;
la corretta applicazione delle prescrizioni del medico.
principi ed applicazione del d.lgs 626/94 (docente: ing. Roberto Villa)
il rispetto della privacy;
fattori di rischio e prevenzione in ambiente domestico;
principi ed applicazione del D. LGS 626/94;
rischi dell’ambiente di lavoro.
Al termine del corso i partecipanti hanno espresso vivo entusiasmo per gli argomenti trattati nel corso delle lezioni; particolare interesse hanno suscitato i consigli sulle strategie ed i suggerimenti pratici degli esperti.
uno strumento di  lavoro
Dalle tante riflessioni maturate nell’ambito del Corso, è scaturito il seguente documento, fruibile come strumento di lavoro innovativo.
la figura dell’assistente familiare
Gli Assistenti familiari svolgono un ruolo fondamentale nei confronti degli anziani e dei disabili che assistono.
Senza la loro presenza, nella maggior parte dei casi le persone anziane o disabili non potrebbero continuare a vivere nelle proprie case e sarebbero costrette al ricovero in istituto, con tutte le conseguenze che questo comporta in termini psicologici ed economici.
L’Assistente Familiare collaborando con gli operatori socio-sanitari, provvede alle necessità biologiche, psichiche e a volte culturali e religiose della persona di cui si prende cura.
Il ruolo che riveste e i compiti che deve svolgere richiedono una preparazione sia teorica che pratica e una discreta conoscenza di tematiche sanitarie e sociali.
Infatti chi si prende cura di una persona non autosufficiente deve saper fronteggiare l’emergenza, conoscere norme e abitudini alimentari, e come funziona il sistema sanitario.
le mansioni dell’assistente familiare
Le prestazioni dell’assistente familiare consistono nello svolgimento di attività di aiuto-domestico e di prestazioni non specialistiche di assistenza alla persona, finalizzate al supporto e alla collaborazione con la famiglia, con gli operatori socio-sanitari e la rete sociale, e al sostegno dell’utente nel difficile percorso per il mantenimento dell’autonomia nel suo contesto di vita, in un’ottica di prevenzione dall’istituzionalizzazione.
Le mansioni sono:
1. assistere l’utente nella mobilità e nell’igiene personale
2. curare l’igiene degli ambienti domestici
3. preparare e somministrare i pasti
4. svolgere funzioni di collaborazione, sostegno e integrazione con la famiglia e la società, creando rapporti basati sulle relazioni positive tra assistito, familiari e contesti sociali (ricadute positive sulla salute e sul benessere della persona)
5. comunicare con l’utente ed il contesto, adottando un linguaggio adatto ed in grado di esprimere rispetto
6. conoscere il contesto sociale e istituzionale nell’ambito del quale si svolge l’attività di assistenza privata domiciliare
7. sostenere e sollecitare le capacità e le risorse della persona assistita
principi etici di comportamento
Nell’individuazione dei principi etici di comportamento si è tenuto conto di due approcci essenziali:
a) la formulazione di un codice di condotta, che prescrive le regole per gli individui ed allo stesso tempo istituisce varie figure di autorità per farle rispettare;
b) l’empowerment, ovvero l’accrescimento negli individui della propria coscienza morale, a tal punto da definire autonomamente il giusto stile di vita.
Il primo approccio di tipo tradizionale, per quanto necessario, non si può tuttavia considerare sufficiente per un’efficace promozione di un comportamento etico: infatti, è indispensabile integrare la prima con la seconda prospettiva, la quale si rivolge all’intrinseco valore e alle innate capacità di ogni singolo essere umano. (De Fazi, De Stasio, Malfitano, 2007)4.
I principi etici individuati sono i seguenti:
1) onestà: impegnarsi a non dire cose false, né a mentire deliberatamente. Bisogna cercare di essere   il più onesti possibile, aperti e disposti a scambiare informazioni nel modo più appropriato alla situazione.
2) mantenere le promesse: impegnarsi a fare il massimo per tener fede agli impegni. Non fare promesse che non si possono mantenere. Non fare promesse per conto di Società o Cooperative, o terzi, senza autorizzazioni.
3) riservatezza: l’assistente è tenuto a trattare con riservatezza le informazioni e i dati riguardanti l’utente e le sue relazioni col contesto in cui vive (familiari, amici, ..).
4) correttezza: impegnarsi a creare e seguire un modello di comportamento consono a raggiungere risultati giusti, imparziali e non arbitrari.
5) rispetto per gli altri (cooperazione e collaborazione tra operatori): impegnarsi a essere aperti e diretti nelle varie comunicazioni e recettivi verso le influenze esterne. Rispettare le capacità e i contributi degli altri e accettare la responsabilità delle azioni.
6) condivisione: impegnarsi a restare attenti ai bisogni altrui e ad operare quando possibile in modo coerente e responsabile.
7) integrità: integrità professionale soprattutto nell’affrontare situazioni a rischio.
conclusioni
Codesti principi devono far riflettere sul nostro modo di agire e arricchire di senso e valore l’impegno professionale.
La disponibilità di una metodologia nuova, che oltre ad offrire cura e assistenza domiciliare, offre supporto ed assistenza nella formazione degli operatori,   può essere di estrema utilità in un ottica di promozione della salute e di assistenza sociale.

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