Come si può verificare e dimostrare l’efficacia di un intervento mirato al superamento del disturbo? Si devono ovviamente studiare i cambiamenti che seguono il trattamento, tenendo sotto controllo almeno tre aspetti fondamentali: L’evoluzione spontanea del disturbo, dovuta alla crescita del soggetto durante l’intervento; la natura generica o specifica del trattamento scelto; il tipo di cambiamento ottenuto, ovvero cambiamento di prestazione o cambiamento dei processi cognitivi sottostanti?
Controllo dell’evoluzione spontanea: questa è controllabile in prima battuta misurando il cambiamento e confrontandolo con dati normativi evolutivi. Se prendiamo ad esempio i dati della WISC noteremo che dai 6 anni ai 16 i punteggi grezzi di ogni subtest crescono progressivamente. Se il soggetto in trattamento presentava inizialmente punteggi inferiori di 3 punti standardizzati rispetto alla media della sua età cronologica, possiamo ritenere che egli sia migliorato in termini normativi solo se, a distanza di un anno, il suo punteggio standardizzato non è rimasto inferiore di 3 punti standardizzati rispetto alla sua attuale età cronologica.
Controllo della specificità del trattamento: l’unica cosa che si può fare è confrontare i risultati di un trattamento con quelli di un altro pensato per modificare lo stesso tipo di disturbo, stabilendo a priori quali cambiamenti ci attendiamo e quali no.
Controllo del cambiamento della prestazione o del processo: quando si parla di prestazione ci riferiamo a ciò che si osserva, quindi, ad esempio, il saper sommare due numeri; se parliamo invece di processo ci riferiamo alle elaborazioni tra informazioni che permettono di calcolare la somma di due numeri specifici, ma anche di saper calcolare la somma di qualsiasi numero. Controllare il tipo di cambiamento avvenuto significa considerare almeno due sintomi che siano espressivi dello stesso disturbo, se il trattamento modifica il processo sottostante, si dovrà ottenere un cambiamento significativo di entrambe i sintomi.
Per quanto riguarda la frequenza del trattamento, dobbiamo ricordare che essa è una delle variabili cruciali per il recupero delle abilità cognitive che devono automatizzarsi, come le abilità strumentali di lettura, scrittura, calcolo. Sarebbe importante poter puntare ad un trattamento costante ma non troppo pesante (mezz’ora ogni giorno).
Fra i principi dell’apprendimento scientifico, Tallal, Merzenich, Miller e Jenkins descrivono la ripetizione frequente degli esercizi riabilitativi, l’attenzione focalizzata alle informazioni sensoriali presentate, la possibilità di rispondere ad un livello alto di accuratezza e quindi la difficoltà adeguata del compito, il rinforzo gratificante del comportamento per sostenere la motivazione e dirigere l’apprendimento attraverso i feedback correttivi, infine il compito deve essere sempre più impegnativo grazie all’aumento graduale della difficoltà con il migliorare della performance del soggetto.
È importante prima di tutto pensare a modalità di lavoro individualizzate, che tengano conto delle caratteristiche del bambino, della famiglia, del contesto. L’intervento dei genitori consapevoli può essere risorsa fondamentale.