fbpx

PsicoTest

La Scala WAIS-R con gli Indici Diagnostici

Il test d’intelligenza più utilizzato e conosciuto al mondo, non è importante solamente per la determinazione del livello cognitivo, ma, grazie alle applicazioni resesi possibili dopo trent’anni e più di studi clinici – effettuati per la maggior parte nei Paesi anglosassoni -, è da utilizzarsi anche per la diagnosi di tutta una serie di disturbi comportamentali che trovano negli aspetti cognitivi degli indicatori di patologia.
L’argomento non è nuovo: già lo stesso Wechsler nel 1955 elaborò un indice di deterioramento mentale, ancora oggi con la sua validità; accanto a questo studio, numerosi ed altamente significativi sono stati gli apporti di altrettanto numerosi Autori, che permettono di considerare questo reattivo come uno strumento rilevante nella diagnosi di molteplici sindromi psicologiche. Padovan è stato il primo ad aver pubblicato in Italia le risultanze pratiche di tali ricerche, sviluppando anche il software per la determinazione informatizzata dei risultati. Il tutto a cura delle O.S. Giunti, purtroppo non più reperibile dopo poco tempo dalla edizione.
Grazie alle numerosissime applicazioni da me sostenute in trent’anni di professione, mi sono dedicato l’anno scorso alla elaborazione di alcuni ‘indici diagnostici’ tratti dalle indicazioni proprio di Padovan, contenute in uno dei testi che corredano l’edizione italiana della WAIS-R, indici che ho anche io elaborato in forma computerizzata, per utilizzarli nelle indagini diagnostiche e peritali sui soggetti da me esaminati.
Il lavoro che segue, illustra praticamente gli esiti ai quali si perviene, che consentono la stesura di una relazione descrittiva dettagliata e dalla veste scientifica sempre più adeguata. In tale esempio, ovviamente vedrete emergere risultati differenziati dove essi hanno rilevanza, ovvero, se sono presenti le alterazioni che danno luogo al disturbo.

Ecco una descrizione degli indici da me elaborati.

-Indice del disturbo di personalità border-line;
-Indice della probabile presenza di un quadro di schizofrenia: devono risultare presenti tutti e tre i sottoindici;
-Indice del disturbo distimico;
-Indice differenziale tra disturbo dell’umore o psicotico;
-Indice del disturbo autistico;
-Indice del Disturbo di Alzheimer (DAT);
-Indice di deterioramento mentale (IDM);
Inoltre, attraverso gli studi di Barona e Pichot, si hanno le stime dell’eventuale ‘livello intellettivo’ pre-morboso posseduto dal Soggetto e l’Indice di eventuale simulazione nei casi di trauma cranico encefalico (TCE), estendibile anche a situazioni dove si sospetta un comportamento ‘meno collaborativo’ del Paziente.
Accanto a questa mole già ragguardevole di studi ed ai risultati pratici che essa produce – particolarmente in ambito medico-legale -, si hanno ulteriori indicazioni della ‘qualità’ delle capacità cognitive possedute, quale la differenziazione tra capacità ‘fluide’ e ‘cristallizzate’ (utili per stabilire se l’Esaminato è più incline ad un pensiero produttivo creativo, oppure la sua intelligenza sfrutti maggiormente abilità frutto di esperienze) e l’importantissimo sviluppo clinico del ‘Punteggio ponderato per età’, che ha introdotto la possibilità di una valutazione ancora più ampia del livello cognitivo del Soggetto, in relazione al suo gruppo anagrafico di appartenenza: è proprio grazie a questa considerazione scientifica, che sono stati possibili gli studi e le ricerche che hanno condotto alla elaborazione di tutti  gli Indici differenziali sopra riportati.

Ecco l’applicazione ad un soggetto …

Per leggere l’articolo completo, comprensivo di tutte le tabelle, scaricalo come PDF, dal link accanto al titolo.

Picture of Giuseppe Castellani

Giuseppe Castellani