Reattivo proiettivo di personalità, elaborato da H. Zulliger. Esso nasce dopo la prova di Rorschach ed è basato sugli stessi meccanismi proiettivi di risposta del soggetto. È composto da tre tavole con le ‘macchie’, ha come finalità lo studio degli aspetti di tratto della personalità, in parte influenzati dalle esperienze più recenti dell’esaminato. La Lo Z-test è un test psicodiagnostico proiettivo che si basa sull’interpretazione di forme ambigue da parte del soggetto.
Attraverso il sistema di siglatura si ottiene uno schema della struttura psichica del soggetto che permette precisazioni sul tipo e grado di intelligenza, sulle sue capacità adattive e la formazione del suo carattere.
E’ composto da tre tavole, sulle quali sono disposte macchie in ordine simmetrico. La prima tavola è costituita da una figura priva di colori, la seconda da tre figure colorate e la terza da macchie rosse e nere. La sua composizione è dovuta ad Hans Zulliger, uno dei principali studiosi e amici di Rorschach, il primo e più conosciuto autore di test proiettivi (vedi Test di Rorschach).
Lo Z-test si basa, come tutti i test proiettivi, sulla proiezione, uno dei meccanismi di difesa dell’Io. Attraverso le risposte che il soggetto fornisce si ottiene la proiezione delle sue caratteristiche inconsce, che servono a determinarne il profilo di personalità nei suoi aspetti intellettivi, affettivi e di adattamento in generale.
Rispetto al più famoso test di Rorschach, lo Z-test ha una migliore facilità d’impiego e si rivela molto più agile nella somministrazione e nella siglatura, benché fornisca una quantità minore di informazioni, senza niente togliere alla precisione diagnostica.