In molti casi adattarsi alla realtà significa accettare di essere scissi, divisi tra ciò che è giusto fare e ciò che non lo è, tra il buono e il cattivo; significa votarsi a clichés comportamentali rinunciando a una natura propria per accontentarsi di una solo sociale. E’ chiaro che in questo modo va perduta ogni profondità così come ogni capacità di essere creativi.
“La compiacenza…dice Winnicott…”porta con sé un senso di futilità per l’individuo e si associa all’idea che niente sia importante, e che la vita non valga la pena di essere vissuta. In maniera angosciante, molte persone hanno avuto modo di sperimentare un vivere creativo in misura appena sufficiente per permettere loro di riconoscere che, per la maggior parte del tempo, esse vivono in maniera non creativa, come imbrigliate nella creatività di qualchedun altro oppure di una macchina”.(1974)
Nella nostra società, in primis attraverso il sistema educativo, si privilegia l’intelligenza logico matematica piuttosto che quella intuitivo-creativa, determinando uno squilibrio e una prevalenza funzionale dell’emisfero cerebrale sinistro sull’emisfero destro. In tal modo si corre il rischio di sacrificare sull’altare della ragion pratica la capacita di immaginare fantasticare, creare arte rinunciando a quella parte vibrante e vibratile del nostro essere, che comunica con l’infinito.
Da una simile prigione culturale si può evadere emancipandosi dall’ossessione razionalistica e ricercando con serena dedizione uno stato di coscienza aperto, intuitivo che conduca alla trasparenza e all’ampliamento del’Io. Secondo la teoria della “mente bicamerale” di Julian Jaynes è attraverso il corpus callosum, cioè quello stretto ponte che collega i due emisferi cerebrali attraverso le commissure anteriori, che “vennero le istruzioni che costruirono le nostre civiltà e fondarono le religioni del mondo, il ponte attraverso il quale gli dei parlavano agli uomini e ricevevano obbedienza perché essi erano la volizione umana (…) Questo è il punto in cui potremmo attenderci di udire gli dei dell’antichità rivolgersi ancora a noi, come se tornassero a fare udire la loro voce dall’altra parte della nostra mente bicamerale”.(Jaines 1984)
In pratica, Jaines sostiene che “la voce di Dio” è percepibile nella “via di mezzo” del corpus callosum, realizzando un’armonica coesistenza delle differenti funzioni degli emisferi cerebrali.
Il compito dello sciamano è, per il don Juan di Castaneda, quello di unire il Tonal (lo stato normale ovvero lo stato di consapevolezza necessario nella vita di ogni giorno) ed il Nagual. (il lato misterioso e sconosciuto dell’uomo, la consapevolezza non ordinaria) egli chiama questa operazione il “colpo del Nagual” (Castaneda 1984). Tale dimensione mentale è assimilabile alla condizione che Perls definisce di “Indifferenza creativa” 1.
La creazione del cosiddetto vuoto fertile nasce nell’incontro delle polarità, attraverso l’integrazione del dionisiaco e dell’apollineo, del lato destro e sinistro del cervello, in rapporto ad uno stato di coscienza che come nella meditazione Vipassiana, è caratterizzato dalla sospensione del giudizio.
Note
1 Cfr Mazzei S. Creatività e integrazione estratto da “qui e ora” Rivista di Gestalt, Link: http://www.igbw.it/RIVISTA/CREATIVITA’%20ED%20INTEGRAZIONE.pdf
Bibliografia
Castaneda C, Il fuoco dal profondo, Rizzoli, 1985
Jaynes J, Il crollo della mente bicamerale e origine della coscienza, Adelphi, 1984
Mazzei S. Creatività e integrazione estratto da “qui e ora” Rivista di Gestalt
Taddei G, Conferenza inaugurale del “Daimon, convegno sulla creatività (estratto) reperibile su www.atmos-artiterapeutiche.it
Winnicott D, “Gioco e realtà”, Armando Armando, 1974
Zinker J, Processi creativi in psicoterapia della Gestalt,. Franco Angeli 2002